L’UDC. All’Ars una legge ad hoc per i precari. Una soluzione che non accontenterà tutti

L’unica strada perseguibile, come spiegato dalla parlamentare centrista Margherita La Rocca Ruvolo, è approvare una legge regionale ad hoc varata dall’Assemblea regionale entro fine anno. “Una soluzione che non accontenterà tutti – spiegano i deputati – ma è anche l’unica percorribile: finalmente ci occupiamo di precari, e non come polvere da nascondere sotto il tappeto”. E per questo il gruppo Udc chiederà una corsia preferenziale che consenta l’approvazione in tempi il più brevi possibili.

Oggi pomeriggio si riunisce la Giunta. Intanto circolano bugie sul famp

È programmata per oggi pomeriggio la riunione della Giunta di governo.

All’ordine del giorno, tra l’altro, l’apprezzamento dell’accordo famp.

Intanto “qualcuno” sta facendo circolare la voce secondo cui se non ci fosse stata la richiesta di mensilizzazione del famp da parte di Cobas e Sadirs, non sarebbe stato necessario l’apprezzamento della Giunta e, probabilmente, avremmo già percepito l’anticipazione.

Niente di più falso!

Lo scorso anno l’ipotesi di accordo famp 2012 fu sottoscritta l’8 agosto 2012 e l’apprezzamento in giunta è avvenuto con Deliberazione n. 349 del 2 ottobre 2012 e solo il 19 novembre 2012 il ragioniere generale ha provveduto a ripartire le quote nei capitoli dei vari dipartimenti.

Quest’anno è dall’8 di ottobre che l’accordo 2013 giace sul tavolo della Giunta in attesa dell’apprezzamento.

La mensilizzazione (che in prima applicazione sarà trimestralizzazione) consentirà l’impegno e il vincolo delle somme già a partire dal mese di gennaio evitando la (eventuale) destinazione ad altri scopi tramite variazione di bilancio.

Dipendenti demotivati, l’Ast prepara 50 promozioni. I dipendenti regionali invece sono MOTIVATISSIMI. O no!

L’Ast (società partecipata della Regione) ha chiuso un accordo con i sindacati (SARANNO SICURAMENTE SINDACATI ESTERI) accogliendo le loro richieste sulle promozioni.

«La paralisi degli avanzamenti di carriera – scrive il direttore generale Giovanni Amico – ha significative conseguenze sulla produttività del personale. La leva motivazionale della progressione di carriera si manifesta come la principale spinta del dipendente al miglioramento delle proprie professionalità e alla profusione del massimo impegno. La scomparsa di tale leva non può che avere conseguenze negative sulla performance lavorativa riducendo fortemente la spinta al miglioramento e quindi all’efficacia della prestazione».

Quando finirà la crisi in Italia? L’Istat smentisce il governo su Pil e occupazione

L’Istat porta il governo con i piedi per terra: -1,8% il pil atteso nel 2013 e solo +0,7% nel 2014. Smentito l’ottimismo dell’esecutivo sulla ripresa per l’anno prossimo

L’Istat ha smentito le cifre e l’ottimismo del governo Letta su pil e occupazione dell’Italia. L’istituto di statistica ha tagliato le stime del pil italiano per il 2013 dal precedente -1,7% al -1,8%. E per il 2014, la ripresa sarà di appena lo 0,7% del pil. Il governo continua a prevedere un calo dell’1,7% per quest’anno e il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, nel corso della Giornata del Risparmio aveva indicato in un più robusto +1,1% la ripresa per l’anno che sarà.

Secondo l’Istat, il contributo alla crescita nel 2014 verrà per lo 0,4% dalla domanda interna al netto delle scorte, per lo 0,2% dalla domanda netta estera e per lo 0,1% dalle scorte.

 Disoccupazione in Italia ancora in aumento: nessuna via di uscita dal tunnel

Nonostante questo, però, il tasso di disoccupazione dovrebbe essere destinato a salire dal 12,1% del 2013 al 12,4% del 2014. La ripresa, infatti, sarebbe troppo debole per creare nuovi posti di lavoro.

Male il quadro sui consumi delle famiglie, che nel 2013 si ridurranno del 2,4%, per tornare a salire solo dello 0,2% nel 2014, anche a causa delle grosse difficoltà sul mercato del lavoro. Le retribuzioni, invece, saliranno dell’1,4% sia quest’anno che l’anno prossimo, confermando una dinamica salariale contenuta, grazie per lo più al blocco delle retribuzioni pubbliche.

 In accelerazione l’inflazione del 2014 all’1,6%. Sui prezzi graverà con un effetto temporale ritardato anche l’aumento dell’IVA al 22%, che potrebbe farsi sentire già nel corso dell’ultimo trimestre dell’anno in corso (non nel mese di ottobre, quando l’inflazione sarebbe stata dello 0,7%, tasso minimo dal novembre 2009). La stessa Istat, però, ritiene che il trasferimento dell’aumento IVA sui prezzi potrebbe essere parzialmente evitato per via della debolezza dei consumi.

