L’incubo dei risparmiatori: il prelievo forzoso. Per il salvataggio dell’isola di Cipro il prelievo arriva al 9,9%; e in Italia si può?

È la prima volta che Bruxelles, per risolvere la crisi, appoggia una decisione di mettere direttamente la mano in tasca ai cittadini per salvare le banche.

Il pensiero che tutti hanno è: può succedere anche in Italia?

Di questi tempi mai dire mai perché il caso Cipro crea il classico precedente.

Attenzione, però! Non è una patrimoniale perché, a meno di modifiche possibili, colpisce tutti, ricchi e poveri.

Ecco il calcolo ipotetico se una misura simile venisse applicata anche in Italia.

Su un conto corrente da 10mila euro un prelievo alla cipriota ci costerebbe 675 euro o 990 a seconda dell’aliquota applicata.

Qualcuno ricorda che nel 1992 ci siamo già passati con il governo Amato e, allora, venne applicata l’aliquota dello 0,6% (circa 60 euro su un conto corrente da 10mila euro).

Diritto di informazione e comportamento antisindacale

Leggendo la decisione del giudice sull’articolo 28 promosso dal DIRSI sorgono parecchie perplessità, seppur motivate dalla specificità del contratto dirigenziale.

Nel nostro ordinamento giuridico non esiste, in generale, un diritto di informazione a favore del sindacato e delle sue rappresentanze aziendali.

Pertanto, in mancanza di un simile riconoscimento, il sindacato che non ottenga risposta alle proprie richieste può solamente far ricorso alla propria forza e agli strumenti di lotta di cui egli dispone (primo tra tutti, lo sciopero), per indurre il datore di lavoro a rendere le informazioni richieste.

Vi sono però dei casi in cui è specificamente previsto l’obbligo del datore di lavoro di rendere certe informazioni al sindacato o alla sua rappresentanza aziendale. (altro…)

Ma di tagli agli stipendi dei politici manco a parlarne….. a cominciare dal governatore

“Io ho bisogno di questi soldi per pagarmi le spese per la campagna elettorale, cosi’ non devo chiedere questi soldi a nessuno – dice Crocetta – I grillini non hanno avuto affrontare queste spese, per ragioni obiettive (…..)”

Gli stipendi indigesti nella Sicilia in ginocchio

L’articolo sulle buste paga di assessori regionali e altri inquilini del Palazzo ha scatenato una valanga di commenti che la dice lunga sulla distanza tra politica e gente comune.

Grazia scrive: “I siciliani chiedevano la riduzione dei deputati e Crocetta ha deciso di farli diventare più di cento. Crocetta infatti ha nominato in giunta solo assessori esterni. Dodici esattamente, sommando ai quali i 90 deputati, si supera il numero di 100 persone”.

“Vergognati Crocetta. Avevi promesso negli show televisivi, in campagna elettorale ed in tutti i comizi che ti saresti dimezzato lo stipendio, non l’hai fatto!”, gli rimprovera Riccardo73……continua a leggere

La Regione si costituisce contro….la Regione e non solo

Blocco dei contratti. Per i pubblici dipendenti (dipendenti regionali compreso) la Grecia è dietro l’angolo

Siamo in Grecia senza manco accorgercene.

Abbiamo assistito a ciò che accadeva dall’altra parte dello Jonio in maniera distratta, quasi assente, consapevoli di aver in noi, nel nostro sistema, gli  anticorpi efficaci per evitare che tutto ciò che vedevamo in tv potesse accadere; ebbene, ci sbagliavamo di grosso: il crollo di quello che un tempo veniva chiamato “ceto medio”, alimentato da milioni di impiegati pubblici che riuscivano, pur con attenzione ad arrivare con dignità alla fine del mese, cambia il profilo e l’essenza stessa di questo Paese. Toglie dignità a chi, in nome dello Stato, ne esercita funzioni e ne regola l’attività.

Blocco dei contratti. Ecco a quanto ammonta, mediamente, la perdita annua.

2.575 euro all’anno a regime in meno per gli impiegati degli enti locali, che con il loro stipendio medio inferiore ai 28mila euro lordi annui sono sul gradino più basso della categoria. Per i loro colleghi di Palazzo Chigi, che di euro ne guadagnano in media quasi 43mila, la tagliola vale a regime poco meno di 4mila euro, e le cifre crescono ovviamente man mano che si sale la scala gerarchica delle amministrazioni.

Il sacrificio è permanente, perché le norme escludono espressamente ogni possibilità di recupero di quanto perso alla ripresa dei rinnovi. Ma a rendere “eterna” la sforbiciata sono anche i suoi effetti sugli assegni previdenziali, in particolare per chi va in pensione in questi anni: chi si avvicina all’uscita oggi ha circa la metà della pensione calcolata con il sistema retributivo, e sconterà sull’assegno circa l’80% del costo complessivo del blocco.

Si è spezzato il fronte dei 5 stelle?

Si scatena l’ira funesta di Beppe Grillo.

Una crepa di buonsenso autarchico che si insinua nel monolite 2.0 nel momento esatto in cui la democrazia smette di scivolare sul web e si trasforma nella vita reale.

Quando il sassolino da appoggiare sulla bilancia può decidere se a guidare il Senato debba essere una bandiera dell’antimafia o un signore incardinato al sistema e dal passato mille volte discusso.

Volete Gesù o Barabba?

Grasso o Schifani?

Il popolo dei cyberguardiani si divide e a sorpresa sceglie Gesù.

Sul blog di Grillo sono oltre 10mila i commenti al post Trasparenza e voto segreto.

Il dibattito è acceso.

C’è chi difende il leader ma molte sono i messaggi critici.

Mentre in rete scoppia un  caso: qualcuno denuncia interventi rimossi.

E qualcuno gioca con la famosa frase di Fini per Berlusconi: “Che fai, li cacci?”