Sistema di misurazione e valutazione della Performance (lettura consigliata)

Chi avesse la curiosità e volesse approfondire il contenuto della proposta presentata ieri dall’amministrazione sul “Sistema di misurazione e valutazione della Performance” può scaricare la proposta in cui troverà evidenziati in giallo alcuni punti salienti. La lettura della proposta renderà più chiari alcuni passaggi del comunicato sindacale di ieri.

Saldo FAMP 2017 e indennità di risultato in dirittura d’arrivo. Il presidente Musumeci ha firmato la relazione sulla performance

Palermo 9 agosto 2018
Ieri pomeriggio, nel corso della riunione convocata dall’assessore alla Funzione Pubblica per illustrare la proposta di “Sistema di misurazione e valutazione della Performance” (che recepisce i principi del decreto Madia – D.Lgs. 74/17), il dirigente della Struttura Tecnica di Supporto all’Organismo Indipendente di Valutazione, dott. Mauro Lo Tennero, ha comunicato che il presidente della Regione ha firmato la relazione sulla performance.
Al termine di tutte le procedure, l’Amministrazione potrà finalmente procedere all’erogazione del salario accessorio per il personale del comparto e per la dirigenza: la relazione dovrà adesso essere apprezzata dalla Giunta e poi dovrà essere validata dall’OIV. Ottimisticamente si può ipotizzare l’emissione dei mandati di pagamento entro settembre.
Sul tema della convocazione il cartello dei sindacati COBAS/CODIR, SADIRS, SIAD e l’UGL hanno manifestato parecchie perplessità sulla proposta dell’Amministrazione. Contestiamo una filosofia organizzativa eccessivamente autoreferenziale – a piramide – in cui: l’OIV valuta i dirigenti generali; i dirigenti generali valutano i dirigenti; il comparto viene valutato dalla dirigenza.
A nostro avviso, fino a oggi, la procedura di valutazione non ha funzionato e ciò sia per la valutazione della dirigenza (c’è sì il contraddittorio con il Dirigente Generale ma, difficilmente il dirigente riesce a cambiare la valutazione) ma soprattutto per la valutazione del personale del comparto.
Riteniamo che la valutazione di tutto il personale sia avvenuta mediante una compilazione scevra di opportuno contraddittorio, attraverso una scheda di valutazione assolutamente lasciata alla libera interpretazione e a rischio di arbitrarietà nel giudizio.
La proposta portata ieri dal governo prevede che in caso di disaccordo sulla valutazione, il lavoratore possa ricorrere alla Commissione Paritetica per il riesame della valutazione. Ma il ricorso alla Commissione paritetica, ex art. 107 del CCRL 2002-2005, rischia di rappresentare una sorta di palliativo. Nella maggior parte dei casi, infatti, i dirigenti generali non tengono compiutamente in considerazione la richiesta del lavoratore o dell’organizzazione sindacale (alcuni Dipartimenti non hanno neppure istituito la Commissione) e, in ogni caso, quanto previsto nella proposta (a pag. 19) appare essere in contrasto con il parere reso dall’Aran Sicilia per cui la Commissione Paritetica non potrebbe riesaminare e apportare variazioni ai punteggi valutati dai dirigenti.
Così il sistema di valutazione proposto non rispetterebbe il principio della terzietà, essendo sbilanciato a sfavore del personale; in merito bisogna anche ricordare che le novità introdotte dalla riforma Madia prevedono pure il licenziamento in caso di valutazione negativa per tre anni di seguito e che la valutazione positiva può costituire punteggio ai fini delle progressioni orizzontali e/o verticali.
Abbiamo, quindi, proposto di introdurre la valutazione a 360°, sistema “circolare” adottato in alcune amministrazioni sulla scorta di uno studio della Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione: si potrebbe prevedere che il comparto possa esprimere un giudizio nei confronti della dirigenza (valutazione di cui il dirigente generale dovrà tenere conto nella valutazione della dirigenza); altresì dovrebbe essere prevista la valutazione dei dirigenti generali da parte di tutta la dirigenza.
In ogni caso chiediamo che le procedure di valutazione siano inserite nel contesto dei rinnovi contrattuali.
La riunione è stata aggiornata a settembre con l’impegno dell’Amministrazione di presentare un documento che semplifichi le procedure e le ottimizzi per rendere accettabile il sistema proposto.

Approvazione disegno di legge: Abrogazione e modifiche di norme

Ieri l’Ars ha approvato la legge (già apprezzata in Giunta) che cancella o riscrive alcune norme impugnate dal Consiglio dei ministri. Tra le norme abrogate l’art. 22 comma 3 (che riapriva i termini per presentare istanza di prepensionamento) e comma 4 (che adeguava i termini di erogazione della buonuscita agli statali) della legge n. 8/18.

Saldo famp 2017. È quasi fatta….finalmente! Il Presidente della Regione ha firmato la relazione sulla performance

Ieri, nel corso della riunione convocata dall’assessore alla Funzione Pubblica per illustrare la proposta di “Sistema di misurazione e valutazione della Performance” che recepisce i principi del decreto Madia (D.Lgs. 74/17), il dirigente responsabile della Struttura Tecnica di Supporto all’Organismo Indipendente di Valutazione presente alla riunione, ha comunicato che il Presidente della Regione ha firmato la relazione sulla performance.

Starebbe, quindi, per concludersi il percorso che porterà all’erogazione del saldo famp 2017

Mancano, tuttavia, alcuni passaggi. La relazione dovrà essere apprezzata dalla Giunta e poi dovrà essere validata dall’OIV. Ottimisticamente si può ipotizzare l’emissione dei mandati di pagamento entro settembre.

