Fragili, niente smart working semplificato nel settore pubblico

Tratto da PAmagazine

I lavoratori fragili del pubblico impiego dal 1 luglio non hanno più tutele contro il Covid, che pure ha rialzato la testa, e molti di loro sono dovuti tornare a lavoro. In compenso diverse settimane fa è stato approvato alla Camera un ordine del giorno al dl Aiuti che impegna appunto il Governo a valutare la possibilità di adottare, nel primo provvedimento utile, e, comunque, nel più breve tempo possibile, ogni iniziativa necessaria, anche di carattere legislativo, per assicurare a tutti i lavoratori fragili precedentemente tutelati una continuità delle tutele a far data dal 1° aprile 2022 sino alla data del 31 dicembre 2022, e ad ampliarle anche al personale delle Forze armate e delle Forze di polizia a ordinamento militare in servizio effettivo.

La beffa

Complice la crisi di Governo, lo sfilacciamento nei partiti, la campagna elettorale permanente, il fatto che il ministro Renato Brunetta sia uscito da Forza Italia, l’ordine del giorno al dl Aiuti a favore dei fragili è finito però nel cassetto. Per lavoratori fragili si intendono i disabili e tutti coloro che sono affetti da patologie croniche con scarso compenso clinico e con particolare connotazione di gravità. Rientrano ad esempio nella categoria dei fragili i pazienti con marcata compromissione della risposta immunitaria, i pazienti oncologici (in terapia o meno) o che presentano 3 o più delle seguenti condizioni patologiche: cardiopatia ischemica, fibrillazione atriale, scompenso cardiaco, ictus, diabete mellito, bronco-pneumopatia ostruttiva cronica, epatite cronica, obesità.

Le tutele perdute

Dal lockdown in poi (con varie proroghe, non prive di alcuni ‘buchi’ temporali) i lavoratori fragili, sia pubblici che privati, sono stati messi in smart working fisso, con anche eventuali cambi di mansioni nel caso non si potesse svolgere il proprio lavoro in maniera agile. In alternativa, per chi proprio faceva un lavoro che non si potesse svolgere da remoto, è stata data la possibilità di prendersi periodi di malattia, equiparati al ricovero in ospedale. Tutte queste tutele sono scadute però, per il comparto pubblico, il 30 giugno. Andrea Crisanti ha affermato nelle settimane scorse che ai fragili che sono in età da lavoro bisognerebbe dare la possibilità di lavorare a casa o creare ambienti protetti in ambito di lavoro.

Pubblico e privato

Pubblico e privato rispettano ora regole diverse in materia di smart working per i fragili. Nella Pa si agisce nel perimetro delimitato dalla circolare Brunetta-Orlando di gennaio sul lavoro agile (in cui i due ministri chiedevano ai datori di lavoro di ricorrere il più possibile allo smart working finché i contagi non sarebbero scesi) e dai Piao (i nuovi piani per l’organizzazione del lavoro che intervengono anche su questo aspetto). Nel privato invece il diritto al lavoro agile per i soggetti maggiormente esposti al rischio di contagio e per le famiglie con figli under 14 è scaduto il 31 luglio. La modalità semplificata che permette alle aziende di utilizzare lo smart working senza la necessità di stipulare l’accordo individuale con i propri dipendenti è in vigore invece fino al 31 agosto. Il decreto Aiuti bis a ogni modo dovrebbe introdurre una nuova proroga delle regole per il lavoro agile agevolato nel settore privato.