Coronavirus, pubblicato il bando per gli aiuti agli universitari fuori sede

È stato pubblicato il bando per la concessione di contributi economici a studenti universitari fuori sede per l’anno accademico 2019/20. Le domande potranno essere presentate telematicamente dal 30 aprile del 15 maggio (alle ore 14). Sette milioni di euro per gli universitari siciliani fuori sede: è il sostegno che il governo Musumeci offre alle famiglie degli studenti in situazione di disagio per l’emergenza epidemiologica.

In dettaglio, quattro milioni sono destinati agli studenti iscritti in atenei al di fuori della Sicilia, anche all’estero. Per loro ottocento euro, se hanno mantenuto la permanenza, in quelle sedi, dal 31 gennaio fino a oggi.
Altri tre milioni di euro andranno, invece, agli studenti fuori sede, ma residenti in Sicilia, che abbiano richiesto il contributo alloggio all’Ersu per l’anno accademico in corso e siano risultati idonei, ma non assegnatari del beneficio.
I destinatari del primo contributo dovranno, inoltre, essere regolarmente iscritti all’anno accademico 2019/2020, appartenere a un nucleo familiare con una certificazione Isee non superiore ai 23 mila euro annui e non godere di altri benefici economici erogati per le stesse finalità.
Il sostegno verrà erogato tramite gli Ersu della Regione Siciliana: quello di Palermo provvederà all’istruttoria degli studenti iscritti in Italia, quello di Catania per gli universitari all’estero.

Il bando è pubblicato sul sito del dipartimento Istruzione della Regione Siciliana e sul sito degli Ersu siciliani. Per qualunque informazione è possibile scrivere a:
[email protected] ed [email protected] .

Assenteisti della Pubblica Amministrazione. Cade la condanna mediatica. E’ incostituzionale

Di Jastrow (Opera propria) [Public domain], attraverso Wikimedia Commonsarticolo tratto da Il Sole 24 Ore del 14 Aprile 2020 – sentenza tratta da cortecostituzionale.it
Assenteisti Pa, cade la condanna mediatica 
di Gianni Trovati
Il Sole 24 Ore – 14 Aprile 2020
Addio alla condanna erariale automatica che chiede almeno sei mesi di stipendio ai dipendenti pubblici colti in flagranza a timbrare il cartellino senza poi andare in ufficio. La norma viene cancellata dall’ordinamento dalla Corte costituzionale con la sentenza 61/2020 (presidente e relatore Carosi). Scompare l’ automatismo ma ovviamente restano le sanzioni, erariali (danno d’immagine compreso) e disciplinari (licenziamento). In settimane di smart working più o meno generalizzato la questione può sembrare secondaria. Ma ai tempi della riforma Madia che nel 2017 l’ aveva introdotta, questa regola era stata al centro di un dibattito vivace….continua a leggere