La regione Sardegna bandisce concorsi interni per l’accesso alla categoria D

Dopo la contrattualizzazione dei primi 103 stabilizzandi a domanda, la Giunta regionale della regione Sardegna ha lanciato i concorsi interni con il bando per l’accesso alla categoria D. Seguiranno nei prossimi giorni i bandi relativi alle altre categorie. Sempre la prossima settimana verrà pubblicato, secondo quanto annunciato, il bando per il concorso riservato agli stabilizzandi dell’Amministrazione secondo quanto previsto dall’articolo 3 (lettera B, comma 2) della legge 37 approvata dal Consiglio regionale nel dicembre del 2016.

DISEGNO DI LEGGE N. 231/A. Disposizioni programmatiche e correttive per l’anno 2018. Legge di stabilità regionale – LEGGE APPROVATA IL 30 APRILE 2018 IN ATTESA DI PUBBLICAZIONE IN GAZZETTA

Per scaricare il testo approvato, clicca sopra l’immagine

Alcune delle misura inserite in finanziaria riguardanti il personale:

Riapertura fino al 31/12/2018 i termini per la domanda di prepensionamento ex comma 5 art. 52 della LR 9/2015 per tutti coloro che maturano i requisiti entro il 31/12/2020.

Adeguamento dei tempi di erogazione del TFS agli impiegati civili dello Stato.

Ripristino la modalità di fruizione dei permessi 104 a giorni (3 giorni al mese) e non più esclusivamente a ore (18 ore al mese).

I sindacati autonomi al governo “Subito il rinnovo dei contratti”

Avviare le trattative con i sindacati per la riclassificazione del personale regionale e per il rinnovo dei contratti. E’ quanto chiedono Cobas-Codir, Sadirs, Siad e Ugl in una nota inviata al presidente della Regione, agli assessori all’Economia e Funzione pubblica, Gaetano Armao e Bernardette Grasso. “Le risorse sono state stanziate”, dicono i sindacati autonomi.

Il governo regionale si dia una mossa e avvi subito le trattative per la riclassificazione di tutto il personale e il rinnovo dei contratti di lavoro economico e giuridico

Nel confermare lo stato di agitazione di tutto il personale già indetto dai sindacati autonomi il 30 aprile scorso, e preso atto degli stanziamenti ottenuti in bilancio per la copertura finanziaria, le scriventi Organizzazioni sindacali chiedono al presidente Nello Musumeci, all’assessore Bernadette Grasso e a tutta la giunta regionale di deliberare immediatamente le direttive all’Aran Sicilia per l’immediato avvio delle trattative con le organizzazioni sindacali finalizzate alla riclassificazione di tutto il personale regionale e ai rinnovi dei contratti di lavoro economici e giuridici scaduti da più di dieci anni. Inoltre, nelle more della ricostituzione del Consiglio dell’ARAN Sicilia si chiede l’immedita nomina di un commissario straordinario munito dei pieni poteri necessari o, nel caso, di un commissario ad acta.

In mancanza di atti concreti saremo costretti a passare alle necessarie forme di lotta sindacale che coinvolgano tutti i lavoratori regionali per il rispetto dei propri diritti e per l’affermazione di un’amministrazione regionale che possa essere rilanciata a partire dal livello motivazionale di tutto il personale.

Ancora bruciano ai lavoratori regionali le violazione delle Leggi Costituzionali perpetrate dall’ARS durante l’ultima legge di Stabilità, quali norme ad personam per categorie circoscritte di lavoratori (nonostante le materie sul personale siano materia delegificata dalla legge 10/2000 in poi) e altre norme selvagge fatte in aperta violazione degli articoli 3 e 97 della Costituzione che sicuramente cadranno sotto la scure dell’impugnativa della Presidenza del Consiglio dei Ministri; infatti si tratta di articoli di legge varati senza alcuna copertura finanziaria e in aperta violazione delle leggi che regolamentano la materia contrattuale che – come è noto – è stata ampiamente delegificata. L’unico risultato di questa farsa politica saranno le solite false aspettative alimentate nei confronti dei soggetti coinvolti (e loro stessi vittime di questa politica senza scrupoli) e un’altra occasione per i “giletti“ di turno di sputtanare la “buttanissima Sicilia” per le scorribande della politica che poi inesorabilmente ricadono sulle spalle di tutti i lavoratori regionali e dei cittadini siciliani.

