Omaggio a Gigi Caracausi

E’ morto oggi Gigi Caracausi, segretario nazionale della Cisl funzione pubblica.

Alla famiglia e alla CISL Fp vanno le mie più sentite condoglianze per la sua prematura scomparsa

Ricordate il Mes in Grecia? Stipendi pubblici ridotti del 40%, pensioni dimezzate, tassa sulle case di 10 euro/mq, porti e aeroporti espropriati

ItaliaOggi del 7 aprile 2020

Questo è uno stralcio dell’articolo tratto da ItaliaOggi che vi suggerisco di leggere integralmente cliccando sull’immagine sul link in fondo alla pagina.

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La cancelliera Angela Merkel vuole convincere il governo italiano ad accettare un pacchetto di interventi economici Ue che comprenda anche il Mes in versione light, leggera. Il Mes, detto altrimenti Fondo salva Stati, è però regolato da un articolo del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (Tfue), il 136, che prevede soltanto «rigorosa condizionalità» per la concessione dei prestiti. La versione light non esiste nei trattati europei, è solo uno specchietto per le allodole, una stolida propaganda politica. Proprio in virtù di questa rigorosa condizionalità, il Mes, quando è stato messo alla prova, si è rivelato un Fondo ammazza Stati, usato per depredarne gli asset migliori e ridurre alla miseria l’intero popolo.

In proposito, giova ricordare che cosa accadde in Grecia nel settembre 2011, quando la Troika (Commissione Ue, Bce e Fmi) affidò al Mes, guidato allora come oggi dal falco tedesco Klaus Regling, il compito di stabilire le rigorose condizionalità necessarie per sbloccare una tranche di 8 miliardi di aiuti. Eccole.

Punto primo: un colpo d’accetta sulla pubblica amministrazione, per ridurne drasticamente il costo per il bilancio statale. Fu così che 30 mila dipendenti pubblici vennero spostati dalla sera al mattino in una sorta di «riserva lavorativa», a cui venne tagliato lo stipendio del 40% per 12 mesi. Passato un anno, se questi lavoratori non fossero riusciti a trovare un lavoro diverso nel pubblico impiego, andavano a ingrossare l’esercito già numeroso dei disoccupati. Lo stesso iter doveva poi essere applicato ad altri 120 mila dipendenti pubblici greci entro il 2015.

Punto secondo: un taglio secco del 20% su tutte le pensioni superiori a 1.200 euro lordi al mese, e fu il primo di dieci tagli in cinque anni, accompagnato da una riduzione altrettanto severa sugli assegni di chi era andato in pensione prima di 55 anni; più l’abolizione della tredicesima per tutti gli assegni erogati dallo Stato, stipendi e pensioni.

Punto terzo: introduzione di una patrimoniale annua su tutte le case, compresa la prima, pari a 10 euro al metro quadro. Provvedimento che ha costretto molte famiglie greche, rimaste senza stipendio, a vendere la casa per quattro soldi, a causa del crollo inevitabile del mercato immobiliare. Non per questo la Troika e il Mes hanno alleggerito il peso del prelievo fiscale sulle persone. Anzi, lo hanno aumentato, riducendo da 8 mila a 5 mila euro l’anno la fascia esente, così da aumentare la platea impositiva. Il tutto per mano del governo fantoccio di Alexis Tsipras.

Punto quarto: privatizzazione di tutti i servizi pubblici essenziali, comprese le infrastrutture strategiche a pagamento, come porti, aeroporti, ferrovie e autostrade. Il che ha dato il via al distacco sistematico di migliaia di utenze morose di luce, gas e acqua, oltre alla spoliazione di tutti gli asset migliori della Grecia, in testa l’aeroporto di Atene (preso dai tedeschi) e il porto del Pireo (acquistato dalla Cina).


Che cosa è il MES, come funziona, quando nasce e chi lo ha votato (della serie “chi è senza peccato….” citaz. Il Fatto Quotidiano)

Il Fatto Quotidiano dell’11 aprile 2020

Leggendo vari articoli dei quotidiani, online e non, si evince che praticamente quasi tutte le forze politiche hanno avuto a che fare con il MES.

Ma andiamo con ordine.

Che cosa è il MES ce lo spiega il Sole 24 Ore in questo articolo che di seguito vi riassumo in breve ma che, ovviamente, potete leggere integralmente.

