Decreto Legge 30 luglio 2020, n. 83 Misure urgenti connesse con la scadenza della dichiarazione di emergenza epidemiologica da COVID-19 deliberata il 31 gennaio 2020. (GU n.190 del 30-7-2020)

Il D.L. 83/2020 proroga lo stato di emergenza al 15 ottobre e ha l’effetto di prolungare l’efficacia di una serie di misure in materia di lavoro, scuola e sanità, specificate nell’allegato al decreto. In particolare, è prorogato lo “smart working” senza necessità di accordi individuali previsto dall’art. 90 del D.L. Rilancio. La proroga riguarda anche i termini utili per richiedere il congedo parentale di cui al D.L. Cura Italia, poi rafforzato con il D.L. Rilancio. Di conseguenza, ci sarà più tempo anche per richiedere il bonus baby sitter di 1.200 euro, di cui è possibile godere in sostituzione del congedo.
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Smart working. Roma bacchetta la regione. “In ufficio solo il 50%” del personale

Nella guerra che si è aperta da settimane tra la Regione Siciliana e i suoi dipendenti sullo smart working arriva un punto in favore di questi ultimi: dopo la direttiva con cui il governatore Nello Musumeci ha esortato i suoi assessori e i dirigenti regionali ad accelerare sul rientro in ufficio di tutti i lavoratori, Palazzo d’Orleans subisce l’altolà da parte del dipartimento Funzione pubblica della presidenza del Consiglio dei ministri.

Roma ha scritto alla Regione per richiamarla al rispetto di una norma ben precisa contenuta nella legge di conversione del decreto Rilancio e che affronta il delicato tema della “operatività” degli uffici pubblici in tempi di Covid-19: le Amministrazioni sono tenute ad “organizzare il lavoro dei propri dipendenti e l’erogazione dei servizi attraverso la flessibilità dell’orario di lavoro – si legge nella nota inviata dall’Ispettorato per la Funzione pubblica del dipartimento -, rivedendone l’articolazione giornaliera e settimanale e applicando il lavoro agile al 50% del personale impiegato nelle attività che possono essere svolte in tale modalità”.