Motivare e non frustrare i dipendenti pubblici

Repubblica Affari e Finanza del 27 novembre 2017

I dipendenti pubblici non sono troppi a fronte delle esigenze di una economia evoluta e competitiva, ma sono portatori di culture obsolete, mal distribuiti sul territorio, agiscono dentro schemi procedurali dominati dalla forma. Tra l’alta dirigenza, i dirigenti di prima fascia e il resto della macchina amministrativa c’è un vuoto di comunicazione, di redditi e di obiettivi professionali che ha minato il senso di appartenenza professionale che deve costituire la spinta sana di ogni organizzazione collettiva. La macchina amministrativa è invecchiata e nei quadri intermedi, collante dell’azione pubblica, spesso c’è solo rassegnazione e attesa della pensione. La dirigenza si è trasformata in un braccio servente di procedure giuri diche minute e fissate in leggi numerose, inutili e piene di affermazioni retoriche sulla trasparenza e la premialità. Essa stessa è espressione di una cultura giuridico amministrativa, priva di competenze tecniche idonee a proporre un progetto esecutivo o una soluzione specifica a un problema complesso: tutto ciò che è complesso viene esternalizzato.

La Lega in Sicilia passa all’opposizione. Il centrodestra vince le elezioni poi esplode

Il centrodestra vince le elezioni e poi si spacca. Forza Italia e Fratelli d’Italia “al governo”, la Lega Nord “all’opposizione”. Fantapolitica? No, tutto vero, nel magico e un po’ pazzo mondo siciliano. Noi con Salvini si era presentato in lista unica con FdI, a sostegno del governatore eletto Nello Musumeci, raggiungendo insieme il 5,6 per cento. Nessun salviniano però è stato inserito nella giunta, mentre Giorgia Meloni ha ottenuto un suo uomo nella squadra del presidente della regione. Risultato: l’unico deputato regionale salviniano, Tony Rizzotto, passerà all’opposizione.

Baccei: «I debiti? Sono gli stessi di cinque anni fa»

Giornale di Sicilia del 28 novembre 2017

«La Regione non è in disavanzo e non rischia il default»: Alessandro Baccei rompe il silenzio e da Roma, dove è rientrato dopo i tre anni nella giunta Crocetta, mette sul tavolo il «suo» bilancio. Sia Musumeci che l’assessore in pectore all’Economia, Gaetano Armao, hanno parlato di un rischio default, di maxi indebitamento e di un buco da 500 milioni. Ma Baccei non ci sta: «Ricomincia l’odioso balletto dei numeri e l’invocare lo spettro di un default che, fortunatamente, mai è stato così lontano. L’indebitamento è praticamente quello ereditato nel 2012 dal governo Lombardo: 8 miliardi erano e 8 miliardi sono ora.

Intervista a Nello Musumeci. Mi preoccupano i conti, non gli assessori

Gazzetta del Sud del 27 novembre 2017

II governatore siciliano Nello Musumeci più che ai suoi assessori in questi giorni pensa alle cifre inquietanti che ha trovato nelle tasche economiche della Sicilia da quando si è insediato, si parla per difetto di cinque miliardi di euro di deficit e cinquecento milioni di disavanzo. Alle dieci di sera ha finito da poco l’ennesima riunione con i suoi collaboratori parlando solo di cifre, e sbotta all’ennesima domanda “necessitata” sui nomi: «Mi creda, il toto assessori di questi giorni non mi interessa proprio.

L’allarme del presidente Musumeci. Conti in rosso, Sicilia a rischio default. Salti mortali per evitare di fallire

La Sicilia del 26 novembre 2017

Il presidente della Regione, Nello Musumeci, rilancia l’allarme sui conti della Regione, nonostante il governo uscente avesse rassicurato sulla riduzione del debito. «Abbiamo un deficit di quasi 5 miliardi – ha detto il governatore – e un disavanzo di 500 milioni. Speriamo di evitare il fallimento, ma è questo quello che abbiamo trovato. Speriamo di evitare il fallimento della Regione, ma è questo quello che abbiamo trovato. Faremo i salti mortali insieme alla mia maggioranza per riuscirci». Rimane dunque da riportare in vita una linea di chiarezza sostanziale tra gli impegni assunti con i precari dell’esecutivo di fine mandato, altra occasione in cui si è trovato il modo per ipotizzarne la stabilizzazione: «Non ci sono problemi di liquidità», era stato il perentorio ritornello, e l’attuale quadro delle casse della Regione sottoposto a verifica.

Il governo uscente aveva detto

La Sicilia del 26 novembre 2017

«In questi anni – aveva detto il presidente Crocetta qualche settimana fa – abbiamo fatto uno straordinario lavoro di risanamento, portando un bilancio che nel 2016 presentava un disavanzo di meno 2 miliardi di euro e oltre 2 miliardi e 700 milioni di euro di debiti non pagati, in una situazione in cui negli ultimi tre anni si è avuto oltre 1 miliardo di avanzo, dopo aver pagato i fornitori. Abbiamo salvato la Sicilia».

Precari, via libera da Roma: in 600 pronti ad entrare alla Regione

Giornale di Sicilia del 26 novembre 2017

I quasi 600 precari dell’amministrazione regionale potrebbero essere tra i primi a essere stabilizzati. E via via potrebbe toccare agli altri contrattisti degli enti locali che in Sicilia complessivamente sono circa ventimila.

«II dipartimento regionale del Personale è già pronto» spiega il dirigente generale Luciana Giammanco che sottolinea: «Abbiamo effettuato il censimento richiesto sul personale e sono 598 i dipendenti regionali con contratti a tempo determinato da stabilizzare, la maggior parte dei quali assunti con concorso e quindi, in base alla circolare appena firmata dal governo nazionale, immediatamente da stabilizzare». Naturalmente occorrerà aspettare l’insediamento del nuovo assessore e l’approvazione del bilancio regionale per l’individuazione definitiva dei fondi, spiega Giammanco.

Superamento del precariato nella PA. La ministra Madia firma la circolare applicativa

Scarica la circolare

La ministra Marianna Madia ha firmato la circolare applicativa di quanto previsto dal decreto legislativo 75/2017 (Testo Unico del pubblico impiego) in materia di lavoro flessibile nelle pubbliche amministrazioni. Dal 1 gennaio 2018 le amministrazioni pubbliche avranno la possibilità di procedere al proprio piano straordinario di assunzioni per il superamento del precariato nella PA.

Circolare n. 3 del 2017 (pdf)

Da gennaio ritornano gli stipendi d’oro per i dipendenti dell’Ars

Giornale di Sicilia del 25 gennaio 2017

Per introdurre quei tagli era stata portata avanti una estenuante trattativa durata quasi un anno. Ma in pochi, fuori dall’Ars, si erano accorti che sarebbero rimasti in vigore per appena due anni. Dal prossimo mese di gennaio i dipendenti del Parlamento siciliano torneranno ai maxi stipendi bloccati a fine 2014. Nel provvedimento con cui le buste paga erano state tagliate era stata infatti introdotta una data di scadenza, appunto il 31 dicembre.