Contratto statali. Salta la regola anti-premi a pioggia: tutti i compiti alla concertazione

Il Sole 24 Ore del 27 dicembre 2017

Toccherà ai contratti integrativi garantire che in ogni ufficio il premio individuale per la produttività vada davvero a «una limitata quota massima di personale valutato», senza essere distribuito a tutti secondo la paradossale, ma abituale, eccellenza generalizzata. E a stabilire i «criteri generali dei sistemi di valutazione delle performance» dovrà essere il meccanismo del «confronto», un istituto nuovo nel nome ma molto simile nella pratica alla vecchia concertazione fra amministrazioni e sindacati.

Contratto statali. I sindacati di base bocciano l’accordo. Ecco i motivi

Fonte: estratto dell’articolo pubblicato su Pop Hoff Quotidiano

«Un risultato storico. Un contratto che da più diritti e archivia la legge Brunetta». Incredibile a dirlo ma queste sono le dichiarazioni della segretaria generale della Fp Cgil, Serena Sorrentino, dichiarazioni riportate dai siti di alcuni dei giornali nazionali e che stridono con quanto scritto nella bozza di contratto da giorni pubblicata sul sito del Sindacato generale di base. Al contrario, cgil cisl uil quella bozza l’hanno tenuta nascosta senza mai discuterla con delegati rsu e con i lavoratori e le lavoratrici delle funzioni centrali.

Di uguale tenore sono le dichiarazioni della Cisl, per loro il “fine è quello di dare un giusto riconoscimento, nell’interesse dei cittadini e del Paese, alle tante professionalità a disposizione del sistema nazionale dei servizi pubblici”, per loro nessun dubbio: il contratto restituisce certezze e una non meglio definita normalità nelle relazioni sindacali.

Al di là delle dichiarazioni dell’apparato di cgil cisl uil,  il contratto non archivia la Brunetta, anzi a leggere la bozza è vero piuttosto l’esatto contrario, bozza che prevede alla voce “criteri per la definizione del premio aziendale” quote significative della produttività (con tanto di percentuale) erogate solo a una minoranza di personale. Siamo in presenza allora a una ridefinizione soft della Brunetta “superandola” ma nei fatti lasciandone in vita l’impianto complessivo. Non ci saranno più  le fasce dentro cui rinchiudere la erogazione della produttività dei dipendenti ma viene comunque sancito il concetto che una minoranza avrà diritto a quote maggiori della produttività di tutti\e, nella sostanza la cultura meritocratica e divisoria della Brunetta viene fatta propria da Cgil cisl uil, addomesticata ma accettata.

Dopo 9 anni di blocco contrattuale non c’è alcun recupero del  potere di acquisto e di quello contrattuale.

cgil cisl uil rivendicano tre risultati raggiunti, ossia maggiore salario, più diritti e il rafforzamento del potere contrattuale ma nessuno dei tre obiettivi prima menzionati è stato raggiunto.

Proviamo allora a confutare i tre punti

Maggiore salario?

No. Questi aumenti, risultato di un impegno assunto con accordo un anno fa, sono aumenti irrisori e stabiliti a tavolino secondo la disponibilità del Governo e soprattutto in linea con i dettami della austerità alle cui regole la Pubblica amministrazione è stata piegata. Da una analisi del sindacato SGB (Sindacato Generale di Base) si evince che la perdita salariale annua nel PI è stata di1000 euro all’anno, non saranno allora le cifre erogate a farci recuperare potere di acquisto.

Maggiori diritti?

No, anche sul fronte tutele e diritti dei significativi passaggi indietro, i diritti diminuiscono perché lavoratrici e lavoratori si fanno carico di quanto dovrebbe dovrebbe essere pacifico riconoscere in uno stato di diritto, al contrario insomma delle ferie solidali già sperimentate nel privato. Si barattano diritti inalienabili con misure di welfare aziendale, di previdenza e sanità integrativa, un modello contrattuale a perdere che ormai riguarda indistintamente privato e pubblico.

