Iva, accordo Stato Regione. Alla Sicilia due miliardi in più

Gazzetta del Sud del 17 luglio 2017

Sono occorsi 52 anni per trovare un presidente della Regione siciliana che sottoscrivesse gli accordi Stato-Regione in materia di entrate finanziarie. L’ultimo di questi accordi, firmato alla presenza del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi, del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e del presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta, riguarda le entrate in materia di Iva. In una nota diffusa da Palazzo Chigi si precisa, infatti, che «l’accordo, firmato per la prima volta dopo 52 anni, dà piena attuazione allo Statuto», «non ha alcun impatto per la finanza statale», mentre «per la Regione Siciliana si tratta di una manovra complessiva del valore di circa 2 miliardi di euro annui». Si tratta, ha precisato Crocetta, di «un accordo storico che consolida i precedenti, migliora i conti della Regione siciliana, consente di salvare i Liberi consorzi e le Città metropolitane attraverso interventi consistenti e mette definitivamente a posto le entrate della Regione». «Continua- ha rilevato il presidente della Regione – la politica di risanamento e voglio ringraziare il governo, il presidente GentiIoni, il sottosegretario Boschi, il ministro dell’Economia Padoan, il sottosegretario Bressa e l’assessore Baccei per il grande lavoro congiunto che si è fatto in questi mesi.

Da alberghi per turisti a centri per migranti, anche in Sicilia molti si tuffano nel business dell’accoglienza

La Sicilia del 17 luglio 2017

La storia delle strutture private messe a disposizione dell’accoglienza agli immigrati va diffondendosi e i sindaci denunciano: «Per molti proprietari di strutture ricettive è diventato redditizio questo rapporto diretto con lo Stato che garantisce pagamenti puntuali e profumati, anziché portare avanti attività di tipo turistico. Eppure sono nate per queste, alcune, magari, sono state ristrutturate con fondi che erano destinati a migliorare la qualità della ricettività finalizzata allo sviluppo dei territori».

Insomma, anziché fare turismo, ecco il business dell’accoglienza dei migranti. Che rende, non serve fare promozione, perché fanno tutto cooperative e società che nascono sapendo bene come muoversi, quali rapporti intrecciare, come, quando e perché partecipare ai bandi.