Più progressioni verticali per tutti!

Dal blog di Luigi Oliveri luigioliveri.blogspot.it

Scrive Oliveri: Il Messaggero del 3 settembre 2021 nell’articolo “Pronto il contratto per gli statali: aumenti in arrivo” ci informa che “i passaggi tra aree all’interno possano avvenire senza la necessità di avere il titolo richiesto per l’accesso dall’esterno. Insomma, se per una determinata posizione dall’esterno sarà necessaria la laurea, dall’interno potrebbe bastare il diploma”.

Secondo Oliveri non si riesce a capire quale sia il nesso logico di questa riforma.

Se si consente ad una vastissima platea di dipendenti pubblici di salire di carriera anche senza titolo di studio, non si comprende perché, allora, si urli continuamente alla mancanza di competenze e qualità, tanto da spingere verso concorsi frettolosamente gestiti. Che, per altro, puntano moltissimo proprio sui titoli di studio, come elemento qualitativo.

Progressioni verticali ampie e diffuse, come quelle che si paventano, porteranno al paradosso della convivenza, in medesime qualifiche, di personale reclutato sulla base di titoli ed esperienze di eccellenza, con personale vecchio, privo di titoli e sostanzialmente per sola anzianità.

Come si pensa di poter davvero innovare e rendere efficiente la PA con queste paradossali contraddizioni in termini?