REGIONE: INIZIA IL TAVOLO SU RICLASSIFICAZIONE, INDENNITA’ E PEO

Palermo, 31 gennaio 2019
Firmato il pre-accordo, il contratto sarà, adesso, sottoposto alla scure della Corte dei Conti (notoriamente anti-regionali) e, nel frattempo, come fortemente voluto dai sindacati autonomi maggioritari COBAS-CODIR e SADIRS, domattina, 1 febbraio, si svolgerà la prima riunione della Commissione paritetica per pianificare concretamente, insieme all’Aran, il percorso della riclassificazione di tutto il personale, l’individuazione e l’ammodernamento di tutte le indennità contrattuali e il regolamento per l’attribuzione di una posizione economica superiore a tutto il personale nel triennio. Intanto, però, ci sembra opportuno sgombrare il campo da alcune fandonie messe in giro in questi ultimi giorni da chi, o perché in malafede o non conoscendo dinamiche contrattuali e norme di settore, dà credito a bugie messe in giro ad arte per cercare di gettare un ingiustificabile panico tra i lavoratori, dividerli e, magari, raccattare qualche tessera da chi, in buonafede, si lascia abbindolare da questo terrorismo becero senza, prima, informarsi bene su come stanno effettivamente le cose. Innanzitutto, sarebbe stato davvero mortificante, dopo una trattativa iniziata in primavera 2018, correre il rischio di farsi scippare i 53 milioni di euro che si era riusciti a fare stanziare dal governo regionale per i rinnovi contrattuali: infatti, proprio la mattina di giorno 28 gennaio (mentre si svolgeva la trattativa finale sul contratto), all’ARS – in Commissione Bilancio – si stavano studiando soluzioni tampone per trovare una somma analoga mancante per la chiusura della Legge di stabilità 2019 (dopo la bocciatura delle coperture proposte). NON ABBIAMO CONSENTITO UN POSSIBILE SCIPPO! E alla comoda inconcludenza abbiamo preferito l’azione mettendo al sicuro un primo risultato per tutti. Quanto alla riclassificazione che riguarda tutto il personale, il COBAS-CODIR e il SADIRS hanno ritenuto di chiedere (e hanno ottenuto) l’avvio immediato dello strumento necessario (per legge) alla riclassificazione di tutto il personale: la Commissione paritetica. Occhio, in proposito, a chi grida in malafede allo scandalo sostenendo che alcuni istituti del contratto sono finanziati con i soldi del FAMP dei lavoratori: occorre precisare, infatti, che il FAMP non è un diritto acquisito dei lavoratori ma oggi c’è e domani potrebbe non esserci se un governo decidesse di finanziare solamente le indennità di legge (custodi, autisti, guardie forestali). Va da sé, quindi, che tutto ciò che si riesce a prelevare dal FAMP trasportandolo come voce stipendiale (proprio come si è fatto con le progressioni orizzontali degli scorsi anni) è un successo pensionabile altro che scandalo! Con la firma di questa pre-intesa, quindi, COBAS-CODIR e SADIRS, nonostante innumerevoli dubbi su un accordo che, onestamente, non soddisfa pienamente, ritengono, comunque, di avere spezzato l’incantesimo nefasto abbattutosi sui lavoratori regionali, creando le condizioni per potere cambiare la politica sul personale. Certo, sarebbe stato più comodo non firmare e fare i “cacadubbi” senza il coraggio che serve per condurre battaglie cui si è chiamati dai lavoratori aderenti al sindacato. Il COBAS-CODIR e SADIRS, sempre in prima linea, invitano adesso i lavoratori regionali a seguire, passo passo, i lavori che inizieranno domani: ci sarà bisogno, infatti, soprattutto dell’unità dei lavoratori per non dare vantaggi a chi non vuole il cambiamento.

Le Segreterie Generali COBAS-CODIR e SADIRS

Per scaricare il comunicato clicca sul link https://lnx.codir.it/site/it/?p=12151

Il decreto “Quota 100” pubblicato in Gazzetta Ufficiale

È stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n.23 del 28-01-2019 il DECRETO-LEGGE 28 gennaio 2019, n. 4 “Disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni”, cosiddetto “decreto Quota 100”.

Con la pubblicazione in gazzetta ufficiale il nuovo sistema pensionistico è concretamente legge, ci saranno 60 giorni per la sua conversione, con la conseguenza che tantissime persone potranno lasciare il proprio lavoro a 62 anni con almeno 38 anni di contributi.

Per l’anticipo pensionistico è necessario totalizzare almeno 62 anni di età con 38 anni di contributi; inoltre l’importo dell’assegno sarà ridotto rispetto alla pensione di vecchiaia perché ovviamente i contributi versati risultano inferiori.

