Pensioni, in vista un’altra riforma? Tutte le strade per lasciare il lavoro in anticipo

Mentre si avvicina la scadenza dell’ormai famosa pensione «Quota 100», l’anticipo introdotto nel 2019 che cesserà i suoi effetti alla fine dell’anno, si fanno i conti per la nuova legge di bilancio 2022, che dovrebbe portare un probabile allargamento della platea dell’Ape sociale, il cosiddetto anticipo pensionistico che consente di lasciare il lavoro con almeno 63 anni di età. Non solo la Lega, ma pure i sindacati tuonano contro il ritorno “tout court” alla legge Fornero (niente pensione prima dei 67 anni), invocando nuove forme di flessibilità. Puntando soprattutto su «Quota 41», ossia la possibilità di uscita al quarantunesimo anno di contribuzione, a prescindere dall’età anagrafica. Oppure su pensionamenti anticipati a 62-63 anni.
Le opzioni sul tavolo sono tante, ma che rischiano tutte di incagliarsi sul nodo dei costi. Dal momento che la spesa per le pensioni potrebbe condizionare gli aiuti finanziari (vedi soprattutto le somme a fondo perduto) da parte dell’Unione Europea. La conferma di quanto annunciato la si vedrà solo dopo la presentazione del testo ufficiale della legge di Bilancio in Parlamento, atteso per il mese di novembre.