L’Italia è in ripresa? Come mai aumenta la produzione ma non le retribuzioni?

ItaliaOggi del 16 novembre 2017

«Se, come dicono, la ripresa è ormai diffusa in ogni paese europeo, come mai viene contraddetto un principio base della teoria economica secondo il quale a un aumento del pil e a una riduzione delle capacità produttive inutilizzate non segue, in automatico, un aumento dei salari?»

L’amico banchiere svizzero, dall’alto della sua esperienza, mi spiega che la frattura fra crescita e dinamica salariale è stata causata dai cambiamenti strutturali avvenuti nel mercato del lavoro in ogni paese. Poi, dice, la mitica flessibilità di cui questi pseudo economisti si riempiono la bocca ha favorito l’esplosione del precariato e del lavoro temporaneo.

Gli economisti procedono a tentoni, sperando nella buona sorte, perché si rifiutano, per miserabili motivi ideologici di bottega, di riconoscere che la stagnazione dei salari è il frutto di sciagurate politiche di liberalizzazione del mercato del lavoro invocate da loro stessi e soprattutto dalla globalizzazione selvaggia che ci hanno imposto (strumentale dare la colpa all’automazione, come spesso fanno, di colpe che sono solo della globalizzazione).