Quanto agli investimenti fissi lordi, per quest’anno ci si attende un calo del 5,5%, mentre nel 2014 i tassi di accumulazione tornerebbero a valori positivi (+2,2%).

Bene le esportazioni, che dovrebbero crescere di volume del 3,7% nel 2014, grazie sia al contenimento dei prezzi delle imprese italiane, sia alla previsione di un deprezzamento dell’euro sul dollaro. Non ultimo, anche la ripresa delle economie avanzate stimolerebbe la domanda di nostre merci da parte di questi paesi.

 Recessione in Italia: troppo deboli i segnali per il 2014

Quanto emerge dalle cifre è lo stato comatoso di un’economia che nel 2014 riuscirà appena a risalire dalla sua recessione più lunga dal Secondo Dopoguerra. Troppe, però, le incognite, tra cui l’effetto cambio, le ripercussioni di un ulteriore aumento della disoccupazione, la possibile instabilità politica e la necessità di nuove manovre per non sforare il tetto massimo sul deficit.

Se le cifre dell’Istat fossero vere, nel 2014 si potrebbe avere la necessità di reperire qualche altro miliardo per coprire il minore gettito derivante da una crescita inferiore alle attese del governo. A due mesi dal nuovo anno siamo già all’ipotesi di un “buco”.

di Giuseppe Timpone

Precari. Incontro Crocetta-D’Alia. Crocetta soddisfatto. I sindacati no!

La soluzione prospettata dal Ministro della Funzione Pubblica D’Alia, sembra non convincere i sindacati. Al governatore Crocetta ha cercato di ripassare la palla sulla vicenda dei precari degli enti locali siciliani e oggi ha scaricato il problema direttamente al presidente del Consiglio Letta  –  attacca il segretario regionale della Uil Claudio Barone  –  Senza la deroga al patto di stabilità, infatti, non si potranno prorogare i contratti ai precari né tanto meno stabilizzarli”.

Precari. Incontro Crocetta-D’Alia.

Gianpiero D’Alia ripassa la palla al governo regionale sulla vicenda dei precari.

“Dal confronto – si legge in una nota del ministero – è emersa con chiarezza la possibilità di effettuare, attraverso l’attuazione del decreto 101/2013 sulla razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni convertito in legge, procedure di proroga e di inserimento stabile nella Pubblica amministrazione dei contrattisti a termine, secondo un percorso definito con le amministrazioni regionali. Ulteriori provvedimenti in questo ambito – è stato ribadito dal ministero – non sono oggetto delle valutazioni del Dipartimento della Funzione Pubblica, che ovviamente non si opporrebbe a un intervento diretto sull’argomento da parte della Presidenza del Consiglio, qualora questo venisse ritenuto necessario”.

Tradotto in parole povere il Ministero della Funzione Pubblica non si farà promotore di alcuna modifica al decreto 101/2013. Se poi Crocetta riuscirà a strappare qualcosa di più a Enrico Letta, tanto meglio.

Fondi Ue, la Sicilia promossa. Miracolo o senso del dovere e spirito di abnegazione dei lavoratori?

Nonostante la Giunta non abbia ancora ratificato l’ipotesi di accordo famp impedendo l’erogazione del salario accessorio al personale del comparto non dirigenziale e nonostante la dirigenza, cui, analogamente, non è stata corrisposta la parte variabile e lavori in assenza di direttive da parte della politica, da maggio a ottobre di quest’anno, la Regione siciliana ha certificato una spesa pari a 450,8 milioni di euro di fondi comunitari 2007-2013 a valere su Fesr e Fse superando i target fissati a livello nazionale.

