Il decreto milleproroghe ha prorogato i termini di prescrizione dei contributi dovuti all’INPS Gestione Pubblica. Intanto è arrivata la risposta (scontata) da parte dell’Inps alle istanze di sospensione dei termini di prescrizione dei contributi figurativi

Il decreto milleproroghe ha prorogato i termini di prescrizione dei contributi dovuti all’INPS Gestione Pubblica stabilendo, sostanzialmente, che le eventuali omissioni contributive da parte delle amministrazioni (cioè i contributi effettivi non versati e non i contributi figurativi) non cadranno in prescrizione fino al 31 dicembre 2023.

Intanto è arrivata la risposta dell’Inps alle istanze presentate con le quali veniva chiesta l’interruzione dei termini di prescrizione dei contributi figurativi.

I contributi figurativi sono quei contributi che vengono riconosciuti senza alcun versamento effettivo a carico del dipendente, cioè senza la necessità da parte del lavoratore di dover contribuire attivamente in termini economici.

I contributi figurativi sono, pertanto, una sorta di copertura “fittizia” (cioè non versati né dal datore di lavoro né dal lavoratore) per periodi in cui si è verificata una interruzione o una riduzione dell’attività lavorativa e di conseguenza non c’è stato il versamento dei contributi obbligatori da parte del datore di lavoro nè del lavoratore.

Premesso che i contributi figurativi non si prescrivono e che possono essere riscattati a titolo oneroso in qualsiasi momento, ecco la risposta dell’Inps:


Il decreto milleproroghe proroga i termini di prescrizione dei contributi dovuti all’INPS Gestione Pubblica