Ritardi nell’erogazione della CIG (cassa integrazione) e richiamo dei dipendenti in servizio. I sindacati. Non è colpa dello smart working ma dei sistemi informatici obsoleti (in fondo alla pagina l’antefatto)

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Palermo, 30 aprile 2020
Proprio in questi giorni – in cui su tutta la stampa nazionale, viene denunciata l’inefficienza della Sicilia incapace di far valere il diritto dei cittadini siciliani nei confronti dello Stato circa la vergognosa vicenda del “viadotto Imera”, bloccato da oltre cinque anni – il governatore siciliano cosa fa? Anziché sentire l’esigenza di scusarsi con i siciliani per la mancata riapertura della più importante arteria autostradale della Sicilia, spara improbabili e generiche accuse sui dipendenti regionali colpevoli, a suo dire, dei ritardi nell’erogazione della CIG in deroga.
Tutto ciò è inaccettabile e le scriventi OO.SS. rispediscono al mittente politico tali accuse chiedendo, al contempo, di trovare il coraggio – al di là di qualsiasi equilibrismo politico utile soltanto ad assicurare il possesso di una comoda e redditzia poltrona – di rimuovere i reali ostacoli dei ritardi accumulati anche in queste azioni amministrative: i vertici politci e amministrativi che hanno il dovere, secondo la specificità dell’incarico ricevuto in Giunta di Governo, di assicurare tempi e modalità dell’azione amministrativa nel rispetto delle procedure e, anche, nel rispetto della dignità e del rispetto dei lavoratori.
Purtroppo, ahinoi, nonostante la nostra amata Isola sprofondi sempre più nella paralisi burocratica, è uso e consuetudine che gli assessori mantengano il loro posto, appunto, per sconcertanti “equilibrismi” politici e i vertici amministrativi percepiscano sempre il massimo delle loro indennità per degli improbabili obiettivi raggiunti forse per il riconoscimento dell’eventuale appartenenza politica.
L’attacco gratuito a tutti i lavoratori regionali ci sembra, quindi, come i casi di malasanità in cui il chirurgo, anziché estirpare il male, decide di ammazzare il paziente: insomma – facendo un parallelismo – un caso di evidente “malapolitca”.
Invece, ci sorprende anche una mancata critica a “Sicilia digitale” che avrebbe dovuto essere – dietro il pagamento di lauti corrispettivi – da tanti anni il volano della Regione sull’informatizzazione dei servizi.
Non possiamo consentire a nessuno, men che meno a colui che dovrebbe “difendere il proprio esercito” da attacchi fuorvianti e strumentali, di sparare a zero sull’intera classe lavoratrice che, ricordiamolo, da oltre vent’anni sopperisce alle carenze d’organico svolgendo, dalla categoria A alla D, mansioni superiori proprio per evitare il totale blocco della macchina amministrativa.
Ciò che è certo è che non si possono più sopportare sparate del genere soprattuto in un momento come questo in cui proprio i lavoratori regionali hanno consentto il più alto numero di addetti di smart working delle regioni italiane, a proprie spese, e lavorando h24, sopperendo alle deficienze politche e organizzative dei vertci della burocrazia regionale espressione di questa politica.

LE SEGRETERIE GENERALI E REGIONALI
COBAS/CODIR – UIL-FPL – S.A.Di.R.S. – UGL-Fna


L’antefatto


Breve sunto tratto dal Giornale di Sicilia di oggi.

Dalla prossima settimana la metà del personale impegnato nelle pratiche della cassa integrazione tornerà «in sicurezza» a lavorare in ufficio.

Il presidente Musumeci se l’è presa con la burocrazia regionale che «non era assolutamente pronta neanche per 50 mila richieste, figuriamoci per 150 mila».

Musumeci ha chiesto scusa a chi ancora attende il pagamento, ma non è bastato per calmare le polemiche che si sono trasformate in scontro tra Regione e sindacati sulle colpe di questo forte ritardo rispetto al resto del paese.

I sindacati: «La responsabilità dei ritardi nella gestione delle pratiche non può in alcun modo essere attribuita ai dipendenti della Regione. Né alla modalità di lavoro agile, che in questo momento di emergenza sanitaria è stata caldamente raccomandata anche dal ministro Dadone. Non accetteremo – dichiarano i sindacati – che si metta a rischio la salute dei lavoratori, quindi dalla Regione ci aspettiamo meno annunci e più confronto con le organizzazioni sindacali», hanno scritto ieri in una nota Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Cobas-Codir, Sadirs e Ugl, commentando la nota del dirigente generale del dipartimento Lavoro, Giovanni Vindigni, che richiama in ufficio i dipendenti attualmente in smart working.