Intervista a Giulia Bongiorno. «Assenteismo, colpiremo i dirigenti che tollerano»

Il Messaggero del 6 agosto 2018

L’ intervista Giulia Bongiorno `Il ministro della PA: «Niente sconti per i casi alla Reggia, chiederò gli atti ai Beni culturali» `«Non è possibile che chi ha la responsabilità non veda violazioni che durano anche anni» Il governo non farà sconti, sarà inflessibile nella battaglia contro l’ assenteismo, assicura Giulia Bongiorno, ministro della Pubblica amministrazione. Ministro, come commenta la vicenda di Caserta? «Intendo approfondire ogni profilo di quanto accaduto presso la Reggia di Caserta e chiederò gli atti al ministero competente. Su questa vicenda andrò fino in fondo.

In generale, è indispensabile che nella lotta all’assenteismo si vada avanti senza se e senza ma colpendo non solo i dipendenti che si assentano ma anche chi avrebbe dovuto controllare e non lo ha fatto.

Personale, così i nuovi «fabbisogni» cambiano la dotazione organica

Il Sole 24 Ore del 6 agosto 2018

“La pubblicazione delle linee guida sulla «Gazzetta» del 27 luglio fissa al 22 settembre il termine entro il quale chi non ha ancora programmato i fabbisogni deve provvedere per non vedersi bloccare le assunzioni di personale…

Le linee guida indicano con molta chiarezza che la dotazione organica oggi deve essere intesa essenzialmente come un tetto di spesa, e che all’interno del tetto le amministrazioni possono effettuare tutte le modifiche che ritengono necessarie. Modifiche che anzi lo stesso documento sollecita sia per dare attuazione alla necessità di stabilire un collegamento diretto con il piano delle performance e più in generale con la programmazione strategica dell’ente, sia per dare un contributo alla razionalizzazione della organizzazione interna, sia per introdurre i profili nuovi che l’evoluzione tecnologica, legislativa e organizzativa impone.
Appare operativamente utile che gli enti alleghino la dotazione organica, in particolare nel caso in cui sia modificata, al piano del fabbisogno del personale. Si deve infine sottolineare che né nel Dlgs 75/2017 né nelle linee guida sulla programmazione del fabbisogno c’è uno specifico vincolo che imponga alle amministrazioni regionali e locali di cancellare i posti vuoti in dotazione organica non compresi nella programmazione del fabbisogno.”

Ferie non godute, giro di vite sulla monetizzazione

Dalla Cassazione arriva una brutta notizia per gli stakanovisti della pubblica amministrazione: chi ha accumulato giorni di ferie non goduti sperando poi di monetizzarli quando va in pensione o si trasferisce da un ramo all’altro del pubblico impiego, non potrà chiedere facilmente un’indennità sostitutiva. È meglio dunque andare in vacanza.

Per passare all’incasso delle ferie non consumate, non è sufficiente – spiega la Suprema Corte – sostenere la semplice carenza di organico, ma servono documenti circostanziati che dimostrino “eccezionali e motivate esigenze di servizio o cause di forza maggiore” che hanno reso indispensabile la rinuncia alle vacanze, lontano dal lavoro.

Chi non firma il contratto fuori anche dall’informativa

ItaliaOggi del 31 luglio 2018

da ItaliaOggi

Il sindacato che non firma il contratto collettivo nazionale non può partecipare alla contrattazione integrativa e neppure agli incontri di informazione sindacale che si tengono presso il ministero dell’istruzione e le direzioni regionali. Lo ha fatto sapere il capo di gabinetto del ministro dell’istruzione, Giuseppe Chinè, con una nota inviata ai capi dipartimento e ai direttori regionali (21252 del 26 luglio scorso). Il provvedimento è stato emesso sulla base di un parere emesso dall’Aran il 19 luglio scorso (13927) su richiesta dello stesso gabinetto. Parere con il quale l’agenzia ha spiegato che «tenendo conto dei precedenti orientamenti e dei contratti collettivi nazionali di lavoro vigenti in tutti gli altri comparti» si legge nella nota «per tutti i modelli relazioni previsti ai vari livelli» vi è « coincidenza dei soggetti titolati ad essere ammessi alla contrattazione integrativa e agli istituti di partecipazione con le sole organizzazioni firmatarie, fatte salve le prerogative delle Rsu nei luoghi di lavoro». Dunque, secondo l’Aran e il ministero dell’istruzione, lo Snals-Confsal, non avendo firmato il contratto nazionale, non solo non ha titolo a partecipare alla contrattazione integrativa, come peraltro stabilito anche dal giudice del lavoro di Roma con il decreto 70407 del 17 luglio (si veda Italia Oggi di martedì scorso) ma non avrebbe titolo nemmeno a partecipare agli incontri di informazione.Sull’esclusione anche dall’informazione potrebbe nascere però un ulteriore contenzioso. Perché mentre per la preclusione dai tavoli della contrattazione integrativa vi è copertura legale, per l’informazione non vi è alcuna preclusione a livello legislativo. La cessazione del diritto a partecipare ai tavoli dove vengono pattuite le disposizioni di attuazione del contratto nazionale deriva, infatti, da due norme contenute nel decreto legislativo 165/2001. La prima è l’articolo 43, comma 5, che prevede che i soggetti e le procedure della contrattazione collettiva integrativa sono disciplinati dai contratti collettivi nazionali. E la seconda è l’articolo 40, comma 3, il quale dispone: «La contrattazione collettiva integrativa si svolge sulle materie, con i vincoli e nei limiti stabiliti dai contratti collettivi nazionali, tra i soggetti e con le procedure negoziali che questi ultimi prevedono». Norme che nulla dicono in materia di accesso all’informazione. Di qui la probabile contestazione dell’esclusione del sindacato anche dagli incontri di informazione sindacale.