Cedere le ferie al collega malato non è solo un atto di solidarietà ma il risultato dello smantellamento di tutele individuali e collettive che le normative dovrebbero prevedere in molti casi e che invece sono state soppresse scaricando su di noi l’onere di una solidarietà che stato e padroni non vogliono più avere.

E poi con gli orari multiperiodali, la flessibilità spinta alle estreme conseguenze, si portano solo vantaggi al datore di lavoro che potrà decidere i nostri  tempi di lavoro e di vita  risparmiando perfino sugli straordinari. Non è certo una vittoria avere conservato l’orario settimanale di 36 ore quando aumentano i carichi di lavoro e le mansioni esigibili.

Dietro i comunicati sindacali si nasconde un’altra realtà, ossia  avere ceduto su tutto, dagli orari flessibili ai multiperiodali fino a piegare i tempi di vita alle esigenze aziendali, arretramento nella normativa che disciplina permessi e malattia, inaspriti i codici disciplinari. La filosofia padronale si è definitivamente impossessata del contratto degli statali e prossimamente analogo discorso varrà per gli altri comparti pubblici.

Maggiore contrattazione?

Le materie più importanti restano solo oggetto di sola informazione, ordinamenti professionali riscritti per aumentare le mansioni esigibili e a costo zero. E poi? Si rimanda alla contrattazione di secondo livello su alcune materie nell’ottica di strappare alle Rsu, con il ricatto del salario accessorio, accordi a perdere., la contrattazione di secondo livello si presta del resto a stravolgere anche i contratti nazionali, belli o brutti che siano. L’obiettivo, raggiunto, del Governo con la complicità di Cgil Cisl Uil, era quello di costruire relazioni sindacali dove prevalga solo il punto di vista e gli interessi dei datori di lavoro. Un obiettivo raggiunto in molti altri comparti, metalmeccanici o igiene ambientale, e ora nel pubblico.

Sicilia – Via libera in Giunta all’esercizio provvisorio: garantiti i fondi a precari e forestali. Entro Capodanno maxi rotazione dei dirigenti

Giornale di Sicilia del 24 dicembre 2017

II bilancio e la Finanziaria sono stati ufficialmente rinviati ad aprile. Il governo Musumeci ha deciso di prendersi tre mesi di tempo per turare le falle e mettere ordine nei conti, iniziando subito dal ritiro del Documento di economia e finanza che era stato approvato dal governo Crocetta.

Intanto si parte subito con tre mesi di esercizio provvisorio. Si tratta della norma che permette di non bloccare la spesa, seppure parcellizzandola mese per mese, malgrado la mancata approvazione del bilancio. La scelta di varare un termine così lungo (inizialmente si era parlato di due mesi) conferma i timori sulla situazione finanziaria della Regione.

Proprio ieri erano filtrate indiscrezioni su nuovi buchi di bilancio (che potrebbero valere almeno 300 milioni) tali da non permettere, tra l’altro, lo sblocco dei concorsi annunciato dal governo Crocetta quando furono varati i prepensionamenti negli assessorati. L’approvazione dell’esercizio provvisorio è arrivata al termine di una riunione fiume della giunta, iniziata alle 11 e andata avanti fino alle 16. Ora tocca all’Ars: il Parlamento dovrà approvare entro fine anno questa leggina, altrimenti la spesa si bloccherà ugualmente.

Con questo viatico Musumeci ieri ha anticipato che entro Capodanno varerà anche la maxi rotazione dei dirigenti degli assessorati.

Statali. Firmato il nuovo contratto. Addio premi a pioggia. Ai migliori più soldi in busta paga

La Stampa del 24 dicembre 2017

Il contratto firmato l’altra notte riguarda per ora i 250mila statali, ma si allargherà lentamente a più di tre milioni di persone, dai Comuni agli ospedali. L’aumento vale fra i 63 e i 117 euro al mese, 85 in media: tutto dipenderà da anzianità e settore di appartenenza. Il testo approvato (96 articoli, 129 pagine), contiene norme per regolare ogni cosa della vita di uno statale.

Il nuovo contratto prevede un «bonus eccellenza» individuale fino al 30 per cento superiore a quanto concesso agli altri.