I Governi passano ma i vizi restano

di LELIO CUSIMANO

Sono anni ormai che la Corte dei Conti manda avvisi ai naviganti sui costi del personale; avvisi che puntualmente cadono nel vuoto. Quella del personale è considerata una delle voci più critiche per il bilancio regionale. E come potrebbe essere altrimenti in una Amministrazione che destìna ai dipendenti il 29,8% della spesa corrente, senza considerare la sanità? Ma, nonostante l’imponente voce di spesa, ciò che inquieta i giudici contabili sono alcune scelte politiche che fanno lievitare o addirittura mantengono in ombra i costi reali sopportati dal bilancio. Alla voce stipendi e pensioni dei dipendenti regionali «ufficiali» – che supera 1,6 miliardi di euro – vanno a sommarsi infatti 322 milioni di euro per i forestali, 257 milioni per le società partecipate, 10 milioni per i «comandati» presso altre amministrazioni e 230 milioni per la formazione e le scuole regionali.
In una regione che supera ampiamente i cinque milioni di abitanti e che è gravata da funzioni che in altre parti d’Italia sono a carico dello Stato, non fa clamore che ci siano migliaia di dipendenti che costino una cifra a nove zeri. Fa scalpore invece l’opacità delle politiche pubbliche in materia di personale. Nel 2010 ad esempio fu varata (governo Lombardo) la legge 11 che rideterminava l’organico regionale. Va detto subito che, rispetto alla precedente, la nuova pianta organica è stata dilatata in un colpo solo del 45%; ma risulta più difficile spiegare che il legislatore siciliano ha motivato l’aumento di personale come una misura «per favorire lo sviluppo» ed abbia sentito la necessità di rubricare il relativo articolo con il titolo «Misure urgenti di sostegno all’occupazione».
Ed allora certo non stupisce, come spiega in questa pagina Giacinto Pipitone, che il premio di produttività, assegnato al conseguimento degli obiettivi fissati dai Dirigenti, venga altresì ripartito equamente tra «tutti» i componenti dello stesso Ufficio, i quali ben difficilmente hanno assicurato «tutti» il medesimo impegno e garantita «tutti» la stessa soglia di produttività. Un ottimo esercizio, insomma, per disincentivare la crescita produttiva del lavoro pubblico e, ancor peggio, per demotivare i lavoratori più qualificati ed impegnati. Così come non stupisce che negli ultimi dieci anni, la retribuzione pro capite dei dipendenti regionali sia aumentata del 15% – del tutto in linea con l’inflazione – mentre quella «accessoria» sia esplosa di oltre il 36%. Come è accaduto? Ancora una volta viene in soccorso la Corte dei Conti a spiegare l’arcano. Tra le tante perle la Corte annovera in un quadro di «ingiustificabili asimmetrie di disciplina giuridica con il resto del pubblico impiego», il rinnovo dei contratti con oneri per alcune voci «nettamente superiori alle altre amministrazioni pubbliche» ed ancora, l’incremento notevole degli uffici di massima dimensione e delle strutture intermedie che fa crescere le retribuzioni dirigenziali. Ma ha pesato l’incremento del trattamento accessorio del personale a tempo determinato, introdotto dapprima in violazione di legge e poi sanato con legge ad hoc.
Ha pesato anche l’intervento del legislatore siciliano quando ha «previsto o esteso indennità al di fuori dei contratti». Suscita molte perplessità anche la prassi di corrispondere «consistenti acconti» sulla quota di salario accessorio; quella stessa voce salariale che dovrebbe essere erogata selettivamente e soltanto dopo una rigorosa verifica delle prestazioni lavorative rese. E dire che in un “rigurgito” di efficienza l’Amministrazione regionale aveva deciso persino di impiegare (appena lo scorso anno) il personale … laddove serve; un principio, sottolinea la Corte dei Conti con involontaria ironia, da tempo immemorabile «consolidato nel lavoro pubblico e privato». Voilà; ecco salvaguardata così la pace sociale e sindacale. Ed ecco rinviato ad altra occasione il varo di un’Amministrazione efficiente e produttiva, di un’Amministrazione capace di individuare e premiare il merito dei suoi uomini migliori e dare risposte alla società siciliana.
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Fonte: http://www.gds.it/gds/sezioni/editoriali/dettaglio/articolo/gdsid/299209/

Legge di stabilità, emendamenti Pd per i precari siciliani

PALERMO.  «Il Pd ha predisposto un pacchetto di emendamenti alla Finanziaria, attualmente in discussione alla Camera, per superare gli ostacoli che impediscono la prosecuzione del rapporto di lavoro per i precari degli enti locali siciliani: abbiamo inviato le nostre proposte anche al presidente della Regione Rosario Crocetta, ci aspettiamo che il governo regionale faccia il massimo per instaurare una interlocuzione forte con Roma».

Lo dicono Mariella Maggio, vicepresidente della commissione Lavoro all’Ars, e Maria Iacono deputato nazionale del Pd.

Le due esponenti del Partito democratico sono state promotrici, rispettivamente all’Ars e alla Camera, di due mozioni che individuano un percorso per la salvaguardia del lavoro dei precari siciliani.

«Le misure che proponiamo sono serie e concrete – aggiungono Maggio e Iacono – e tengono conto del parere della Ragioneria Generale dello Stato. Oggi tra l’altro si insedia il tavolo tecnico governo-sindacati: serve la massima unità di intenti fra le forze politiche e le istituzioni per individuare una soluzione ed evitare quello che per la Sicilia sarebbe un dramma dal punto di vista lavorativo e sociale».

Fonte: http://www.gds.it/gds/sezioni/politica/dettaglio/articolo/gdsid/299700/

Precari. Avviato tavolo regione-sindacati (Cgil, Cisl e Uil). Intanto Crocetta vola a Roma per chiedere la proroga

“Il tavolo che si è avviato oggi (ieri) presso la presidenza della Regione per individuare le soluzioni sul precariato siciliano ha un senso solo se lavora in maniera permanente fino al 31 dicembre con l’intento di garantire le proroghe a tutti i lavoratori precari e avviare i percorsi di stabilizzazione, superando l’attuale situazione catastrofica così come determinata dalla legge 125/2013”. Lo dicono i segretari della Funzione pubblica Cgil, Cisl e Uil, a conclusione dei lavori del primo incontro propedeutico ai tavoli di confronto che la Regione aprirà con il governo.

Intanto domani il presidente della Regione e l’assessore Valenti voleranno nella capitale per un incontro con il ministro della Funzione pubblica. L’obiettivo: ottenere la proroga dei contratti del personale impiegato negli enti locali.