Dirigenti pubblici, meno peso ​ai titoli nei nuovi concorsi

Il Messaggero del 23 aprile 2018

Una riforma complessiva non è mai andata in porto, ma il ministero della Pubblica amministrazione prova comunque a incidere sui dirigenti degli uffici pubblici e dei ministeri. E lo fa cambiando il metodo di valutazione dei concorsi, o meglio rivedendo i punteggi massimi che possono essere accumulati dagli aspiranti capi grazie a lauree, dottorati, master, meriti di carriera, pubblicazioni scientifiche e abilitazioni professionali.

Tutti questi titoli “su carta” – stando al nuovo decreto in circolazione firmato da Marianna Madia – non possono valere più del 40% del voto finale. E, dunque, nella valutazione viene dato più spazio agli esami, in quanto le prove scritte e il colloquio orale conteranno almeno per il restante 60%. Attualmente non ci sono soglie e ogni amministrazione si regola a modo suo, ma nella prassi comune i titoli possono arrivare a rappresentare anche l’80-90% della valutazione.

Diamo la parola alla piazza!

Palermo 14 maggio 2018

Il popolo dei regionali è ormai esasperato! Dopo le iniziali promesse, anche il governo Musumeci ha gettato la maschera! Ha varato in Finanziaria norme parziali sul personale (materia invece delegificata!) sapendo di essere a concreto rischio impugnativa da parte dello Stato, con l’effetto di scatenare una guerra tra poveri secondo la logica del “divide et impera”.

Dopo ben sei mesi di indifferenza dimostrata dall’esecutivo di Palazzo d’Orléans verso le note esigenze dell’Amministrazione si palesa quanto abbia realmente a cuore il necessario processo motivazionale del personale per favorire la modernizzazione della macchina burocratica nell’interesse primario dei cittadini siciliani.

A Palazzo dei Normanni, nei giorni scorsi, abbiamo assistito al solito teatrino della politica dove, insieme ad un nuovo assalto alla diligenza, sono state favorite norme ad personam o per parentele illustri e nuove immissioni di personale negli uffici, mortificando, ancora una volta, le sacrosante aspettative di tutti i dipendenti regionali, anche di quelli che avevano salutato questo nuovo Esecutivo come il Governo del cambiamento!

E che dire dell’atteggiamento dell’assessore alla Funzione Pubblica, Bernadette Grasso, che “rivela” sulla stampa gli accantonamenti di somme stanziate per i rinnovi contrattuali ben sapendo che, quelle stesse somme, non potranno essere utilizzate fintantoché non verranno emanate le direttive di governo che contemplino le richieste di riclassificazione avanzate dai sindacati autonomi e, sopratutto, non verranno nominati i vertici dell’ARAN Sicilia (ovvero un commissario straordinario o un commissario ad acta), ancora oggi vacanti e indispensabili per legge per avviare il tavolo trattante relativo ai rinnovi giuridici ed economici del comparto e della dirigenza. Manifestiamo tutti insieme contro queste provocazioni! Vogliamo subito il contratto e la riqualificazione del personale! senza dimenticare anche il vergognoso blocco del pagamento del saldo FAMP 2017 per delle astrusità burocratiche che vorrebbero sostanzialmente i dipendenti giudicati due volte per lo stesso lavoro!

In questo scenario desolante, COBAS-CODIR, SADIRS, SIAD e UGL, rappresentando la maggioranza assoluta dei lavoratori regionali: indicono un SIT-IN DI PROTESTA a PALERMO in piazza Indipendenza sotto Palazzo d’Orléans e, in contemporanea, a CATANIA in via Beato Bernardo n. 5 sotto la Segreteria della Presidenza della Regione Siciliana per esigere immediati provvedimenti risolutivi da parte del Governo. L’appuntamento per tutti è mercoledì, 30 maggio 2018 dalle ore 9,30

Pensione, quota 100 e 64 anni. Irpef al 15% fino a 80mila euro

Il Mattino del 13 maggio 2018

La flat tax, la riforma delle pensioni e il reddito di cittadinanza sono i capisaldi del contratto di programma tra la Lega e il Movimento Cinque Stelle.

