Se cade il governo si paga l’Imu? E dove sta il danno visto che sarà sostituita dalla service tax?

Letta minaccia: Se cade il governo si paga l’Imu.

Bella minaccia! Dove sta il danno visto che al posto dell’Imu il governo ha già deciso di introdurre la “Service tax” che, al proprio interno, conterrà la Tari, che prenderà il posto della Tarsu o della Tia (le imposte sui rifiuti), e la Tasi, ossia la “misteriosa” (copyright di Massimo Bordignon sul sito lavoce. info) imposta sui servizi indivisibili?

Senza contare il fatto che per finanziare il mancato pagamento delle rate Imu di giugno e settembre il governo ha dimezzato il tetto massimo di detraibilità delle polizze vita che passa dagli attuali 1.291,14 euro a 630 euro per il periodo d’imposta in corso alla data del 31 dicembre 2013. Poi si scende a 230 euro a decorrere dal periodo d’imposta 2014….Finta abolizione Imu. Non c’è Irpef sulle seconde case. Mazzata, invece, sulla detraibilità delle polizze vita….

“Pizzino” n. 1. “Ho solo un solo padrone, il popolo siciliano”. Ma su facebook tanti lo contestano

“Io antisistema: avevo 18 anni – ricorda il Governatore – e vendevo l’Unità davanti ai cancelli della fabbrica il venerdì e la domenica sul corso principale, poi ero segretario della Fgci dei giovani comunisti. Avevo 22 ed ero segretario di fabbrica della sezione del PCI e facevo parte della segreteria del PCI.

Ma la notizia non è questa. La vera notizia, invece, è che una parte degli oltre 63 mila fan che hanno cliccato “mi piace” sulla pagina del governatore, gli si è letteralmente rivoltata contro. Il dissenso è normale, penserà qualcuno, soprattutto verso un uomo che prende decisioni difficili ogni giorno e che non possono, certo, accontentare tutti. E’ vero: soprattutto sui social network, dissentire (più che essere usuale) è la prassi. E nonostante questo i commenti a sostegno del presidente non si contano sulle dita di due o tre mani, ma è innegabile che la maggior parte di quelli che hanno scelto di commentare il pizzino di Crocetta lo ha fatto per ‘dirgliene quattro’. Molti dichiarano anche di averlo votato e sostenuto, ma il commento più diffuso, quasi un copia e incolla tra i tanti che si possono leggere, è, in sostanza, “ vogliamo meno parole e più fatti”.

Crocetta si affida ai “pizzini” su facebook per comunicare direttamente con i cittadini

”Voglio ricominciare a comunicare direttamente ai cittadini la rottura col vecchio sistema e la rivoluzione. E’ forte il bisogno di riprendere immediatamente il discorso avviato e portato avanti nei nove mesi di governo attraverso il linguaggio chiaro dei pizzini su facebook, utilizzati durante la campagna elettorale, per parlare direttamente coi giovani, con le donne, con i disoccupati, con gli anziani, senza mediazioni”.

La profezia di confindustria. In Italia la recessione è finita

Il “fenomenale” miglioramento delle stime sul PIL italiano 2013, con il recupero da meno 1,9 a meno 1,7, induce i congiunturalisti di Confindustria a emettere l’annuncio gaudioso: fine della recessione….Confindustria: ‘La recessione e’ finita l’Italia è ad una svolta….

Facendo finta di non ricordare come, l’anno scorso, un’identica profezia fosse il cavallo di battaglia dell’allora responsabile economico del governo presieduto da Mario Monti, il fin troppo lungimirante Vittorio Grilli (a suon di premonizioni i rabdomanti della ripresa possono andare avanti per decenni, fino a quando non incapperanno nel momento giusto; come l’orologio rotto, che segna due volte al giorno l’ora esatta).

Meno tasse per tutti? Comuni costretti ai rincari per fare cassa

1.989 su 8.096 Comuni hanno già optato per l’aggiunta di un tributo locale alla tassazione nazionale del reddito delle persone fisiche; l’Irpef. Un quarto di questi municipi ha scelto di incrementare le aliquote dell’addizionale adottate lo scorso anno. Quella massima,corrispondente allo 0,8%, è stata scelta da 267 municipi, nella modalità “secca”, cioè  senza l’aggiunzione nemmeno di un’esenzione per le fasce di reddito più basse o uno scaglionamento sempre in base al reddito.

Dai Comuni alle città metropolitane

Palermo, Catania e Messina diventeranno città metropolitane, erediteranno poteri e competenze in passato divise fra Province e Regione e accorperanno al loro interno 51 Comuni oggi autonomi.

L’area metropolitana di Palermo ingloberà 20 Comuni e si estenderà ad est fino a Terrasini e dagli altri lati fino a Bagheria, Monreale e Belmonte (anche Ustica ne farà parte).

Quella etnea accorperà 18 paesi arrivando fino alle pendici dell’Etna e quella messinese sarà forte di 13 Comuni e avrà forme di collaborazione amministrativa anche con Reggio Calabria.