COBAS-CODIR, SADIRS, SIAD e UGL, che rappresentano la maggioranza assoluta dei lavoratori regionali, quindi, nel confermare lo STATO DI AGITAZIONE DI TUTTO IL PERSONALE REGIONALE DEL COMPARTO E DELLA DIRIGENZA NONCHE’ DEGLI ENTI E SOCIETA’ PARTECIPATE CHE APPLICANO IL CCRL DEL COMPARTO REGIONE, AVVERTONO CHE IN ASSENZA DI IMMEDIATI ATTI CONCRETI da parte del Governo REGIONALE, PROCEDERANNO ALLA MOBILITAZIONE DEL PERSONALE PER L’ORGANIZZAZIONE DELLA PROTESTA.

Nuovo contratto, per i dirigenti pubblici aumenti da 250 euro

La Sicilia del 6 maggio 2018

Partirà mercoledì la trattativa all’Aran sul contratto dei dirigenti di ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici non economici, cioè del comparto delle «Funzioni centrali» che come sempre traccia la rotta anche per gli altri rami della Pubblica amministrazione.Sul piano economico, la partita vale un aumento medio a regime intorno ai 250 euro lordi al mese che corrisponde a quello medio di 85 euro di chi non è dirigente.

La Sicilia dei miracoli: assunti 16 mila precari

Il Fatto Quotidiano del 5 maggio 2018

Sono quasi 2900 destinati alla Resais, il carrozzone-parcheggio del lavoro in Sicilia che da 15 anni raccoglie le maestranze delle avventure fallimentari della Regione imprenditrice, e 13 mila da assumere nei Comuni dell’isola: la cambiale principe del voto di scambio (lavoro precario in cambio di consenso nell’urna) firmata in bianco da 30 anni dalla politica siciliana sui bilanci regionali oggi arriva al capolinea della stabilizzazione grazie a un emendamento alla Finanziaria approvato dall’aula che ha dato il via alla maxi-infornata di precari da stabilizzare a partire dal gennaio del 2019.

Stavolta il colpo di mano rischia però di risolversi in una maxi-illusione per decine di migliaia di aspiranti regionali, come ha fatto notare in aula il capogruppo dei grillini, Giancarlo Cancelleri, che ha definito la Resais un “bancomat per voti”: “Una società pubblica non potrà assumere persone senza un concorso e 11 governo non troverà un dirigente disposto a firmare le assunzioni: pochi giorni fa nelle Marche quelli che hanno dato il via a 776 assunzioni sono stati denunciati”.

Assunzioni nel pubblico. La qualità può arrivare solo da nuovi concorsi

Mi ha colpito questo articolo di Francesco Verbaro pubblicato sul Sole 24 Ore del 30 aprile scorso di cui riporto solo alcuni passaggi salienti ma che vi consiglio di leggere interamente.

Il Sole 24 Ore del 30 aprile 2018

–di Francesco Verbaro

Dopo un lungo confronto con Regioni ed enti locali, la Funzione pubblica ha elaborato il testo definitivo delle Linee guida sui nuovi concorsi pubblici e sulla pianificazione dei fabbisogni di personale.

Si tratta di linee di indirizzo che nel superare la dotazione organica pongono finalmente l’attenzione su aspetti qualitativi importanti come i profili professionali, storicamente sacrificati dalle amministrazioni sull’altare delle istanze sindacali o, peggio, del consociativismo politico clientelare.

Un’occasione, speriamo, per cambiare sostanzialmente la Pa già dal reclutamento, nell’ambito di una politica di investimento in capitale umano.

