Stipendi stranieri più alti del 61%: un laureato su tre resta all`estero

Il Sole 24 Ore del 10 giugno 2019

La tendenza degli italiani ad alta formazione a cercare fortuna all’estero inizia presto. In genere subito dopo la laurea. Peraltro in un caso su tre con in tasca un biglietto di sola andata. A dirlo è il rapporto 2019 sulla Condizione occupazionale dei laureati che il Consorzio Alma Laurea ha presentato giovedì scorso a Roma. Evidenziando anche perché: mediamente le retribuzioni ottenute oltre confine superano del 61% quelle erogate in patria.

Se il medico dell’Inps dice che posso rientrare al lavoro che fare?

Malattia e visita fiscale: che fare in caso di contrasto tra il certificato del medico dell’Inps e quello del medico curante.


Sei assente dal lavoro per malattia e hai un certificato medico che ti riconosce 10 giorni di riposo a casa. Senonché, alla scadenza, ritenendo di non essere ancora guarito, chiedi il rilascio, da parte del tuo medico di famiglia, di  un ulteriore certificato di prosecuzione della malattia, per altri 5 giorni. Il medico curante, dopo averti visitato, verifica che effettivamente non sei guarito, quindi ti rilascia il certificato di prosecuzione della malattia, allungando la prognosi.

Arriva invece il medico dell’Inps che, dopo la visita fiscale, ritenendoti ormai guarito, ti “chiude” la malattia, dichiarando che il tuo  stato di salute ti consente di rientrare al lavoro. Tu, però, stai ancora male davvero.

Come comportarsi in questo caso, e in tutte quelle ipotesi in cui c’è un contrasto tra il certificato del medico dell’Inps e quello del medico di base? In altri termini, se il medico dell’Inps dice che posso rientrare al lavoro che fare? Quali diritti spettano al dipendente in malattia, se il medico dell’Inps dice che può rientrare al lavoro?

Nel collegato c’è “Quota 100” e blocco degli incrementi alla speranza di vita per i dipendenti di cui all’articolo 52, comma 5, della legge regionale 7 maggio 2015, n. 9

Nel collegato al DDL n. 476 ‘Disposizioni programmatiche e correttive per l’anno 2019. Legge di stabilità regionale’, in discussione all’Ars, c’è il recepimento di “Quota 100” (a mio avviso non necessario) e il blocco degli incrementi alla speranza di vita per i dipendenti di cui all’articolo 52, comma 5, della legge regionale 7 maggio 2015, n. 9, a vantaggio di tutti coloro che raggiungono il requisito pensionistico pre fornero (fatta eccezione per il massimo contributivo pre fornero che rimane invariato) a partire dal 1° agosto 2020 e che, a causa dell’incremento della speranza di vita, rischiano di rimanere bloccati.

Centri per l’impiego, Cobas-Codir e Sadirs: “Dipendenti penalizzati e ignorati”

“I dipendenti del dipartimento e dei Centri per l’impiego continuano ad accusare problemi legati alla distribuzione del personale, alle carenze strutturali degli ambienti e a un lavoro che va oltre le proprie mansioni”. Lo denunciano i sindacati Cobas-Codir e Sadirs che con due note a marzo e aprile avevano chiesto un incontro urgente senza mai essere convocati, sostenendo in sostanza di essere penalizzati e ignorati da assessore e dirigente.

“Bisogna discutere della necessaria riclassificazione – dicono i sindacati…..continua a leggere

Un ‘esercito’ in pensione senza ricambio: perché la Pubblica Amministrazione è a rischio collasso

Nei prossimi cinque anni circa 500mila dipendenti della Pubblica Amministrazione andranno in pensione. Un numero elevato di uscite dal lavoro che coinvolgerà non soltanto chi avrà raggiunto i requisiti anagrafici richiesti, ma anche chi potrà usufruire di altre modalità di pensionamento come ‘Opzione donna’, Quota 100 e pensione anticipata. In questo modo nei prossimi anni mezzo milione di dipendenti pubblici raggiungerà i requisiti per ritirarsi dal lavoro, una situazione che rischia di portare l’intero sistema al collasso se non ci sarà un adeguato ‘ricambio‘.

Inchiesta del quotidiano “l’Espresso”. Nel ’47 un operaio guadagnava 1/3 dello stipendio di un politico. Oggi 1/13

Quando nacque la Repubblica i costituenti guadagnavano 1.300 euro odierni. Adesso deputati e senatori incassano tredici volte più di un operaio. Il tutto grazie a una serie di leggi che nel tempo hanno gonfiato le retribuzioni. E a provvedimenti ad hoc, furbizie, trucchi e tanta sfacciataggine.

Certo, il Paese era nettamente più povero, ma sicuramente più equilibrato rispetto allo stato delle cose attuale. Un operaio di terzo livello guadagnava qualcosa come 13 mila lire al mese, un terzo di un deputato. Mentre 70 anni dopo, come dimostra la tabella elaborata dall’Espresso, chi siede in Parlamento guadagna quasi 10 volte di più di un impiegato e 13 più di una tuta blu.

Legittimo l’uso delle telecamere per accertare la condotta «scorretta» del dipendente

Si segnala un articolo da quotidianoentilocali.ilsole24ore.com
Articolo tratto dal sito www.segretaricomunalivighenzi.it

Legittimo l’uso delle telecamere per accertare la condotta «scorretta» del dipendente

di Daniela Casciola

Il Comune può legittimamente utilizzare le immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza per accertare i comportamenti di un dipendente. E, come nel caso di specie, attestarne la «falsa presenza in servizio» per avviare il procedimento disciplinare. Non c’è alcuna violazione delle norme in materia di privacy o dello statuto dei lavoratori, tanto più che i fatti verificati hanno rilevanza penale ai danni dell’ente. Lo ha stabilito il Tribunale di Napoli, con la sentenza n. 3820/2019, nella lite tra il Comune di Capri e un graduato della Polizia municipale dell’isola. Quest’ultimo avrebbe «svolto» ore di lavoro straordinario senza alcuna esigenza di servizio, grazie alla complice attestazione nei giorni a seguire da parte del comandante del corpo. Una condotta che integra la fattispecie della falsa attestazione in servizio che, in base all’articolo 55-quater, commi 1 e 1-bis, del Dlgs 165/2001, è sanzionata con il licenziamento senza preavviso.

Vuoi diventare un dipendente pubblico? Presto servirà la laurea ad hoc

Non è una semplice opera di restyling quella che vuole attuare al comparto la ministra della Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno: dopo l’infornata di nuovi dipendenti, le attenzioni degli ultimi tempi della ministra leghista sono tutte per l’introduzione di un disegno di legge attraverso il quale dare vita a un corso di laurea che dà accesso al pubblico impiego.