Trattamento di fine servizio. Approvata norma che adegua i tempi di erogazione agli statali – AGGIORNAMENTO

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In attesa della pubblicazione definitiva della finanziaria, ho avuto modo di studiare meglio la questione relativa all’erogazione del tfs/tfr.

Le cose dovrebbero stare in questi termini.

Il comma 4 dell’art. 28 della finanziaria 2018 va a sostituire interamente il comma 8 dell’art. 52 della L.r. 9/15 che, a sua volta, era stato sostituito dal comma 8 dell’art. 1 della L.r. 12/15 (vedi tabella in alto).

Per effetto dei riferimenti alla normativa statale contenuti nell’art. 52 comma 8 come sostituito dal comma 4 dell’art. 28 della finanziaria 2018 (vedi tabelle in basso) l’erogazione del tfs/tfr dovrebbe  avvenire entro 24 mesi dal collocamento in quiescenza in caso di pensionamento con le quote.

L’erogazione dovrebbe avvenire invece entro 12 mesi dal collocamento in quiescenza  nei casi di cessazione dal servizio per raggiungimento dei limiti di età o di servizio previsti dagli ordinamenti di appartenenza o per collocamento a riposo d’ufficio a causa del raggiungimento dell’anzianità massima di servizio prevista dalle norme di legge o di regolamento applicabili nell’amministrazione.

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Comma 484 dell’art. 1 della legge 27 dicembre 2013, n. 147

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DECRETO-LEGGE 28 marzo 1997, n. 79

L’Ue boccia la Fornero: l’austerità crea problemi

A sorpresa il report di Bruxelles sulle pensioni dà ragione a chi vuole ammorbidire le riforme.

C’è l’allarme sulla sostenibilità del sistema pensionistico italiano ma arriva l’invito ad «affrontare gli effetti collaterali negativi delle riforme pensionistiche all’insegna dell’austerità».

Il rapporto critica le pensioni italiane perché costano tanto, ma non risolvono problemi di fondo, ad esempio il rischio pensioni inadeguate per i lavoratori precari, le lavoratrici e chi ha carriere discontinue.

Il rapporto osserva come «l’inasprimento estremamente rapido dei requisiti per la pensione» delle riforme adottate tra il 2009 e il 2011 hanno provocato un effetto «anziani dentro, giovani fuori», con «un milione di lavoratori anziani» tra i 50 e i 64 anni in più, e una contemporanea «riduzione di giovani lavoratori di 0,9 milioni» tra i 15 e i 34 anni, tra il 2008 e il 2013.