Laddove ci siano le risorse, le amministrazioni potranno concedere ulteriori vantaggi con il contratto di secondo livello, che si tratti di polizze sanitarie o convenzioni. I contratti a tempo determinato non potranno superare un quinto dei dipendenti e i quattro anni, anche se dopo il terzo la proroga può essere concessa in «casi eccezionali».

È vietato ricevere regali di valore superiore ai 150 euro, così come è prevista la sospensione fino a sei mesi in caso di molestie a un collega o una collega. Il nuovo contratto promette più flessibilità: si potranno spacchettare i permessi per motivi familiari (oggi è possibile usufruirne solo per l’intera giornata fino a un massimo di tre), e si potranno cedere giorni di ferie a chi le ha terminate. Le coppie omosessuali avranno gli stessi diritti di quelle eterosessuali: le regole sui congedi varranno per gli sposati così come per le persone unite civilmente.

Assenze sospette in coincidenza di ponti, week-end o in momenti particolarmente delicati. Dopo il terzo episodio non giustificato l’amministrazione potrà licenziare.

Niente cambia, invece, per la pausa pranzo. Resterà di almeno 30 minuti, come adesso. E non scenderà ad almeno 10 minuti, ipotesi che pure era stata presa in considerazione al tavolo della trattativa.

Regione, dossier sui conti. Buchi per 300 milioni. Nessuna risorsa per nuovi concorsi. «Assunzioni impossibili»

Giornale di Sicilia del 23 dicembre 2017

La relazione è ancora top secret ma di certo conterrà un lungo elenco di buchi di bilancio a cui far fronte subito e una serie di pesanti critiche sulla gestione della spesa della Regione, tali da suggerire, per esempio, di rinunciare alla ventilata riapertura dei concorsi. Ecco cosa hanno trovato gli esperti nominati dall’assessore Gaetano Armao nel bilancio regionale. Buchi per almeno 300 milioni Oggi l’assessore all’Economia illustrerà al presidente della Regione, nella giunta convocata in mattinata, la relazione finale del pool di esperti.

I commercialisti e i professori universitari che hanno spulciato fra le pieghe del bilancio hanno evidenziato nella relazione che «non ci sono le condizioni per procedere a incrementi del personale». Il bilancio non reggerebbe nuove assunzioni, peraltro ventilate dal vecchio governo che prevedeva la riapertura dei concorsi al termine della fase di prepensionamenti che sta mandando in quiescenza anticipate circa 5 mila regionali. Tuttavia – è l’analisi degli esperti – il personale in pensione viene comunque pagato dalla Regione.

Viaggio fra i salari dei siciliani. Un commesso Ars guadagna come un primario

Repubblica del 23 dicembre 2017

«La fine del marxismo», come dice Gianfranco Micciché, dal primo gennaio porterà Palazzo dei Normanni «ai fasti di un tempo». Dal primo gennaio l’eliminazione del tetto agli stipendi farà tornare un commesso con una buona anzianità di servizio a guadagnare quasi quanto un primario d’ospedale in Sicilia, e un consigliere parlamentare guadagnare oltre dieci volte un operaio edile dell’Isola. Micciché, travolto dalle polemiche e con i 5 stelle che assicurano «battaglia» per bloccare l’aumento degli emolumenti nel Palazzo dorato, mette le mani avanti: «II limite decade al Senato e quindi noi dobbiamo adeguarci», dicono dalla presidenza dell’Assemblea sottolineando come «ne Pietro Grasso ne Laura Boldrini» hanno previsto azioni per evitare lo stop al tetto a Palazzo Madama e a Montecitorio.

Regione. Esercizio provvisorio di tre mesi per non bloccare la spesa

Il Bilancio e la Finanziaria sono stati ufficialmente rinviati ad aprile. Nel pomeriggio la giunta ha approvato l’esercizio provvisorio per tre mesi.

Si tratta della norma che permette di non bloccare la spesa, seppure parcellizzandola mese per mese, malgrado la mancata approvazione del bilancio. La scelta di varare un termine così lungo (inizialmente si era parlato di due mesi) conferma i timori sulla situazione finanziaria della Regione.