Dipendenti pubblici. Sei anni di blocco dei contratti ha provocato una forte riduzione degli stipendi. Magistrati i più pagati, ultimi i professori

Il Giornale del 2 agosto 2017

Il congelamento dei salari degli statali, unito al blocco delle assunzioni, ha fruttato alla casse pubbliche 12,6 miliardi di euro in sei anni. A quantificare il risparmio è la Ragioneria generale dello Stato. La massima autorità sui conti ha così rilevato una progressiva discesa della retribuzione media nella P.A, che solo nell’ultimo anno ha subito un taglio di 209 euro. Insomma la spending review, almeno sul pubblico impiego, sembra avere centrato i suoi obiettivi. La stretta sul costo del lavoro tra i travet, dati aggiornati al 2015 alla mano, c’è stata e ha anche comportato una riduzione del personale.

I magistrati sono i più pagati, i professori quelli che percepiscono gli stipendi più bassi. Ma a passarsela poco bene sono in molti, tra cui spiccano anche i vigili del fuoco.

Riscatto gratuito della laurea. Una misura buona o la solita presa in giro che avvantaggerà i redditi più alti? Opinioni a confronto

Corriere della Sera del 1 agosto 2017

Il governo sta studiando come far diventare legge il riscatto gratuito della laurea ai fini pensionistici. La proposta, che sembra un’idea grillina, è in realtà nata tra i Giovani democratici (l’organizzazione giovanile del Pd), si è diffusa sui social network con l’hashtag #Riscattalaurea ed è poi stata raccolta dal sottosegretario all’Economia dem Pier Paolo Baretta. Il riscatto della laurea permette di valorizzare ai fini pensionistici il periodo del proprio corso di studi, attraverso il versamento volontario dei contributi da parte del lavoratore per un numero di anni pari agli anni del corso di laurea frequentato (eccetto i periodi fuori corso). Questo istituto consente quindi a chi è laureato di conteggiare ai fini previdenziali gli anni dell’università come se avesse lavorato e versati i rispettivi contributi, e di conseguenza permette da un lato di andare in pensione in anticipo e dall’altro di ricevere un assegno più generoso.

Repubblica del 2 agosto 2017

Come si può facilmente comprendere, e come ben sa chiunque abbia provato a riscattare gli anni universitari, si tratta di una misura costosa: in base al reddito (e di conseguenza ai contributi corrispettivi) dai 30 mila ai 60 mila euro. Secondo la proposta allo studio del governo questa somma dovrebbe essere a carico dello stato per agevolare i giovani che hanno, rispetto ai propri genitori, una vita lavorativa più lunga e discontinua e pensioni più basse: “Siccome studiare e laurearsi è prezioso anche per la nostra economia – ha dichiarato Baretta – è giusto che lo stato investa sul futuro dei giovani e si assuma l’onere dei contributi figurativi degli anni di studio”. Ma questa misura aiuta i giovani? Serve a investire sul futuro? Ed è una misura equa?