I dipendenti delle fasce più basse che hanno svolto incarichi superiori fanno causa alla regione

Giornale di Sicilia del 2 giugno 2017

Mentre i sindacati si preparano a scendere in piazza, partono i primi ricorsi dei regionali delle fasce più basse che hanno svolto mansioni superiori. È una valanga che sembra ormai inarrestabile quella che sta interessando 4.500 dipendenti regionali di categoria A e B impiegati spesso a supporto dei dirigenti. Per provare a trovare una via d’uscita, martedì è previsto un vertice tra l’assessore alla Funzione pubblica, Luisa Lantieri e quello al Lavoro, Carmencita Mangano alla presenza dei dirigenti generali Luciana Giammanco e Maria Antonietta Bullara.

Intanto stanno partendo i primi ricorsi. «Secondo una perizia di parte – dice l’avvocato D’Angelo – un lavoratore di fascia A che svolge mansioni da categoria D ha diritto a ricevere 86 mila euro di arretrati per gli ultimi dieci anni di lavoro svolti. È chiaro che comunque la somma sarà determinata dal giudice, ma i lavoratori che stanno presentando i ricorsi sono prevalentemente interessati al riconoscimento delle mansioni».

La Regione siciliana senza funzionari ed istruttori. Pratiche paralizzate per mancanza di personale

Quando hanno dato il via al prepensionamento per sfoltire i ruoli del personale regionale stracolmi di gente e dunque centrale di costo importante, alla Regione siciliana non hanno fatto i conti con i requisiti per la pensione. Nessuno, insomma, ha guardato chi fosse in condizione di lasciare i ruoli dell’amministrazione attiva e che ruoli ricoprisse.

Partiti i prepensionamenti, e collocati a riposo i primi mille ed oltre richiedenti la pensione anticipata, adesso dal personale si accorgono di cosa succede. Entro qualche anno la Regione siciliana avrà soltanto dirigenti e dipendenti di fascia bassa A e B. In pratica stanno andando via la maggior parte dei dipendenti delle fasce C e D ovvero funzionari ed istruttori. Per farla breve, si tratta del personale che si occupa materialmente delle pratiche, quello che fa il lavoro vero e proprio su indicazione dei dirigenti e sotto il loro controllo.

Scontro Alfano e Renzi sulla legge elettorale. Un Alfaniano rivela: “Renzi da mesi ci chiede di far cadere Gentiloni”. Alfano non smentisce

Un nuovo episodio getta ombre sul Partito Democratico e soprattutto sul segretario Matteo Renzi. Secondo quanto dichiarato dal deputato alfaniano Pizzolante, da febbraio giungerebbero pressanti richieste da parte di Renzi per far cadere il governo Gentiloni.

Insomma, le dichiarazioni di Pizzolante suggeriscono l’esistenza di un piano orchestrato da Matteo Renzi: far cadere l’esecutivo Gentiloni, andare a elezioni anticipate per tornare a Palazzo Chigi nuovamente. “Se ha chiesto agli alfaniani di far cadere il governo Renzi è davvero un uomo pericoloso, c’è uno scenario eversivo e inquietante”, ha dichiarato invece il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio. “Siamo davanti ad un rischio enorme per la democrazia, quel rischio si chiama Matteo Renzi.