Comunicato stampa Fatta un po’ di chiarezza sulla cassa integrazione. La quinta commissione ARS condivide di velocizzare sulla riclassificazione del personale

Comunicato stampa
Fatta un po’ di chiarezza sulla cassa integrazione. La quinta commissione ARS
condivide di velocizzare sulla riclassificazione del personale

Palermo, 12 maggio 2020
Il Cobas/Codir ha partecipato, questa mattina, alla riunione “online” della v° Commissione “Cultura, formazione e lavoro”, convocata dal presidente Luca Sammartino, con all’ordine del giorno: “audizione dell’assessore regionale per la Famiglia, le politiche sociali e il lavoro e dell’assessore regionale per le autonomie locali e la Funzione pubblica in merito alla procedura di cassa integrazione guadagni in deroga.”
Durante i lavori, come Cobas/Codir abbiamo ribadito, intanto, che non avevamo partecipato alla riunione del 4 maggio scorso (da cui sono scaturite le polemiche su un ipotetico “accordo dei 10 euro”) anche per la necessità di approfondire preliminarmente il tema trattato.
Il Cobas/Codir ha ribadito la verità sulla vicenda oggetto della convocazione: ovvero che nessun dipendente ha mai chiesto 10 euro per lo svolgimento di attività durante l’orario di lavoro; contestualmente, abbiamo posto l’accento sulla necessità di procedere – immediatamente – alla riclassificazione dei lavoratori regionali e all’evidente necessità di un protocollo d’intesa o di una contrattazione integrativa, tra governo e sindacati, sul lavoro agile di tutti i lavoratori che gravitano nel mondo della Regione al fine di adeguare i contratti di lavoro vigenti anche al modello organizzativo online. Per quanto riguarda la riclassificazione del personale abbiamo anche sollecitato il presidente della Commissione Lavoro per un input parlamentare al governo regionale sul tema.
Durante i lavori oltre all’assessore Scavone, che ha fatto il punto sulle pratiche lavorate, ha svolto un lungo intervento il dirigente generale Giovanni Bologna, cui è stato contestato sindacalmente l’atto di disponibilità per il dipartimento Lavoro per reperire nuovo personale in altri dipartimenti (non considerando la grande platea di lavoratori che già svolgono in nero mansioni superiori presso lo stesso dipartimento) che ha chiarito il contesto complessivo della vicenda della gestione delle procedure di cassa integrazione guadagni in deroga per la quale ha evidenziato che: 1) Sono state già istruite 35mila pratiche (di cui 21mila sono state già approvate con decreto e, quindi, inviate all’INPS che ne ha autorizzate 14mila), in linea con quanto fatto dalla media delle altre Regioni. Mentre circa 4mila pratiche sono state dichiarate non ammissibili e le restanti 13mila saranno istruite entro la prossima settimana. 2) Gli strumenti contrattuali vigenti consentono il meccanismo di incentivi per lo svolgimento di attività fuori l’orario di lavoro che vanno remunerate – come possibile in questo caso – con l’utilizzo delle risorse già disponibili per la remunerazione del salario accessorio, quindi senza alcun ulteriore costo. 3) Ha difeso l’efficienza delle scelte operative fatte dall’amministrazione regionale per la gestione informatica della vicenda.
Al termine dei lavori il presidente della Commissione Lavoro, Luca Sammartino, ha preso l’impegno di procedere alla convocazione del governo regionale al fine di chiedere un report sullo stato dei lavori per la riclassificazione di tutto il personale regionale.
Intanto, ieri il Cobas/Codir aveva fatto una richiesta, all’assessore regionale al Lavoro, di accesso civico generalizzato per conoscere il contesto nell’ambito del quale è nata la scelta di rivolgersi a una società esterna (la stessa del Click Day del governo Crocetta) per la gestione informatica della misura destinata ai lavoratori in cassa integrazione.

Piattaforma informatica trattazione istanze Cassa Integrazione in Deroga. Richiesta di accesso civico generalizzato ai sensi del d.lgs. 25 maggio 2016, n. 97

Con riferimento alle recenti vicende e polemiche che hanno interessato i ritardi nei pagamenti della cassa integrazione in deroga da parte di codesto Assessorato Regionale Lavoro, la scrivente O.S. apprende da fonti giornalistiche che la piattaforma informatica attualmente in uso ai dipendenti del Dipartimento Lavoro e degli uffici periferici, utilizzata nell’elaborazione delle istanze di cassa integrazione di cui in oggetto, sia stata affidata a una società esterna all’amministrazione regionale (denominata ETT).
Al riguardo la scrivente O.S. – ai sensi della Legge che regolamenta l’accesso civico generalizzato agli atti della Pubblica amministrazione – al fine di comprendere le scelte rivolte alla cura dell’interesse pubblico, con la presente chiede formalmente di conoscere dettagliatamente quali siano state le modalità dell’accordo contrattuale, le condizioni, la durata, la data di inizio e la data di fine del rapporto, gli importi relativi all’affidamento di tale fornitura, il soggetto responsabile del procedimento.
Si chiede anche di conoscere come l’Amministrazione intenda determinarsi circa la presunta (dichiarata dagli organi di governo in conferenza stampa del 7 maggio 2020) mancata efficacia del sistema e se si intenda procedere chiedendo i danni ai fornitori per l’eventuale nocumento subìto dai cittadini, dai lavoratori e dall’Amministrazione.
Si resta in attesa di cortese riscontro.
La presente a ogni effetto di Legge.

Firmato in originale
Il responsabile politiche del Lavoro                                                               I Segretari Generali
Fabrizio Masi                                                                                   D. Matranga – M. Minio

Orario di lavoro: riduzione con stesso stipendio al vaglio. Il piano

Il Dl di Aprile sarebbe in procinto di essere completato, anche se, nel frattempo, è diventato “di Maggio”. Si prevedono 55 miliardi a sostegno dell’economia, il reddito di emergenza (che diventerà “contributo”).

La novità più importante sul fronte occupazione: la possibilità di ridurre, per un periodo limitato, l’orario di lavoro, a parità di salario.

La misura non peserebbe sulle casse né dei lavoratori, né degli imprenditori, ma si sostanzierebbe in un massiccio intervento dello Stato che andrebbe a integrare la quota di salario che sarebbe ridotta dalla corrispondente riduzione dell’orario lavorativo.