Il MES (Meccanismo Europeo di Stabilità) è un’organizzazione intergovernativa europea. È attivo dal luglio del 2012, come evoluzione dei precedenti meccanismi FESF (Fondo Europeo di Stabilità Finanziaria) e MESF (Meccanismo Europeo di Stabilità Finanziaria) e ha sede in Lussemburgo.

A cosa serve il MES?

Il compito del MES è fornire assistenza finanziaria ai Paesi dell’area euro che attraversano (o rischiano in modo concreto) gravi problemi di finanziamento. Ciò avviene tramite la concessione di prestiti ai Paesi in difficoltà (soluzione utilizzata finora da Irlanda, Portogallo, Grecia e Cipro).

I prestiti non vengono concessi senza condizione, ma solo dopo che il Paese richiedente ha sottoscritto una lettera di intenti o un protocollo d’intesa (o Memorandum of Understanding) con cui si impegna ad effettuare alcune riforme specifiche che costituiscono la condizione per la concessione del prestito (taglio di stipendi e pensioni tanto per ricordare la Grecia).

Quando è nato il MES e per opera di chi?

Quando è nato il MES ce lo dice, sia Il Fatto Quotidiano in questo articolo che ripercorre le tappe che hanno portato al MES, sia Il Sole 24 Ore in questo articolo. Secondo quanto riferisce Il Fatto Quotidiano all’origine di questa storia c’è il centrodestra, quello guidato da Silvio Berlusconi con Giulio Tremonti all’economia. Ciò coincide con quanto riporta Il Sole 24 Ore che, in un passaggio dell’articolo dice che Matteo Salvini, che pure era al governo ai tempi dei sì italiano alla riforma, sostiene che il nuovo testo comporterebbe condizioni «peggiorative» per l’economia italiana. Una linea sposata anche dalla leader di Fratelli di Italia Giorgia Meloni e parte della stessa maggioranza governativa (quando furono approvati i precursori del MES – il Mesf e il Fesf.

L’iter di ratifica è ancora più chiaro in questo articolo. Eccone uno stralcio:

“Essendo il Mes il frutto di un trattato di diritto comunitario, la sua ratifica è l’esito di un percorso non immediato che comincia nell’ottobre 2010. Il 28/29 di quel mese si tiene il Consiglio dell’Unione Europea, nel corso del quale si gettano le basi per la creazione del fondo che avrebbe sostituito in maniera definitiva i temporanei Efsf e Efsm. La quadra tra i capi degli esecutivi degli Stati Ue viene trovata nel luglio 2011 e, in quella sede, si decide anche di anticipare la nascita del Meccanismo a partire dall’anno successivo (non più il 2013 come inizialmente concordato). Fino a qui le responsabilità del centrodestra sembrano chiare: il governo dell’epoca era l’ultimo Berlusconi, sostenuto da Lega Nord e Pdl. Fino a prova contraria, tuttavia, l’Italia è una repubblica parlamentare in cui l’ultima e definitiva parola spetta sempre alle assemblee di Camera e Senato. Arriviamo così al 19 luglio 2012: nel frattempo il governo è cambiato, da quasi un anno Monti ha sostituito Berlusconi e nell’aula di Montecitorio i deputati sono chiamati ad approvare o meno – questo è il voto decisivo, anche in chiave comunitaria: basta solo il “no” di una nazione perché l’accordo salti – il trattato che istituisce il Mes. I favorevoli e i contrari al Mes. Il resoconto della seduta è abbastanza chiaro: si esprimono in senso favorevole il Pd, l’Udc, Futuro e Libertà, Popolo e Territorio, mentre Italia dei Valori si astiene. Più complesso il quadro del centrodestra: la Lega Nord è l’unica a votare compattamente contraria, mentre il Pdl è spaccato tra 83 favorevoli, 2 contrari e 20 astenuti. Tra questi ultimi, definiti “voti ribelli” in quanto non in linea con la scelta maggioritaria del proprio partito, molti i parlamentari che avrebbero poi, di lì a pochi mesi e sotto l’egida di Giorgia Meloni (non presente il giorno della votazione, quindi al più imputabile di assenteismo), dato vita a Fratelli d’Italia. Tra i più noti: Giorgio Crosetto (contrario), Tommaso Foti (astenuto), Paola Frassinetti (astenuta)”.


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