La querelle sugli 80 euro interessa da vicino più di 300mila dipendenti pubblici, e promette di accompagnare il dibattito sui contratti anche dopo la manovra. Il problema nasce dall’incrocio fra gli 85 euro (lordi) di aumento promessi dal rinnovo contrattuale, su cui la legge di bilancio interviene per completare il quadro dei finanziamenti, e il diritto a ricevere gli 80 euro (netti) del bonus Renzi. Nei giorni scorsi era circolata l’ipotesi di blindare nella manovra la clausola che salva gli 80 euro dall’effetto-aumenti, ma è complicato, per ragioni politiche ma anche costituzionali, distinguere esplicitamente la sorte dei dipendenti pubblici da quella di chi lavora nel privato e non ha salvaguardie. L’idea è quella di lasciare il compito ai contratti, come del resto prevedeva anche l’intesa firmata da governo e sindacati il 30 novembre dell’anno scorso.