Approvata all’Ars la norma per permettere ai lavoratori richiamati in servizio di rimanere in pensione

Ok alla norma “salva-pensionati”. 500mila euro per permettere ai lavoratori richiamati dalla pensione di tornare a riposo nei soli casi in cui l’eventuale riammissione in servizio comporti una prestazione lavorativa non superiore a 70 giorni e comunque di una brevità temporale tale da non giustificare per la sua tenuità, alcun interesse pubblico attuale e concreto per l’amministrazione stessa.

La P.a. rinuncia alla carta. Solo comunicazioni digitali

La p.a. dovrà comunicare con cittadini e imprese solo con strumenti digitali. E non potrà chiedere documenti di cui sia già in possesso. Il principio del «once only», finora sempre rimasto sulla carta, potrà diventare realtà grazie all’ampliamento delle banche dati che dovranno cominciare a parlarsi (entro un termine perentorio) condividendo a regime le proprie informazioni.

Sul silenzio silenzio assenso la novità più rilevante è rappresentata dalla possibilità per il cittadini di richiedere l’attestazione dell’accoglimento della domanda (si veda ItaliaOggi del 25 maggio). Il cittadino che ha presentato una istanza alla p.a. e non ha avuto risposta nel termine di 30 (o al massimo 90 giorni), potrà chiedere all’amministrazione di rilasciare in via telematica, un’attestazione dell’intervenuto accoglimento della domanda. E gli enti pubblici non potranno sottrarsi a questo adempimento, perché, una volta passati dieci giorni dalla richiesta, senza aver ricevuto nulla, l’attestazione che certifica il silenzio-assenso potrà essere sostituita da una dichiarazione autocertificata da parte del privato (ai sensi dell’art. 47 dpr 445/2000).

Proposta Cobas/Codir di aggiornamento del sistema di misurazione e valutazione della performance per il 2022

Con riferimento alla proposta di aggiornamento del sistema di misurazione e valutazione della performance per l’anno 2022 il Cobas/Codir, pur prendendo atto dell’introduzione di alcune modifiche (modifica del parametro di mitigazione relativamente alla performance organizzativa del personale del comparto non dirigenziale e procedura di conciliazione affidata ad un soggetto terzo), richieste espressamente da questa O.S. (cfr. nota prot. n. 20/1463 del 30 novembre 2020), non può che ribadire tutte le perplessità già evidenziate con la nota sopra citata a cominciare dalla complessità delle procedure da cui deriva la quasi impossibilità di rispettare la tempistica prevista, oltre al fatto che per mettere in atto il complesso meccanismo previsto è necessario distogliere dalle attività ordinarie un cospicuo numero di dipendenti che, invece, potrebbero colmare quelle carenze di organico manifestate da tutti i Dipartimenti.

Tra l’altro con la proposta di aggiornamento per il 2022 il sistema viene ulteriormente complicato e appesantito dal coinvolgimento degli stakeholder, su parere dell’OIV. Questa O.S. reputa controproducente imitare le teorie del New Public Management anglosassone, ormai da tempo superate, con la convinzione della possibile efficace estensione alla pubblica amministrazione di tecniche di gestione aziendale. Le pubbliche amministrazioni non sono aziende, non producono beni o servizi da vendere sul mercato, non producono dividendi. Gestiscono funzioni e servizi, spesso anche diseconomici. Riteniamo, pertanto, impraticabile l’idea di consentire agli utenti di esprimere soddisfazione per i servizi resi, sulla scorta del voto che normalmente si esprime in stelle (da una a cinque) per il servizio ricevuto.

La questione centrale, ad avviso di questa O.S., non è come valutare, ma cosa valutare.

La legge sul procedimento amministrativo, la 241/1990, pone un principio sacrosanto: la pubblica amministrazione deve concludere con un provvedimento espresso entro un termine certo. Questo termine potrebbe e dovrebbe essere lo strumento principale per determinare l’efficienza dell’operato.

La nuova proposta ripropone l’ambiguità tra azioni e obiettivi assegnati al personale del comparto non dirigenziale. Non si chiarisce, infatti, se gli obiettivi possono essere assegnati solo alla dirigenza o a titolari di posizioni organizzative, a cui spetta un’indennità ad hoc per il loro raggiungimento mentre per il personale del comparto si debba parlare di azioni o apporto agli obiettivi della struttura.

Anche la nuova proposta obbliga i dirigenti alla “differenziazione delle valutazioni” dei dipendenti in modo forzato (“capacità di valutazione dei propri collaboratori, dimostrata tramite una significativa differenziazione dei giudizi”).

La nuova proposta non tiene conto della necessità, più volte manifestata, di rendere più equo il sistema di valutazione ed evitare discriminazioni tra dipendenti che vengono valutati, già da molti anni, dalla dirigenza di struttura secondo metri di valutazione discrezionali e non omogenei, attraverso l’adozione di altre tipologie di valutazione che vadano oltre la mera valutazione effettuata dal superiore gerarchico.

