Il lato oscuro dello smart working

Ancora oggi a 3,5milioni di lavoratori operano da casa. Ma l’«esodo» colpisce duramente un indotto fatto di ristorazione, pulizie e facility management.

Il rientro di settembre, con la ripresa dopo le ferie e la riapertura delle scuole, dimentica alcuni settori che resteranno fermi (o quasi) anche nelle prossime settimane. E, forse, continueranno a essere duramente colpiti per tutto il 2020. Sono i lavoratori che operano nell’indotto degli uffici che sono stati svuotati dallo smart working su larga scala a causa dell’emergenza sanitaria da Covid-19. Trasporti locali, mense aziendali, manutentori, addetti alle pulizie, magazzinieri. Per questi comparti la crisi generata dal lockdown è stata solo l’inizio: l’estrema prudenza con cui continueranno a essere gestiti i rientri nei luoghi di lavoro per evitare i contagi sarà, di fatto, una minaccia per la continuità dei conti di queste aziende, tranne per chi non ha saputo radicalmente rinnovare il proprio business.

Caso Tar-migranti. Sospensione dell’ordinanza di Musumeci: gli uffici di Palazzo d’Orleans hanno presentato l’istanza fuori tempo massimo e a una posta elettronica errata

La Regione siciliana ha “formalmente presentato” la richiesta di audizione davanti al Tar Palermo dopo la decisione del governo nazionale di impugnare l’ordinanza del presidente Nello Musumeci di chiusura dei centri per migranti nell’Isola, poi sospesa cautelativamente. Solo che la richiesta è stata inviata  “ad un indirizzo telematico errato” e “comunque tardivamente”. Lo afferma l’ufficio stampa della Giustizia amministrativa in merito alle affermazioni del governatore che “ha più volte dichiarato che il Tar Palermo ha deciso senza neppure ascoltare la Regione, accuse rincarate nel corso della trasmissione condotta da Stefano Porro, Quarta Repubblica del 31 agosto, in cui  ha affermato il Tar non ci ha voluti ascoltare”.