Aumento dei contagi in Sicilia. Nuova Ordinanza contingibile e urgente (n. 84 del 13 agosto 2021). Divieto di accesso negli uffici pubblici agli utenti privi di green pass

Ricognizione della popolazione non vaccinata, obbligo di uso della mascherina all’aperto se in luoghi affollati, divieto di accesso negli uffici pubblici agli utenti privi di green pass. E, ancora, obbligo di tampone per partecipare a cerimonie se non si è completato il ciclo vaccinale e tampone obbligatorio anche per chi arriva dagli Usa.

SMART WORKING IN CAMBIO DELLA RIDUZIONE DELLO STIPENDIO? L’IDEA LANCIATA TRA LE PAGINE DEL CORRIERE DELLA SERA

I cambiamenti, anche negativi, spesso partono così. Si lanciano sondaggi, apparentemente neutrali, si strumentalizzano i risultati a proprio vantaggio e si diffondono sui principali giornali.

In questo modo si sperimenta la reazione del pubblico rispetto al cambiamento e in base a questa si può programmare la sua attuazione nel futuro più o meno immediato.

Ridurre lo stipendio in cambio di smart working?

Questo potrebbe essere il caso della domanda lanciata, quasi ingenuamente, tra le pagine del Corriere della Sera. “Smart working, accetteresti un taglio dello stipendio per non tornare più in ufficio?” è questo il titolo di un recente articolo del giornale di via Solferino.

E la risposta che traspare dalle righe è sostanzialmente positiva, facendo così pensare che in fondo i dipendenti sarebbero disposti ad una riduzione dello stipendio potendo così contare sui presunti benefici dello smart working.

Con il lavoro da remoto si lavora generalmente di più. Non solo: bisogna anche aggiungere che con lo smart working tutta una serie di costi, che vanno dall’elettricità, all’acqua, passando per internet, non sono più a carico dell’azienda, ma del lavoratore. Se si lavora di più e se si hanno nuovi costi a carico, perché mai un dipendente dovrebbe accettare di ridursi lo stipendio?

Pensioni, come andarci il prima possibile: le migliori opzioni

Andare in pensione il prima possibile è il sogno di tutti, meglio se con un assegno più alto. Non si può però voler tutto dalla vita: va detto, infatti, che l’attuale sistema di calcolo – il contributivo – è stato istituito in maniera tale da penalizzare coloro che decidono di anticipare l’accesso alla pensione.

Non è detto, dunque, che andare prima in pensione sia anche l’opzione – economicamente – più conveniente; anzi non è mai così e bisogna mettere in conto di dover rinunciare a qualche soldo sulla pensione se si vuole smettere di lavorare in anticipo.

Quello che molti si chiedono però è: qual è l’opzione – tra le tante disponibili – che consente di andare in pensione prima delle altre?

È online, in via sperimentale, e solo per l’inserimento dei curricula, il Portale Reclutamento

È online, in via sperimentale, e solo per l’inserimento dei curricula, il Portale Reclutamento InPA, che diventerà nei prossimi anni il punto di riferimento per l’accesso alla Pubblica Amministrazione. Ecco come funziona.

Per accedere al Portale InPA occorrerà collegarsi al seguente indirizzo: “www.inpa.gov.it“. Per la registrazione al Portale del Reclutamento sarà necessario essere in possesso di credenziali digitali, quindi:

  • SPID;
  • Carta Nazionale dei Servizi;
  • Carta d’Identità Elettronica.

LeggiOggi – Portale Reclutamento InPA, registrazioni al via: come funziona

PEO – Mancata valutazione dei titoli di studio conseguiti dopo il 1° gennaio 2019. Inserito chiarimento tra le FAQ

Chi ha inserito un titolo di studio acquisito dopo il 1.1.2019 che non verrà considerato quale titolo ai fini del punteggio PEO dovrà segnalare il titolo posseduto tramite [email protected] indicando tutti i dati del maggior titolo posseduto alla data del 31/12/2018 e l’amministrazione provvederà alla correzione.

D.D.G. n. 3123 del 9 agosto 2021. PEO – Integrazione bando. Il possesso dei titoli di studio va riferito alla data del 31 dicembre 2018

L’articolo 4 del DDG n. 2713 del 12/07/2021 è integrato con il seguente periodo: In coerenza con la decorrenza delle progressioni economica, stabilita al 1 gennaio 2019, l’esperienza professionale maturata ed i titoli di studio ed ulteriori titoli sono riferiti alla data del 31/12/2018.

Proposta di aggiornamento del sistema di misurazione e valutazione della performance per il 2022 – Integrazione

Il 27 luglio u.s. si è aperto presso la Funzione Pubblica il tavolo di confronto sindacale sulla proposta dell’Amministrazione di aggiornamento del sistema di misurazione e valutazione della performance per l’anno 2022.

Nei confronti di suddetta proposta il Cobas/Codir ha già inviato le proprie controdeduzioni (cfr. nota prot. n. 21/1019 del 27 luglio 2021).

In sede di confronto si è, tuttavia, posta la necessità di determinare la valutazione da assegnare al personale del comparto non dirigenziale nel caso di malattia che causa assenza totale nell’intero anno o in un determinato periodo oggetto di valutazione.

Relativamente al caso in questione, il Cobas/Codir ritiene che il problema vada correttamente affrontato in sede di rinnovo contrattuale e che, pertanto, al personale del comparto non dirigenziale vada erogato l’intero salario accessorio che viene già decurtato sulla base della vigente normativa per i periodi di malattia fino a 10 gg.. Ciò anche nella considerazione della disparità di trattamento che si verrebbe a creare rispetto al personale con qualifica dirigenziale che, nel caso di malattia per l’intero anno, percepisce, comunque, la parte di salario accessorio relativa all’indennità di posizione.

Alla faccia dello svecchiamento della Pubblica Amministrazione. I pensionati potranno collaborare con gli uffici pubblici con retribuzione: verso la svolta che cancella il divieto?

Possibile ritorno della retribuzione per il lavoro in pensione svolto per incarichi presso la pubblica amministrazione.

Lo prevede un emendamento al Recovery Plan. In questo modo, dunque, si andrebbe a rivedere quanto stabilito da governo Monti nel lontano 2012 nell’ambito della spendig review.

In sostanza in base alla vigente normativa la pubblica amministrazione non può conferire incarichi retribuiti ai pensionati ma solo gratuiti. Il lavoro in pensione verso la PA è ammesso solo se fatto gratuitamente.

L’emendamento al Recovery Plan vorrebbe intervenire su questo punto reintroducendo anche la possibilità della retribuzione a fronte dell’incarico conferito al pensionato.

Brunetta avverte i dipendenti pubblici: “Adesso si fa sul serio”

Secondo il Ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, un lavoro nel pubblico impiego viene percepito oggi “come un ripiego, o peggio come un ammortizzatore sociale”. Lo ha dichiarato nel corso di un’intervista rilasciata a Il Sole 24 Ore, ma non è la prima volta che questo si lascia andare a dichiarazioni di questo genere che di certo non gli valgono le simpatie dei dipendenti pubblici.

Ma è proprio a questi che Brunetta si rivolge, avvertendo loro che “la musica è cambiata” in quanto siamo entrati in “un’altra Italia e la pubblica amministrazione ha bisogno di tutti”. La pandemia deve rappresentare, secondo il Ministro, un punto di svolta: serve, in questo “rinascimento post-pandemico” rigenerare la macchina amministrativa, in quanto “un Paese che cresce ai ritmi con cui sta crescendo l’Italia ha bisogno di una PA al massimo delle proprie potenzialità”.