Legge 17 luglio 2020, n. 77 Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, recante misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonchè di politiche sociali connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19. (GU n.180 del 18-7-2020 – Suppl. Ordinario n. 25)

Il  Decreto, adesso diventato Legge 77/2020 prevede interventi per un valore di 55 miliardi di euro per limitare l’impatto economico dell’emergenza sanitaria su imprese, lavoratori con partite Iva, dipendenti, famiglie e terzo settore. In particolare la nuova normativa introduce la regola che per il 50% dei dipendenti della pubblica amministrazione con mansioni che possono essere svolte da casa lo smart working è prorogato fino al 31 dicembre. Inoltre, dal 2021 ed entro la fine di ogni anno, ciascuna pubblica amministrazione elaborerà il “piano organizzativo per il lavoro agile” (POLA). Il piano ha lo scopo di estendere fino al 60% la platea dei lavoratori del settore pubblico che potranno lavorare da casa.
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Musumeci attacca i dipendenti regionali, in realtà è il suo ‘Io’ che parla e ci dice: “Mandatemi a casa!”

Tratto da I Nuovi Vespri

Per la seconda volta in poco meno di due anni il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, attacca i dipendenti dell’amministrazione regionale. Lo ha fatto nell’Ottobre del 2018 quando ha dichiarato:

“Ci sono dei funzionari regionali – dice Musumeci – che si comportano da veri criminali. Io li manderei in galera. Io ho trovato una Regione che lo era solo sulla carta intestata. Non c’è un sistema informatico. Si lavora ancora con il cartaceo. Una pratica, per passare da un assessorato all’altro, può necessitare di mesi. Un funzionario può lasciare la pratica sulla scrivania e, invece di portarla al collega sullo stesso piano, la lascia sulla scrivani per due mesi. Criminali”.

Musumeci torna ad attaccarli oggi:

“L’ottanta per cento dei dipendenti regionali si gratta la pancia”.

L’attacco ai dipendenti regionali era ingiustificato quasi due anni fa ed è ancora meno giustificato oggi.

Due anni fa Musumeci era presidente della Regione da quasi un anno: se era convinto di quello che diceva avrebbe dovuto prendere provvedimenti. O rivolgersi alla magistratura.

Ora è quasi al terzo anno del suo mandato. E torna a pronunciare parole molto gravi. Come quasi due anni fa, il presidente lancia accuse generiche, senza scendere nei particolari. Dichiarazioni ‘politiche’ nel senso deteriore del termine: da politica-politicante.

Che dire di questa storia? Che il presidente Musumeci ha torto marcio. Non soltanto per i toni e per la solita genericità delle accuse che lancia, ma perché omette di ricordare che lui fa parte, da sempre, di quella politica clientelare siciliana che ha eliminato i concorsi pubblici nella pubblica amministrazione siciliana, aggirando la Costituzione italiana.

Quanti sono, oggi, i dipendenti regionali vincitori di concorso?

Quanti sono, oggi, i funzionari regionali vincitori di concorso?

Quanti sono, oggi, i dirigenti regionali vincitori di concorso?

Quanti sono, oggi, i dirigenti generali della Regione siciliana vincitori di concorso?

Che cosa pretende il presidente Musumeci da dipendenti regionali reperiti Iddio sa come? E lui, nel Novembre 2017, non è stato eletto con il concorso di quelle forze politiche che hanno combinato di tutto e di più con precari e stabilizzazioni?

La pubblica amministrazione – presidente Musumeci – è una scienza, non una bolgia di personale arrivato di qua e di là. Anzi, quello che fanno i dipendenti regionali di oggi è assai. Dovrebbe ringraziarli invece di offenderli.

Presidente Musumeci: invece di lamentarsi perché non propone una riforma della pubblica amministrazione regionale? Perché non sapete dove mettere le mani e perché, in Aula, tra l’altro, non avete i voti per farla approvare? Viste queste due condizioni – la vostra inadeguatezza e la mancanza di una maggioranza in Aula – perché non ve ne andate tutti a casa, maggioranza e opposizione?

Ecco, il punto è proprio questo: quella di Musumeci non è, in realtà, un semplice attacco ai regionali, ma uno sfogo del suo Io che prende il sopravvento e ci implora:

“Vi prego, mandatemi a casa!, mandatemi a casa!”.

Presidente, noi le siamo vicini, capiamo il suo ‘dramma’ psicanalitico. Ci dica come la possiamo aiutare. Bisognerebbe dare forza alla migliore parte di lei che la invita a tornare a Militello in Val di Catania. Avanti, forse il suo Io non sbaglia…