Stop retroattivo degli adeguamenti dei requisiti contributivi per la pensione anticipata (restano dal 1° gennaio 2019 al 31 dicembre 2026 fissati a 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e a 41 anni e 10 mesi per le donne) con l’introduzione però di finestre mobili trimestrali. È previsto, in sostanza, che dal 2019 i lavoratori possono accedere alla pensione anticipata a prescindere dall’età al raggiungimento di 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e a 41 anni e 10 mesi per le donne.

Rispetto ai tempi:

  • Lavoratori privati. Se i requisiti minimi sono stati raggiunti entro la fine del 2018, il lavoratore potrà andare in pensione dal 1 aprile 2019.
  • Se invece sono maturati nel corso del 2019, andrà in pensione tre mesi dopo il raggiungimento di quota 100.
  • Lavoratori dipendenti pubblici e statali. I tempi sono dilazionati di 6 mesi per i dipendenti pubblici: da agosto 2019 per chi abbia maturato i requisiti nel 2018; 6 mesi dal raggiungimento di quota 100 nel caso in cui gli stessi requisiti siano maturati nel corso di quest’anno.

Trattamento di fine rapporto subito per i dipendenti privati, non per quelli pubblici

Mentre i dipendenti del settore privato si vedranno liquidare come sempre il Tfr nel momento in cui vanno in pensione, gli statali riceveranno il cosiddetto Trattamento di fine servizio “al momento in cui tale diritto maturerebbe a seguito del raggiungimento dei requisiti di accesso al sistema pensionistico” ai sensi della Fornero. Potranno però ottenere un anticipo fino a 30mila euro alla banca che stabilirà un dato interesse. Contemporaneamente otterrà la detassazione dell’importo che dovrebbe essere pari all’ammontare degli interessi. Ad ogni modo la questione verrà chiarita dalle circolari Inps e pubblico impiego”.

Commento

Quota 100 si applica anche in Sicilia e ai dipendenti regionali ai sensi dell’art. 20 della L.r. 21/2003.

“A decorrere dall’1 gennaio 2004 i trattamenti di quiescenza del personale in servizio destinatario delle disposizioni di cui ai commi 2 e 3 dell’articolo 10 della legge regionale 9 maggio 1986, n. 21, sono disciplinati dalle norme relative al sistema contributivo di cui all’articolo 1, comma 6, della legge 8 agosto 1995, n. 335 e successive modifiche ed integrazioni, fatte salve le quote spettanti da calcolarsi secondo la legge regionale 23 febbraio 1962, n. 2, per l’anzianità contributiva maturata alla stessa data e con riferimento alla retribuzione ultima in godimento alla data di cancellazione dal ruolo”.

Ritengo, comunque, che occorrerà attendere una circolare esplicativa da parte dell’amministrazione regionale che dovrebbe inoltre effettuare le convenzioni con le banche per l’erogazione del tfr.

Tabella semplificata aumenti contrattuali e relativi arretrati (cifre da confermare)

AUMENTI RINNOVO C.C.R.L. 2016-2018

POSIZIONE ECONOMICA

TOTALE AUMENTO CONTRATTUALE

TRIENNIO

AUMENTO

INDENNITÀ DI

AMMINISTRAZIONE

DAL 1.1.2019

TOTALE AUMENTO

ARRETRATI

A1

€49,70

€ 30

€ 79,70

€ 943,02

A2

€ 51,03

€ 30

€ 81,03

€ 968,24

A3

€ 52,80

€ 30

€ 82,80

€ 1.001,78

A4

€ 54,92

€ 30

€ 84,92

€ 1.042,08

A5

€ 56,61

€ 30

€ 86,61

€ 1.077,18

B1

€ 54,71

€ 25

€ 79,71

€ 1.041,56

B2

€ 56,83

€ 25

€ 81,03

€ 1.082,38

B3

€ 58,80

€ 25

€ 83,80

€ 1.119,82

B4

€ 60,99

€ 25

€ 85,99

€ 1.161,42

B5

€ 63,35

€ 25

€ 88,35

€ 1.206,14

B6

€ 65,96

€ 25

€ 90,96

€ 1.255,67

C1

€ 65,25

€ 18

€ 83,25

€ 1.242,80

C2

€ 68,55

€ 18

€ 86,55

€ 1.304,81

C3

€ 71,76

€ 18

€ 89,76

€ 1.366,80

C4

€ 75,86

€ 18

€ 93,86

€ 1.443,39

C5

€ 80,08

€ 18

€ 98,08

€ 1.517,10

C6

€ 84,76

€ 18

€ 102,76

€ 1.605,89

C7

€ 89,23

€ 18

€ 107,23

€ 1.690,65

C8

€ 93,75

€ 18

€ 111,75

€ 1.771,90

D1

€ 78,39

€ 16

€ 94,39

€ 1.148,99

D2

€ 84,57

€ 16

€ 100,57

€ 1.601,73

D3

€ 91,43

€ 16

€ 107,43

€ 1.731,86

D4

€ 98,74

€ 16

€ 114,74

€ 1.869,92

D5

€ 106,04

€ 16

€ 122,04

€ 2.014,22

D6

€ 114,11

€ 16

€ 130,11

€ 2.165,15

Lavoro: firmato il contratto per i dipendenti regionali, in arrivo aumento di 80 euro al mese