Più volte è stato denunciato che la Pa è un pessimo datore di lavoro. La cattiva performance si registra già dal reclutamento con rari concorsi, volti a verificare conoscenze formali, tardivi e lunghi. Negli ultimi anni ormai gran parte delle nuove assunzioni a tempo indeterminato è stata costituita da stabilizzazioni di personale precario. Ciò porta a selezionare non sempre i migliori, con il giusto spirito e l’adeguata motivazione. Assumere personale che per anni è stato “maltrattato” non porta a reclutare dipendenti motivati ed entusiasti, ma persone che con il datore di lavoro hanno avuto non di rado contenzioso. Il contrario di ogni sana regola di buon recruitment e di engagement.

Non solo, quindi, non attraiamo i migliori, ma li reclutiamo male e li demotiviamo subito con politiche retributive e di carriera disincentivanti.

Assunzioni nel pubblico impiego, arriva la riforma dei concorsi

Il Sole 24 Ore del 30 aprile 2018

Obbligo per le amministrazioni statali e invito a quelle regionali e locali a concorsi unici, ad aderire al portale nazionale e a formare albi dei componenti delle commissioni tra cui scegliere con sorteggio. Sono queste le scelte di maggiore rilievo contenute nelle Linee Guida sui concorsi che sono state predisposte dal ministro per la Semplificazione e la Pubblica amministrazione e che, avendo ottenuto il parere positivo della Conferenza Unificata, stanno per essere emanate dopo l’ultimo passaggio in Corte dei conti.

Occorre ricordare che non è definito se e quanto questo documento sia vincolante per le amministrazioni non statali. In ogni caso, tutte le Pubbliche amministrazioni devono adeguare i propri regolamenti, soprattutto per gli aspetti principali. In primo luogo, va rilevata la necessità di trovare un punto di incontro ragionevole tra i requisiti, la preferenza per procedure semplici anche automatizzate e la procedura concorsuale (esami, titoli, titoli ed esami, corso concorso o selezione per l’accertamento della professionalità richiesta).

Asu, precari, sportellisti. L’esercito dei “traditi” dalla Finanziaria ora aspetta di rientrare dalla finestra

La Sicilia del 5 maggio 2018

Il governo regionale e l’Ars hanno varato la complessa manovra finanziaria, ma sul campo restano molti scontenti. Dagli Asu ai lavoratori Rmi di Caltanissetta ed Enna, passando per gli ex sportellisti e gli ex dipendenti delle società partecipate della Regione liquidate o in fase di liquidazione, sono tante le categorie che si ritengono penalizzate e che sperano adesso di ottenere dal “collegato” alla manovra ciò che è rimasto fuori dal documento economico.

Trattamento di fine servizio. Approvata norma che adegua i tempi di erogazione agli statali – AGGIORNAMENTO

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In attesa della pubblicazione definitiva della finanziaria, ho avuto modo di studiare meglio la questione relativa all’erogazione del tfs/tfr.

Le cose dovrebbero stare in questi termini.

Il comma 4 dell’art. 28 della finanziaria 2018 va a sostituire interamente il comma 8 dell’art. 52 della L.r. 9/15 che, a sua volta, era stato sostituito dal comma 8 dell’art. 1 della L.r. 12/15 (vedi tabella in alto).

Per effetto dei riferimenti alla normativa statale contenuti nell’art. 52 comma 8 come sostituito dal comma 4 dell’art. 28 della finanziaria 2018 (vedi tabelle in basso) l’erogazione del tfs/tfr dovrebbe  avvenire entro 24 mesi dal collocamento in quiescenza in caso di pensionamento con le quote.

L’erogazione dovrebbe avvenire invece entro 12 mesi dal collocamento in quiescenza  nei casi di cessazione dal servizio per raggiungimento dei limiti di età o di servizio previsti dagli ordinamenti di appartenenza o per collocamento a riposo d’ufficio a causa del raggiungimento dell’anzianità massima di servizio prevista dalle norme di legge o di regolamento applicabili nell’amministrazione.

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Comma 484 dell’art. 1 della legge 27 dicembre 2013, n. 147

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DECRETO-LEGGE 28 marzo 1997, n. 79