Motivare e non frustrare i dipendenti pubblici
I dipendenti pubblici non sono troppi a fronte delle esigenze di una economia evoluta e competitiva, ma sono portatori di culture obsolete, mal distribuiti sul territorio, agiscono dentro schemi procedurali dominati dalla forma. Tra l’alta dirigenza, i dirigenti di prima fascia e il resto della macchina amministrativa c’è un vuoto di comunicazione, di redditi e di obiettivi professionali che ha minato il senso di appartenenza professionale che deve costituire la spinta sana di ogni organizzazione collettiva. La macchina amministrativa è invecchiata e nei quadri intermedi, collante dell’azione pubblica, spesso c’è solo rassegnazione e attesa della pensione. La dirigenza si è trasformata in un braccio servente di procedure giuri diche minute e fissate in leggi numerose, inutili e piene di affermazioni retoriche sulla trasparenza e la premialità. Essa stessa è espressione di una cultura giuridico amministrativa, priva di competenze tecniche idonee a proporre un progetto esecutivo o una soluzione specifica a un problema complesso: tutto ciò che è complesso viene esternalizzato.