Il provvedimento disposto dal dirigente del dipartimento prevede dal 4 maggio che almeno il 50% del personale impegnato nelle pratiche per la cassa integrazione in deroga dovrà tornare in ufficio, «con opportune rotazioni».

«Il problema – scrivono invece i sindacati – non è lo smart working, perché i dipendenti sono ugualmente e pienamente operativi, il problema semmai è da attribuire ai sistemi informatici della Regione che non sono affatto al passo con i tempi.

COMUNICATO STAMPA CIGD IN RITARDO IN SICILIA, I SINDACATI: “LA RESPONSABILITÀ NON È DEI DIPENDENTI, DALLA REGIONE MENO ANNUNCI E PIÙ CONFRONTO”

“La responsabilità dei ritardi nella gestione delle pratiche per la Cassa integrazione in deroga non può in alcunmodo essere attribuita ai dipendenti della Regione. Né alla modalità di lavoro agile, che in questo momento di emergenza sanitaria è stata caldamente raccomandata anche dal ministro della Pubblica amministrazione Fabiana Dadone. Non accetteremo che si metta a rischio la salute dei lavoratori, quindi dalla Regione ci aspettiamo meno annunci e più confronto con le organizzazioni sindacali”. A dirlo sono Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Cobas-Codir, Sadirs e Ugl, commentando la nota del dirigente generale del Dipartimento Lavoro, GiovanniVindigni, inviata alle organizzazioni sindacali, con la quale si annuncia l’intenzione dell’Assessorato guidato da Antonio Scavone di richiamare in ufficio i dipendenti attualmente in smartworking così da sbrigare le praticheda trasmettere all’Inps.

“Il problema non è lo smartworking, perché i dipendenti sono ugualmente e pienamente operativi, il problema semmai è da attribuire ai sistemi informatici della Regione che non sono affatto al passo con i tempi – proseguono i sindacalisti. – Il confronto con l’amministrazione che si è aperto oggi è terminato davvero troppo velocemente, perché il dirigente aveva altri impegni. Noi, da parte nostra, ribadiamo la nostra massima disponibilità a dialogare, anche ad oltranza, perché non accetteremo di trovarci davanti a fatti compiuti. È necessario piuttosto trovare soluzioni immediate e condivise che diano risposte celeri ai tanti lavoratori rimasti senza un euro e che sono in attesa della lavorazione di queste pratiche”.

LE SEGRETERIE REGIONALI
CGIL-FP CISL-FPS UIL-FPL COBAS/CODIR S.A.Di.R.S. UGL

Cig in deroga a rilento, in Sicilia 150mila lavoratori ancora in attesa: la Regione richiama il personale in ufficio

Mentre il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Nunzia Catalfo, annuncia che nel prossimo decreto di aprile “confermeremo molte misure” già previste nel decreto Cura Italia e stanzieremo “13 miliardi sugli ammortizzatori sociali, per ulteriori 9 settimane di copertura”, in Sicilia le pratiche per la cassa integrazione in deroga vanno a rilento.

Circa 150 mila lavoratori aspettano ancora di ricevere gli assegni, con la Regione che fa fatica a trasmettere i decreti all’Inps per i pagamenti. E così dal 4 maggio almeno il 50% del personale impegnato nelle pratiche per la cassa integrazione in deroga dovrà tornare in ufficio, “con opportune rotazioni”. Si potrà lavorare anche in straordinario e chi vuole anche il sabato e la domenica.

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PA, per la Ministra Dadone lo Smart Working servirà anche dopo l’emergenza

Tratto da lentepubblica.it • 28 Aprile 2020

PA, per la Ministra Dadone lo Smart Working sarà attivo e perfezionato anche dopo l’emergenza Covid-19.


Il ministro per la PA, Fabiana Dadone, ha incontrato le maggiori sigle sindacali del pubblico impiego per discutere circa il rafforzamento dello smart working e riflettere sulle misure più adeguate da prevedere nei luoghi di lavoro anche dopo la fine dell’emergenza.

