Il Ministro della Funzione Pubblica. Smartworking nella Pa, il 30% dei dipendenti pubblici continuerà a lavorare da casa

È ora di rientrare. Dopo il 90% di dipendenti pubblici in smartworking nella fase acuta, gli uffici della Pubblica amministrazione si stanno via via ripopolando. Dopo il 4 maggio, come previsto anche dal decreto Rilancio, «al fine di assicurare la continuità dell’azione amministrativa», si prevede la «progressiva riapertura di tutti gli uffici pubblici» con il ritorno in sede di molti dipendenti. Rientro che prevede ancora presenze contingentate e limitate alle attività non svolgibili da remoto.
Ecco perché, dice la ministra Fabiana Dadone, «l’obiettivo è quello di mantenere l’esperienza del lavoro agile in una percentuale del 30% dei lavoratori». Tutti gli altri torneranno in ufficio, anche se con ingressi scaglionati e secondo una turnazione decisa in autonomia dalle singole amministrazioni. Ma almeno fino alla fine dell’anno una parte dei dipendenti pubblici potrà continuare l’esperienza del lavoro agile, in attesa, promette la ministra di «farlo diventare strutturale». Le amministrazioni dovranno nel frattempo fare una serie di valutazioni su quali compiti possano essere svolti ancora da remoto così da poter organizzare eventuali turnazioni dei dipendenti. Nei giorni scorsi è infatti partito dal ministero un questionario diretto agli uffici pubblici di tutta Italia per monitorare i primi mesi di smartworking nella Pa.