Statali giudicati dagli utenti. Concorsi riservati al personale dipendente «con le valutazioni migliori nell’ultimo triennio». Riordino della dirigenza: ecco il piano del governo

Il Tempo dell’8 gennaio 2019

Dirigenti giudicati anche dagli utenti, verifiche psicoattitudinali nelle fasi di reclutamento e in occasione delle progressioni di carriera, possibilità di un solo rinnovo nello stesso ruolo e istituzione dell’Albo nazionale dei componenti delle commissioni esaminatrici di concorso presso il Dipartimento della Funzione pubblica di Palazzo Chigi. Sono alcune delle linee guida previste nel disegno di legge delega approvato dal Cdm lo scorso 21 dicembre su input del ministro della Pa Giulia Bongiorno.

L’obiettivo che si pone il ddl è quello di ispirare un migliore organizzazione del lavoro degli statali e del servizio reso ai cittadini.

In quanto al merito, è qui che si segnala una delle novità più interessanti. Il disegno di legge delega prevede infatti l’istituzione di un «Sistema nazionale di valutazione delle performance» che si baserà anche «sul coinvolgimento di soggetti che, in qualità di utenti, sono in rapporto diretto con l’amministrazione». Per incoraggiare al merito ci saranno anche una serie di «malus».

Le pubbliche amministrazioni che dimostreranno cattive performance non potranno assumere nuovo personale né conferire incarichi.

Se il personale dirigenziale non dovesse applicare le disposizioni in materia di misurazione e valutazione della performance (ad esempio disobbedendo all’obbligo di procedere a una «adeguata differenziazione delle valutazioni» individuali), sarà fatto divieto di erogare, in tutto o in parte, la retribuzione di risultato.

In Italia la peggiore burocrazia d’Europa. Dietro di noi solo la Grecia

Corriere del Mezzogiorno del 13 gennaio 2019

L’Italia ha la peggiore burocrazia d’Europa. Nell’eurozona solo la Grecia sta peggio di noi e questo la dice lunga sullo stato di difficoltà in cui versa la nostra Pubblica amministrazione. E’ questo il risultato emerso dalla stesura dell’indice europeo sulla qualità dei servizi offerti dagli uffici pubblici dei 19 paesi che utilizzano la moneta unica. Un’elaborazione, riferita al 2017, che è stata realizzata dalla Cgia su dati della Commissione europea. E se la Finlandia, i Paesi Bassi e il Lussemburgo occupano i tre gradini del podio, Slovacchia, Italia e Grecia, invece, si collocano mestamente nelle parte più bassa della graduatoria.

L’incomunicabilità, la mancanza di trasparenza, l’incertezza giuridica e gli adempimenti troppo onerosi hanno generato una profonda incrinatura, soprattutto nei rapporti tra le imprese e i pubblici uffici.