La speranza di vita sta scendendo a causa della pandemia e per via della crisi economica. Bisogna eliminare l’età pensionabile agganciata alle aspettative di vita dei lavoratori

Tratto da investireoggi.it

La speranza di vita media degli italiani sta calando. A certificarlo è l’Istat dopo due anni di emergenza pandemica che non è ancora finita. Nel 2021 la vita media degli italiani è calata di 1,2 anni.

Cosa significa questo? In pratica se la vita media degli italiani diminuisce dovrebbe diminuire anche l’età pensionabile, visto che questa è stata agganciata alla speranza di vita dopo la riforma Fornero.  Invece no.

Pensioni e speranza di vita non vanno di pari passo

La legge prevede infatti che se la speranza di vita diminuisce, l’aumento dell’età pensionabile si sospenda. In pratica è come se si prendesse una pausa in attesa della ripartenza. Un controsenso che ha dell’assurdo, ma che il legislatore dell’allora governo Monti ha ben pensato di non toccare.

Stando ai numeri, nel 2013 bastavano 66 per andare in pensione di vecchiaia, oggi ne servono 67. E così sarà fino al 2024 e probabilmente fino al 2026 visto che la vita media degli italiani si è accorciata per via del covid.

E non è detto che è detto che l’attuale crisi economica derivante dalla guerra in Ucraina non congeli del tutto questa data, visto e considerato che le condizioni economico-sociali della popolazione stanno regredendo.

Cambiare le regole Fornero con la riforma

Ma torniamo alle pensioni e alla speranza di vita. Come fanno notare alcuni studiosi, nel 2012, quando fu varata la riforma Fornero si andava in pensione a 66 anni e la vita media degli italiani era di 79 anni per gli uomini e 84 per le donne. Dopo otto anni la speranza di vita è di 80, 1 per gli uomini e 84,7 per le donne. Più o meno come nel 2019, prima dello scoppio della pandemia.

Come fa notare l’Istat, la vita media degli italiani non cresce più, anzi tende a diminuire.

L’età pensionabile andrebbe pertanto modificata in senso negativo (positivo per i lavoratori) perché avranno meno tempo per godersi la rendita dello Stato.

Una pensione che, in ogni caso, tende a scendere con l’avvicinarsi della entrata a regime del sistema di calcolo contributivo puro. L’importo medio delle pensioni, infatti, scende di anno in anno proprio per questo motivo.

A questo punto – come sostengono i sindacati – se non si elimina il meccanismo che aggancia le pensioni alla speranza di vita, c’è il rischio concreto che le rendite vengano bruciate nel tempo più di quanto farà l’inflazione. Ed è questo uno degli aspetti più iniqui della riforma Fornero che va assolutamente cambiato.