Nuovo contratto, il piatto piange. Per ora solo 25 euro netti al mese

ItaliaOggi del 13 giugno 2017

Sono 45 euro lordi: 25 euro netti da distribuire tra stipendio tabellare e straordinario. È questo, in media, l’aumento che è stato finanziato dal governo per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego (scuola compresa) fermi ormai dal 2009. Il conto è presto fatto. Gli stanziamenti, che vanno suddivisi tra tutti i lavoratori del pubblico impiego, recano la cifra al lordo, comprensiva dei contributi previdenziali (che gravano per un terzo sull’importo complessivo) e dell’imposizione fiscale (Irpef e altre imposte).

Dunque, per mantenere la promessa di aumentare le retribuzioni di 85 euro (sempre lordi), fatta dal governo ai sindacati con l’intesa del 30 novembre scorso, bisognerà che l’esecutivo trovi fondi per raddoppiare gli stanziamenti.

La situazione non è diversa a livello regionale. Il governo ha stanziato, attualmente, 10 milioni per comparto e dirigenza che garantiscono, pressappoco le stesse cifre degli statali, ovvero aumenti medi di circa 45 euro LORDI.

Caos Centri per l’impiego: pochi soldi e precariato

Il Fatto Quotidiano del 20 giugno 2017

Ci sono precari che, di mestiere, si occupano di precariato. Impiegati senza certezze per il proprio futuro che assistono ogni giorno chi, a sua volta, affronta il dramma del licenziamento o della disoccupazione di lungo corso. Studiosi senza posto fisso impegnati nella ricerca di rimedi all’eccessiva flessibilità del mercato occupazionale.

LAVORARE nei servizi pubblici per il lavoro, insomma, non è di per sé una garanzia di stabilità e diritti. Lo sanno bene i quasi 2 mila dipendenti a tempo determinato di quelli che una volta erano chiamati uffici di collocamento. Così come i 760 che rischiano di essere cacciati a luglio dall’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro (Anpal) o ancora i 180 ricercatori a termine dell’Inapp.