Manovra economica. Sì agli aumenti di 85 euro agli statali

Giornale di Sicilia del 17 ottobre 2017

Aumenti da 85 euro agli statali. Dopo otto anni di blocco il Governo riavvia la contrattazione nel pubblico impiego. La manovra stanzia la terza e ultima tranche di risorse da destinare agli statali. La cifra si aggira intorno a 1,7 miliardi e si somma ai finanziamenti precedenti. In tutto gli incrementi stipendiali per gli oltre 3 milioni di dipendenti pubblici varranno circa 5 miliardi.

L’aumento medio mensile è di 85 euro. La ministra Madia parla di «impegno mantenuto» visto che l’aumento era stato definito insieme con i sindacati, nell’accordo del 30 novembre scorso.

Lo scatto non dovrebbe comportare la perdita del bonus 80 euro per coloro che hanno redditi tra i 23 e i 26 mila euro annui, quindi a rischio di superare la soglia per il riconoscimento del beneficio. Madia ha infatti sempre assicurato che le fasce più deboli saranno tutelate.

Dal 2019 in pensione a 67 anni

Repubblica del 17 ottobre 2017

Gentiloni sulla questione non lascia spazio all’interpretazione:

«C’è una legge in vigore e la rispetteremo»

Ciò significa che dal 2019 in pensione per vecchiaia si andrà a 67 anni, mentre invece per la pensione anticipata ci vorranno 42-43 anni di contributi, aggiungendo anche che, visto che l’aspettativa di vita si è allungata di 5 mesi, di altrettanto dovrà essere allungato il tempo per l’uscita dal lavoro.

Chi se ne frega se Micari perde? Crocetta volerà alla Camera

Il Fatto Quotidiano del 17 ottobre 2017

(di Andrea Scanzi)

Cogliendo da fior fiore e scozzando il mazzo giusto un po’, prima o poi esce la carta di Rosario Crocetta. Sessantasei anni, nato a Gela. Secondo presidente di regione dichiaratamente omosessuale dopo Nichi Vendola, cui somiglia per la capacità di generare belle aspettative. In larga parte disattese.

IL 5 NOVEMBRE ci saranno le elezioni in Sicilia. Se i siciliani vorranno cambiare, si spera e crede in meglio, potranno scegliere tra Giancarlo Cancelleri e Claudio Fava.

Se vorranno che nulla cambi, si crede e teme in peggio, l’ardito Nello Musumeci vive e lotta in mezzo a noi. A oggi è il favorito.

Se preferiranno che tutto cambi perché nulla cambi, c’è quello di sempre: Matteo Renzi. In Sicilia,con poche speranze di vittoria e quindi pronto a dar la colpa a tutti tranne che a se stesso, Renzi si è presentato sotto le mentite spoglie di Fabrizio Micari.