Regione, la giunta riscrive la mappa del personale: spazio per i precari regionali

Giornale di Sicilia del 19 settembre 2017

Una riunione di giunta andata avanti fino a notte ha portato in dote la riscrittura della mappa del personale della Regione. Mossa che serviva al governo per far spazio ad almeno 598 precari da stabilizzare.

Il presidente ha fatto approvare un documento con cui fotografa la reale situazione del personale regionale: al termine del primo biennio di prepensionamenti i dirigenti che hanno lasciato l’incarico sono stati 148 e così il numero totale è sceso da 1.559 a 1.411. Secondo la legge, ricorda il documento approvato, nessuno dei dirigenti prepensionati andrà sostituito e la pianta organica in questo settore è stata di conseguenza abbassata a 1.411 unità. Molto diverso il caso del personale non dirigente. Secondo il documento approvato sono già 567 i regionali che hanno lasciato gli uffici e il 40% di questi può essere sostituito.

La pianta organica, che fino a ieri contava 13.336 unità è cosi stata ridefinita in 13.110 persone. Il totale dei posti disponibili alla Regione è quindi in questa fase di 14.521 e di questi almeno un paio di centinaia sono vacanti. E poiché il piano prepensionamenti si completerà alla fine del 2018 è probabile che questa dote cresca. Da qui verranno ricavati i posti per stabilizzare gli ultimi precari rimasti in servizio per lo più alla Protezione Civile e agli assessorati Territorio e Rifiuti. Le procedure per avviare le stabilizzazioni, secondo modalità che sarà il dipartimento Personale a individuare, sono state così avviate.

Riunione Aran per “aggiustare” accordo Famp 2017 rinviata al 25 settembre

Su richiesta di CGIL, CISL e UIL la riunione sindacale convocata dall’Aran Sicilia per ieri 19 settembre ore 15 per apportare modifiche all’accordo Famp 2017 (non sottoscritto dal Cobas/Codir) dopo i rilievi Ragioneria,  è stata rinviata a lunedì 25 settembre ore 15.

Nel frattempo sono pervenute ulteriori richieste di estrapolazione a monte da parte del Dipartimento delle Attività Produttive, del Dipartimento Lavoro, del Dipartimento Infrastrutture, Mobilità e Trasporti e del Fondo Pensioni.

 

L’infornata da 500mila statali. Un insulto a chi paga le tasse

Il Giornale del 17 settembre 2017

Dopo che nei giorni scorsi il debito pubblico ha raggiunto un nuovo record (2.299,968 miliardi di euro a luglio, secondo le rilevazioni della Banca d’Italia), lascia davvero più che perplessi l’intenzione del governo di realizzare una mega-programmazione al fine di assumere, in soli quattro anni, quasi 500 mila nuovi dipendenti pubblici.

Quanto è stato affermato dal sottosegretario alla Pubblica amministrazione, Angelo Rughetti, dovrebbe allora spingere gli italiani a protestare con forza. Un Paese che sta giorno dopo giorno declinando per colpa di uno statalismo che assorbe una quantità crescente di risorse non può, sulla base di calcoli elettorali o di altro tipo, accettare senza reagire che, per giunta in tempi tanto ristretti, un esercito così massiccio di funzionari si aggiunga a quelli già esistenti.

In pensione il 20% degli statali: maxi-staffetta generazionale nella Pa

Il Sole 24 Ore del 17 settembre 2017

Secondo i calcoli della Funzione pubblica, riassunti dal sottosegretario di Palazzo Vidoni Angelo Rughetti, in quattro anni andranno in pensione 500mila dipendenti pubblici. Con le uscite per altre cause, dalle dimissioni ai passaggi al privato (25mila all’anno in media), il conto potrebbe salire fino almeno a 600mila “abbandoni”. In pratica, su un organico che dopo anni di dieta conta poco più di tre milioni di dipendenti (3.015mila secondo l’ultimo censimento del Tesoro), a imboccare l’uscita sarebbe il 20% del personale. «È un’occasione straordinaria per far entrare i giovani – riassume Rughetti – e la legge di bilancio può essere uno strumento per coglierla».