Che cosa resta dell’amministrazione pubblica?

Di Sabino Cassese

In tema di pubblica amministrazione vi sono ormai numerose voci critiche. Alcune esprimono l’insofferenza di chi detiene il potere politico e pretende che l’amministrazione sia la fedele e meccanica esecutrice della sua volontà; altre sono più preoccupate dell’effettiva capacità dell’amministrazione di svolgere i suoi compiti; altre ancora reagiscono all’eccessivo peso di regole e controlli. In questo quadro, molteplici sono i fattori di crisi, alcuni di origine esterna alle amministrazioni, i restanti provenienti dallo stesso corpo amministrativo. Essi causano, nel complesso, un significativo restringimento del perimetro di azione delle pubbliche amministrazioni, a sua volta frutto di una più generale tendenza a considerare il diritto amministrativo come un campo dominato solo da due tensioni, quella tra legge e amministrazione e quella tra giudice e amministrazione.

Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir

Una risposta a “Che cosa resta dell’amministrazione pubblica?”

  1. CITTADINO E P.A: Il cittadino che tipo di servizio vuole dalla Pubblica amministrazione? Vuole dipendenti che siano favorevoli al rispetto delle norme o dipendenti del tipo yesman? Vuole una P.A. di dipendenti non condizionabili (x dna) dal potere politico o vuole degli yesman verso la politica? I cittadino vuole dipendenti preparati o dei firmaioli? Alla base di tutto vi è sempre il CITTADINO UTENTE, che non deve essere per la P:A. CLIENTE.Gaspare Barraco (ing).Marsala.

I commenti sono chiusi.