Nel piano per l’abolizione della legge Fornero, uno dei punti del contratto su cui è avviata la trattativa tra Movimento Cinque Stelle e Lega, potrebbe essere recepita una sorta di «clausola di salvaguardia». L’impegno a non impegnare risorse per più di 5 miliari di euro l’anno. «Non abbiamo intenzione di far sballare i conti pubblici», spiega Alberto Brambilla, ex sottosegretario al lavoro, animatore di Itinerari previdenziale ed estensore per la Lega della proposta di superamento della Fornero. La proposta elaborata da Brambilla, e della quale si sta discutendo al tavolo, ha alcuni capisaldi. Primo: la possibilità di andare in pensione una volta raggiunta “quota 100” come somma di contributi tra età anagrafica e anni di contribuzione. Ma con una postilla, un’età minima di 64 anni. Significa che chi ha 63 anni e 37 di contributi non può lasciare il lavoro. Il secondo punto è il ritiro, a prescindere dall’età, con 41 anni e mezzo di contributi e a patto che non si abbiano più di due anni di contribuzione figurativa. Terzo punto, l’adeguamento automatico alla speranza di vita resta.

Fabbisogni di personale. Il Ministero della Funzione Pubblica ha pubblicato le linee guida per le PA

Scarica le linee di indirizzo

Con comunicato del 9 maggio 2018 il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione pubblica le linee di indirizzo per la predisposizione dei piani dei fabbisogni di personale da parte delle amministrazioni pubbliche e rende noti i punti più rilevanti delle linee guida rivolte alle PA predisposte dai Ministri Madia, Padoan e Lorenzin: superamento delle piante organiche e piani triennali per l’individuazione delle nuove competenze, in coerenza con il nuovo modello di performance, da parte delle amministrazioni pubbliche.

Le presenti linee di indirizzo sono volte ad orientare le amministrazioni pub­bliche nella predisposizione dei propri piani dei fabbisogni di personale, se­condo le previsioni degli articoli 6 e 6-ter del decreto legislativo n. 165/2001, come novellati dall’articolo 4 del decreto legislativo n. 75 del 2017.

I nuovi piani triennali intendono coniugare l’impiego ottimale delle risorse pubbliche e gli obiettivi di performance delle amministrazioni in un’ottica di efficienza, economicità e qualità dei servizi per i cittadini.

Il concetto di fabbisogno supera il criterio statico della pianta organica e implica un’analisi quantitativa e qualitativa delle necessità delle amministrazioni, puntando sulle professionalità emergenti e più innovative, in ragione dell’evoluzione tecnologica e organizzativa.

La Flat tax Lega-M5S premia i redditi 40-60mila euro

Repubblica del 12 maggio 2018

Due aliquote, e quattro scaglioni di fatto con il gioco delle deduzioni, sono tanti per una «Flat Tax» vera e propria, perché la tassa è davvero «piatta» se l’aliquota è unica. Ma il meccanismo in corso di elaborazione, in vista delle riunioni decisive di oggi sul «contratto di governo» fra Lega e Movimento 5 Stelle, prova a mettere insieme due esigenze politiche: il maxi-taglio fiscale con semplificazione del sistema che ha animato il programma economico del Carroccio, e la difesa della «progressività» posta come condizione dai Cinque Stelle.

L’intervista. «Pensioni, più forza al contributivo». L’anzianità ancora presente compromette l’equilibrio finanziario del sistema

Il Sole 24 Ore del 23 aprile 2018

Le regole di accesso alla pensione devono essere basate sull’età e non anche sull’anzianità lavorativa. Anziché restituire a quest’ultima gli spazi perduti con l’abolizione delle “quote”, occorre aggiustare la macchina contributiva modificandone ingranaggi importanti come i coefficienti di trasformazione, con i quali si stabilisce il valore delle pensioni anche in base alla speranza di vita dei beneficiari, l’indicizzazione, la reversibilità e l’invalidità. Lo spiega in quest’intervista al Sole 24 Ore Sandro Gronchi, uno dei massimi esperti italiani della materia. Economista a La Sapienza, Gronchi è stato consulente di molti governi, compreso il governo Dini nel 1995.