Manifestazione Palermo

La firma arriva dopo 12 anni e mezzo. E sblocca un aumento medio di 80 euro mensili per ciascuno dei dipendenti. È stato firmato nella sede dell’Aran il nuovo contratto dei regionali: una firma che arriva dopo una lunghissima trattativa e prende il posto dell’accordo economico firmato nel luglio 2006, quando a Palazzo d’Orléans c’era Totò Cuffaro. L’aumento, dunque, sarà di 80 euro, lo stesso importo già corrisposto agli statali.

Sottoscritto il contratto 2016-2018 (con parecchi dubbi)

Sottoscritto il CCRL 2016-2018 (con parecchi dubbi). Un ruolo determinante ha giocato la certezza che, non sottoscrivendo, avremmo fatto un favore al governo a caccia di risorse fresche per coprire il disavanzo.

Il primo febbraio parte il tavolo per la riclassificazione.

I particolari sono rinviati al comunicato ufficiale.

Addio all’anticipo buonuscita? Per ripianare il disavanzo la Giunta approva DDL di variazione al bilancio di previsione con l’azzeramento di alcuni capitoli

Con deliberazione n. 30 del 22 gennaio 2019, la Giunta ha approvato il DDL Nota di variazioni al DDL n. 475 concernente il Bilancio di previsione della Regione Siciliana per l’anno finanziario 2019 e per il triennio 2019/2021 con cui – si legge nella relazione – si modifica il bilancio di previsione già all’esame dell’assemblea ddl 475, con la diminuzione dei capitoli e l’incremento dei capitoli per il ripiano del maggior disavanzo….

Stipendi italiani: ecco dove impiegati, operai, quadri e dirigenti guadagnano di più (e di meno)

Fonte: InvestireOggi

Ecco dove gli stipendi sono più alti e come l’area geografica incide ma non del tutto.

Torniamo a parlare di stipendi e retribuzioni e dell’ormai discusso divario tra Nord e Sud. A parità di lavoro sembra, secondo un’indagine riportata da OD&M Consulting, GiGroup, che gli stipendi siano comunque più alti al Nord. Fare l’impiegato in una regione del Nord, insomma, è differente che fare lo stesso lavoro al Sud. Ma non è tutto.

La differenza di stipendio in Italia, non è solo una questione Nord e Sud

Dalla ricerca è emerso che gli impiegati e i quadri milanesi sono quelli più pagati, mentre tra gli operai sono quelli di Reggio Emilia a ricevere lo stipendio più alto. Secondo il 26° rapporto sulle retribuzioni di OD&M Consulting sulle differenze di stipendio a livello geografico e su quanto il mercato sia disposto a pagare per un certo lavoro, le differenze retributive non dipendono solo dall’area geografica. Si nota infatti come la Lombardia è in generale la regione dove gli stipendi sono alti per quasi tutte le categorie ma questo non è vero per il Piemonte e la Liguria: nel primo caso gli operai sono quelli che guadagnano meno, nel secondo sono Dirigenti, Quadri e Impiegati  a percepire uno stipendio più basso.

Per il Nord Est è l’Emilia Romagna a vantare retribuzioni alte per quasi tutte le categorie, mentre in Trentino Alto Adige i salari sono più bassi per gli impiegati rispetto alla media geografica a differenza di quadri e dirigenti che invece percepiscono uno stipendio più alto. Il Veneto è la regione del Nord Est con gli stipendi più bassi per i dirigenti mentre il Friuli Venezia Giulia è quella con le retribuzioni più basse per Quadri, Impiegati e Operai. Nelle regioni del centro è il Lazio la regione con gli stipendi più alti in tutte le categorie, le Marche presentano una retribuzione più bassa per gli operai, la Toscana per i quadri e dirigenti e l’Umbria per Dirigenti, Quadri e Impiegati.

Le regioni del Sud presentano retribuzioni inferiori per tutte le categorie. La Campania è quella con salari sopra la media nelle regioni meridionali, l’Abruzzo è la regione con stipendi sopra la media per impiegati e quadri, in Puglia si segnalano stipendi più bassi per i dirigenti, in Sardegna per  Quadri e Impiegati e in Calabria per gli operai…continua a leggere su InvestireOggi