Le “Linee guida per la misurazione e valutazione della performance individuale” n. 5/19 della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Funzione Pubblica prevedono la possibilità, per l’Amministrazione, di introdurre nel proprio Sistema nuovi metodi di valutazione che prevedono il coinvolgimento di ulteriori soggetti valutatori.

Un sistema di valutazione più equilibrato e obiettivo, infatti, non può che andare a beneficio della macchina amministrativa anche per il rilievo che la stessa valutazione avrà relativamente alla progressione economica orizzontale e verticale del personale.

Non è stata, inoltre, accolta la richiesta di una omogeneizzazione del sistema di valutazione tra comparto e dirigenza: mentre il dirigente che consegue una valutazione insufficiente perde solo la parte dell’indennità di risultato pari al 30%, il personale del comparto con una valutazione insufficiente (inferiore a 59), percepisce ORA una quota di salario accessorio pari a zero, contrariamente al sistema adottato in precedenza che ha previsto l’erogazione di un compenso minimo pari al 70% per la partecipazione al piano di lavoro.

Il personale del comparto risulta, altresì, danneggiato dalle risultanze della valutazione della performance organizzativa. Infatti, in caso di performance organizzativa del dipartimento, in quarta fascia (da 0% a 49%), il personale del comparto non percepirebbe alcuna quota di salario accessorio il che è francamente incongruente anche perché il comparto verrebbe “punito” oltremodo per scelte politiche, programmatiche e amministrative su cui non solo non ha avuto alcun ruolo e che ha, invece, per certi versi, subito. (pag. 32, punto 4, tab. 4/1).

Per quanto sopra, considerate le refluenze che suddetto sistema di valutazione avrà certamente nei confronti di alcuni istituti contrattuali (progressione economica orizzontale, distribuzione del salario accessorio, differenziazione del premio individuale, etc.), si chiede, ancora una volta, di volere apportare alcune modifiche che possono così riassumersi:

  1. semplificazione delle procedure e introduzione come parametro di misurazione del rispetto dei termini di conclusione di un procedimento amministrativo;

  2. precisazione sugli obiettivi che sono solo della dirigenza o dei titolari di posizione organizzativa;

  3. puntualizzazione, per la dirigenza: “capacità di valutazione dei propri collaboratori, dimostrata tramite una significativa differenziazione dei giudizi” è da intendersi che a fronte di giudizi differenti, il punteggio finale può anche essere uguale;

  4. superamento del sistema di valutazione gerarchico con altri sistemi più equilibrati come la valutazione dal basso (bottom-up) o la valutazione a 360°;

  5. garantire anche al comparto una quota minima di salario accessorio pari almeno al 70%.

Si rappresenta che, qualora le proposte di modifica non dovessero essere accolte il Cobas/Codir confermerà, come per gli anni precedenti, il proprio giudizio assolutamente negativo nei confronti del sistema di misurazione e valutazione della performance .


Proposta di aggiornamento del sistema di misurazione e valutazione della performance per l’anno 2022

Green pass obbligatorio per i dipendenti pubblici? Per ora si decide sugli insegnanti, ma la discussione sui dipendenti pubblici è aperta

Il ministro azzurro Renato Brunetta propone di estendere il green pass obbligatorio alla Pubblica amministrazione: “FI è per l’obbligo vaccinale per gli insegnanti, ad esempio, che io estenderei per legge ad altri: a chi fa front office nella pubblica amministrazione e a chi lavora nei servizi pubblici”.

Proposta di aggiornamento del sistema di misurazione e valutazione della performance per l’anno 2022

Ai sensi e per gli effetti dell’articolo 4 del vigente CCRL del comparto non dirigenziale e dell’articolo 9 del CCRL del personale con qualifica dirigenziale si fomisce l’informazione preventiva concernente I’aggiornamento del sistema di misurazione e valutazione della performance per I’anno 2022 elaborata sulla base delle raccomandazioni del parere obbligatorio e vincolante reso dall’OIV con nota n. 1203 del 18/12/2020
ai sensi dell’art.7 del d.lgs. n. 150/2009 sull’aggiornamento per l’anno 2021 adottato con D.P.Reg. n. 44 del l5/01/2021 nonchè degli esiti del confronto con le OO.SS. per 1o stesso documento.
In particolare le modifiche introdotte nello schema allegato sono le seguenti:

  • Modalità di coinvolgimento degli stakeholder per la valutazione della performance organizzativa (parere OIV);
  • Attribuzione del punteggio relativo al comportamento organizzativo dei dirigenti apicali (parere OIV e note metodologiche);
  • Tabella relativa al parametro di mitigazione perfonnance organizzativa del comparto non dirigenziale (parere OIV e richiesta da parte delle OO.SS).
  • Procedura di conciliazione e soggetto terzo (parere OIV e richiesta da parte delle OO.SS).
  • Declaratorie per la valutazione del comportamento organizzativo del comparto integrate per la modalità di misurazione del lavoro agile sulla base delle linee guida sul piano organizzativo del lavoro agile (POLA) e indicatori di performarice – dicembre 2020 emanate dal Dipartimento della Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Delle stesse declaratorie e stata modificata la grafica per semplificazione e per rendere la lettura più fluida (parere OIV).
  • Ipotesi di valutazione in caso di malattia da discutere con le OO.SS. (criticità rilevata in sede di applicazione del SMVP).
  • Proposta di un paragrafo ftnalizzato all’individuazione di criteri”finalizzati a rendere maggiormente trasparente l’attribuzione del punteggio relativo al comportamento organizzativo anche per i dirigenti non apicali (per omogeneità ai dirigenti apicali).