Def, Corte dei Conti: “Per recuperare risorse il fisco si è allontanato dai principi a cui deve ispirarsi. Serve equità”

La magistratura contabile chiede una “rivisitazione” del sistema. E avverte il prossimo governo che non sono consentiti “cedimenti o rallentamenti” nel percorso di risanamento dei conti, ma la spending review va orientata a una maggiore efficienza per evitare “un graduale spostamento della spesa verso quella a carico dei cittadini”.

Rinnovo contratto dei regionali. L’assessore. Ci sono “le risorse necessarie”

“Nella Legge di stabilità regionale, oggi pubblicata nella gazzetta ufficiale, come è noto sono state appostate le risorse necessarie per il rinnovo contrattuale del pubblico impiego regionale”. A dirlo è l’assessore regionale delle Autonomie locali e della Funzione pubblica, Bernadette Grasso. “Un diritto – continua Grasso – che per troppo tempo era stato disatteso e che viene finalmente riconosciuto.

LEGGE 8 maggio 2018, n. 8. Disposizioni programmatiche e correttive per l’anno 2018. Legge di stabilità regionale

Pubblicata nella Gurs di oggi 11 maggio la Legge di stabilità regionale (finanziaria 2018). Le note, che rendono più agevole la lettura del testo, saranno pubblicate successivamente.

Nel testo pubblicato in gazzetta ritroviamo nell’art. 22 tutte le norme sul personale di cui avevo dato ampiamente anticipazione:

  1. Riapertura dei termini fino al 31/12/2018 per presentare la domanda di prepensionamento per i dipendenti in possesso dei requisiti di cui al comma 5 dell’articolo 52 della legge regionale 7 maggio 2015, n. 9 e che maturano i requisiti entro il 31/12/2020 (art. 22 comma 3;
  2. Adeguamento dei tempi di erogazione del TFS agli impiegati civili dello Stato (art. 22 comma 4;
  3. Ripristino la modalità di fruizione dei permessi 104 a giorni (3 giorni al mese) e non più esclusivamente a ore (18 ore al mese) (art. 22 comma 6).

Inserite anche quelle norme che prevedono assunzioni e promozioni (art. 22 commi 14 e 15) (su cui mi astengo da ogni commento e che andranno al vaglio del Consiglio dei Ministri).

Fabbisogni. Niente assunzioni senza programmazione

Il Sole 24 Ore del 30 aprile 2018

Le Linee guida per la programmazione del fabbisogno del personale dettano vincoli esclusivamente per le amministrazioni statali.

Nell’adozione del programma del fabbisogno, in vista di una sua prossima standardizzazione, occorre tener conto della necessità di dar corso alla razionalizzazione nell’utilizzo del personale e negli assetti organizzativi dell’ente; va di conseguenza superata la logica per cui le assunzioni vengono effettuate per la copertura delle cessazioni e non sulla base dell’analisi delle priorità.

Il documento ricorda che la mancata adozione del piano del fabbisogno, così come il superamento dei tetti finanziari, determineranno il divieto di effettuare assunzioni di personale dal sessantesimo giorno successivo alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale delle Linee Guida; la stessa sanzione è prevista nel caso di mancata comunicazione della adozione del documento di programmazione.

Si deve infine sottolineare che il documento, riprendendo il dettato legislativo, spiega che già dal prossimo anno le amministrazioni dovranno trasmettere alla Funzione pubblica le informazioni sulle caratteristiche del personale in servizio e che, sulla base di queste informazioni, saranno indicate le assunzioni prioritarie che ogni ente dovrà effettuare.