Di Giuseppe Alberto Falci
Nel marzo scorso Crocetta annunciò l’abolizione delle province. Ma è ancora tutto in alto mare.
L’operazione crocettiana resta un’opera meramente mediatica. Perché di fatto il voto di Palazzo dei Normanni non elimina le province ma l’articolo 1 comma tre stabilisce che si sospende semplicemente «il rinnovo degli organi provinciali». In questo modo non si celebrano i rinnovi dei consigli provinciali in scadenza nel mese di maggio, e si avviano al commissariamento tutte le nove province, quattro delle quali già in amministrazione governativa dello scorso anno.
Nel frattempo, come dicevamo, le province continuano a esistere e a erogare servizi, che vanno dagli stipendi dei dipendenti alle bollette delle scuole, alla manutenzione delle strade, ai servizi sociali. Servizi che da settembre (molto probabilmente) non potranno più continuare a garantire. Il motivo è presto detto. A causa dei tagli voluti dal governo Monti, e, sopratutto, dai tagli previsti dalla recente finanziaria del governo regionale,
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