Dadone si appella ai dirigenti: non rifiutiamo il lavoro agile, governiamolo

II lavoro agile non è l’eldorado dei fannulloni ma uno strumento in più per valorizzare chi merita. La ministra Dadone lo ripete ormai da mesi e i risultati dell’esperimento forzato legato al lockdown le danno ragione. La ministra punta ora a “cambiare ottica sul lavoro e improntarlo sul risultato”. Il che permette, molto più dei fantomatici controlli biometrici, di “stanare i cosiddetti fannulloni che negli anni sono stati al centro dell’attenzione di alcuni miei predecessori e dalla stampa”. “Fa più notizia un albero che cade di una foresta che cresce. Chi sbaglia – ha sottolineato Dadone – deve essere stanato e allontanato, ma i tanti che lavorano vanno valorizzati e lo smart working è molto utile per rendersi conto di chi lavora e produce. E consente di intervenire su chi fa poco, a casa come in ufficio. Se abbiamo più risultati nel settore pubblico, aumentano anche la competitività e gli investimenti delle imprese”. Da qui l’appello della ministra ai dirigenti pubblici: ” Non arrocchiamoci sulla paura del nuovo, continuiamo a sfruttare questa fase, da qui a fine anno, per capire come strutturare i Pola, i Piani organizzativi del lavoro agile: si possono prevedere ingressi alternati e front office distanziati con orari e su prenotazione. Ok ai reingressi, ma non stacchiamoci dallo strumento del lavoro agile. Non rifiutiamolo, governiamolo”.