Sindacando - il Blog di Benedetto Mineo
Blog dei dipendenti della Regione Siciliana
Una riforma complessiva non è mai andata in porto, ma il ministero della Pubblica amministrazione prova comunque a incidere sui dirigenti degli uffici pubblici e dei ministeri. E lo fa cambiando il metodo di valutazione dei concorsi, o meglio rivedendo i punteggi massimi che possono essere accumulati dagli aspiranti capi grazie a lauree, dottorati, master, meriti di carriera, pubblicazioni scientifiche e abilitazioni professionali.
Tutti questi titoli “su carta” – stando al nuovo decreto in circolazione firmato da Marianna Madia – non possono valere più del 40% del voto finale. E, dunque, nella valutazione viene dato più spazio agli esami, in quanto le prove scritte e il colloquio orale conteranno almeno per il restante 60%. Attualmente non ci sono soglie e ogni amministrazione si regola a modo suo, ma nella prassi comune i titoli possono arrivare a rappresentare anche l’80-90% della valutazione.
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