La sfida della Pa di domani sarà quella di rendere lo smart working una solida realtà nell’organizzazione del lavoro pubblico. In queste settimane, per necessità, siamo stati costretti a intervenire massivamente e a velocizzare molti processi” ha dichiarato il Ministro.

Lo smart working ha evitato l’espansione del disastro che questa epidemia ha creato.

Accordo per la definizione dei criteri di attribuzione dei premi correlati alla performance individuale

Con riferimento alla nota prot. n. 11765 del 31 gennaio 2020, si comunica che in data 17 febbraio 2020 si è svolta la riunione sindacale per definire i criteri per la valutazione della performance dei dipendenti regionali appartenenti al comparto non dirigenziale.

All’esito dell’incontro, il testo proposto dall’Aran Sicilia, contenente una tabella di criteri allineata ai sistemi di valutazione in uso negli altri comparti del pubblico impiego, è stato sottoscritto dalle OO.SS. CGIL, CISL, UGL e UIL, non raggiungendosi la maggioranza del 51% richiesta per il perfezionamento dell’Accordo.

Successivamente, in data 9 marzo 2020, l’O.S. SADIRS è pervenuta alla determinazione di sottoscrivere l’Accordo e, conseguentemente, raggiuntasi la predetta maggioranza, lo stesso si e perfezionato.

Pertanto, per il seguito di competenza, si trasmette, in allegato alla presente nota, copia dell’Accordo in oggetto e del verbale di sottoscrizione della O.S SADIRS.


ECCO I MOTIVI CHE AVEVANO PORTATO ALLA BOCCIATURA DELL’ACCORDO

VALUTAZIONE DEL PERSONALE 2019. COBAS/CODIR E SADIRS BOCCIANO I CRITERI PROPOSTI DALL’ARAN

Conferenza stampa del Presidente del Consiglio che ha annunciato le misure per il contenimento dell’emergenza Covid-19 nella cosiddetta “fase due”. Per le pubbliche amministrazioni resta fermo quanto previsto dall’articolo 87 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, e dall’art. 1 del presente decreto

Il piano del governo per la fase 2 è pronto. Il primo via libera domani, ma solo per il comparto manifatturiero e il commercio all’ingrosso legati all’export, oltre ai cantieri pubblici, edilizia compresa.

Lo smart working nella Pubblica Amministrazione rimarrà ordinario anche nella fase 2.

Ecco le maggiori novità annunciate da Conte.

Conferma misure assembramenti e spostamenti all’interno della Regione con le regole di prima, aggiungiamo spostamenti mirati per far visita a congiunti, con mascherine e mantenimento delle distanze.

All’interno delle Regioni spostamenti come adesso, divieto spostarsi tra Regioni, tra regioni spostamento per esigenze lavorative assoluta urgenza o motivi di salute.

Per persone con sintomi devono restare presso il loro domicili e avvisare medico curante.

Non consentiamo party privati a giovani o persone adulte.

Consentiamo accesso a parchi ville e giardini pubblici ma con misure, i sindaci potranno disporre la chiusura di queste aree.

Visite ai familiari dal 4 maggio
Il primo “sblocco” vero e proprio, dal 4 maggio. Con la possibilità di incontrare i familiari, con mascherine e a distanza di sicurezza, purché entro i limiti del comune di residenza o almeno della regione. Sarà possibile muoversi da una regione all’altra solo per motivi di lavoro, per visite mediche o per tornare a casa. Sempre dal 4 maggio sarà permesso agli sportivi tornare ad allenarsi individualmente, sempre rispettando il cosiddetto “distanziamento sociale”.

Dal 4 potranno riaprire le attività di ristorazione per l’acquisto di cibo da asporto, senza creare assembramenti davanti al posto di ristoro, Quindi, anche qui resta l’obbligo della distanza di sicurezza. Il cibo si consumerà a casa.

Dal 4 potranno riaprire le attività di ristorazione per l’acquisto di cibo da asporto, senza creare assembramenti davanti al posto di ristoro, Quindi, anche qui resta l’obbligo della distanza di sicurezza. Il cibo si consumerà a casa.

Shopping da metà maggio
Per lo shopping si dovrà attendere fino al 18 maggio, quando ripartirà il commercio, sebbene con le regole stringenti su ingressi e soste nei locali. Dal 18 maggio riapriranno anche musei, luoghi culturali e mostre. Un primo passo per dare ossigeno al settore culturale, uno dei più colpiti dalla crisi con il turismo. L’asticella si spinge almeno al primo giugno, invece, per parrucchieri, barbieri ed estetisti.