Proposta aggiornamento sistema misurazione e valutazione performance anno 2022


Proposta Cobas/Codir di aggiornamento del sistema di misurazione e valutazione della performance per il 2022

Pagelle agli statali per garantire la qualità dei servizi. Più tutela ai cittadini voti e sanzioni ai dirigenti

Pubblica amministrazione, più tutela ai cittadini: gli utenti potranno dare i voti ai dirigenti. La novità in un emendamento approvato al decreto su semplificazioni e governance. Tagli di stipendio e multe ai funzionari che si rifiuteranno di rilevare il gradimento. Il governo potrà nominare commissari per sostituire i “burocrati” contro il piano.

La norma è passata, fino a questo momento, inosservata. Due sole righe inserite nel decreto sulle semplificazioni e la governance del Recovery Plan che, in qualche modo, potrebbero cambiare il rapporto tra i cittadini e la Pubblica amministrazione. Dal momento in cui il decreto sarà convertito in legge (per ora è stato approvato alla Camera e ora arriverà al Senato in un testo considerato ormai blindato), i dirigenti pubblici dei singoli uffici dovranno non solo offrire online tutti i loro servizi, ma saranno anche obbligati a «consentire agli utenti di esprimere soddisfazione per i servizi in rete». Il sistema che viene in mente è un po’ quello a cui tutte le piattaforme, da quelle di consegna del cibo a domicilio fino a quelle di pagamento, hanno abituato i consumatori. Ossia la possibilità di dare un “voto” normalmente espresso in stelle da uno a cinque per il servizio ricevuto.

Contratto statali, «aumenti di stipendio e carriere più rapide». Nascerà un’area per le alte professionalità. Il 50% dei quadri sarà interno.

Stipendi più simili a quelli dei dirigenti che dei funzionari. Con una parte della retribuzione legata ai risultati e alle posizioni di responsabilità occupate. Sul tavolo del rinnovo del contratto degli statali il governo, per il tramite dell’Agenzia Aran, mette la nascita di una quarta area, per ora non battezzata con nessun nome, ma che assomiglia molto a quella dei “quadri” del privato. Secondo la bozza presentata ieri dal presidente dell’Aran, Antonio Naddeo, ai sindacati, in questa quarta area entreranno persone con competenze, si legge nel documento, “altamente specialistiche”.

La proposta di Confindustria: Dipendenti vaccinati o a casa senza stipendio. Landini la boccia. “Spero sia un colpo di caldo”

Il green pass per contrastare la ripresa dei contagi non divide solo il governo, ma mette in subbuglio anche le associazioni di categoria, già sensibilizzate per le polemiche sullo stop ai licenziamenti tranne in tre comparti. Con una mail interna, nei giorni scorsi la direttrice generale della confederazione degli imprenditori, Francesca Mariotti, ha scritto alle imprese associate per informarle delle interlocuzioni avviate con il governo, basate sulla possibilità di richiedere ai dipendenti il certificato verde digitale Covid-19 al fine di garantire la salute dell’ambiente di lavoro.

E nel caso in cui il dipendente non l’avesse, potrebbe essere cambiato di mansioni oppure sospeso con effetti sulla retribuzione.


Green Pass Obbligatorio: ecco tutte le novità per gli italiani annunciate da Draghi

Green Pass Obbligatorio: ecco tutte le novità per gli italiani annunciate da Draghi

Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al nuovo decreto legge Covid.

E dunque il presidente del Consiglio Mario Draghi, parlando in conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri, ha parlato dunque degli obblighi legati al green pass e dei nuovi parametri per definire le zone di colore in Italia.

Con i vecchi parametri, ha sottolineato, molte regioni passerebbero di nuovo in zona gialla, invece così restano in zona bianca.


La proposta di Confindustria: Dipendenti vaccinati o a casa senza stipendio. Landini la boccia. “Spero sia un colpo di caldo”

Infortunio in itinere: cos’è, in quali casi l’INAIL lo indennizza

Infortunio in itinere: cos’è, in quali casi l’INAIL lo indennizza e in quali invece non riconosce l’indennizzo al lavoratore infortunato?

L’infortunio in itinere è l’incidente che si verifica durante il tragitto casa-lavoro e a causa del quale il lavoratore riporta lesioni, che vengono indennizzate dall’INAIL con il riconoscimento di una somma capitale o di una rendita (in base alla gravita delle lesioni), in presenza di determinate condizioni. Questo perché l’infortunio che si verifica nel tragitto suddetto e in quelli che andremo ad analizzare è considerato come evento verificatosi “in occasione” del lavoro.