Coronavirus. Lo smart working nella Pubblica Amministrazione rimarrà ordinario anche nella fase 2

Anche la pubblica amministrazione si prepara alla cosiddetta fase due di gestione dell’emergenza coronavirus.

Anche dopo il 4 maggio lo smart working resterà la modalità “ordinaria” di organizzazione del lavoro negli uffici pubblici.

È quanto sarebbe emerso, riferiscono fonti presenti, durante una video call tra la ministra della P.a, Fabiana Dadone, e i sindacati.

CORONAVIRUS – Regione, Grasso: “La Sicilia prima per smart working”

23 aprile 2020

«Fin dall’inizio dell’emergenza coronavirus, il governo Musumeci ha compiuto uno sforzo deciso per mettere in campo lo smart working negli uffici. Abbiamo subito varato ben tre specifiche direttive per garantire la sicurezza del personale, contenere il contagio e riorganizzare il lavoro da casa, vigilando sui Dipartimenti e prevedendo specifica valutazione dei comportamenti di dirigenti e lavoratori. Oggi arrivano i numeri del ministero della Pubblica Amministrazione a certificare il valore dei risultati da noi raggiunti: la Sicilia è infatti la prima Regione in Italia per numero di dipendenti collocati in regime di lavoro agile».

Lo afferma l’assessore regionale alla Funzione Pubblica della Regione Siciliana Bernardette Grasso, a seguito delle rilevazioni del Ministero della Pubblica Amministrazione nell’ambito del monitoraggio sullo smart working nelle Regioni a seguito dell’emergenza covid-19.

“Questo dato – prosegue Grasso – premia la buona volontà di tutta la macchina burocratica isolana e ci motiva ad andare ancora avanti su questa direzione. Ben 7.800 unità di personale svolto e svolgono la loro funzione per via telematica – prosegue Grasso – il dato assoluto più alto d’Italia, mentre occorre precisare che la percentuale complessiva dell’Isola si attesta sul 60 per cento per l’incidenza sul dato di lavoratori come custodi dei musei e forestali, non ricompresi nello smart working. L’impegno del Governo Musumeci ha portato buoni frutti, spronandoci a mettere in programma nuovi investimenti sulla modernizzazione per via digitale della Pubblica amministrazione, uno dei punti del nostro programma”, conclude l’assessore alla Funzione Pubblica.

Per la consultazione dei dati: http://www.funzionepubblica.gov.it/articolo/ministro/25-03-2020/pa-lo-smart-working-nelle-regioni-ecco-i-primi-dati


Indennità di video-terminale, è danno erariale da contrattazione collettiva

In particolare gli ispettori evidenziano l’illegittima corresponsione della cosiddetta “indennità di videoterminale” al personale in servizio presso il comune di Palermo con profilo di collaboratore professionale amministrativo e collaboratore professionale sistemi informativi.

Al riguardo in atto di citazione viene osservato che i contratti collettivi nazionali (CCNL) vigenti all’epoca in cui fu disposta la corresponsione dell’emolumento (2013-2014) non contemplavano alcuna indennità qualificata o riferibile all’uso al videoterminale. Pertanto in aderenza al principio di tassatività e tipicità dei compensi a carattere indennitario erogabile ai pubblici dipendenti in aggiunta al trattamento economico fondamentale (art. 2, commi 2 e 3, e 40 del D.lgs. 165 del 2001), tale indennità va considerata indebita e le relative clausole del contratto collettivo decentrato integrativo sono nulle ai sensi dell’articolo 40, comma 3 quinquies, del decreto legislativo 165 del 2001.

le pubbliche amministrazioni non possono in ogni caso sottoscrivere in sede decentrata contratti in contrasto con i vincoli e con i limiti risultanti dai contratti collettivi nazionali o che disciplinano materie non espressamente delegate a tale livello negoziale o che comportano oneri non previsti negli strumenti di programmazione finanziaria annuale e pluriennale”.
“La responsabilità amministrativa da contrattazione collettiva si configura ogniqualvolta a un dipendente pubblico vengano erogate somme di denaro o accordati altri benefici patrimoniali in forza di disposizioni del contratto integrativo decentrato contrarie a norme imperative di legge o a vincoli derivanti dalla contrattazione collettiva nazionale o dagli strumenti di programmazione annuale e pluriennale di ciascun ente”.