Concorsi alla Regione. Sulle riserve per gli interni il bando cita una legge già abrogata

Palermo, 18 gennaio 2022
Quando nel novembre 2020 l’allora assessore alla Funzione Pubblica Bernadette Grasso preannunciò l’apertura dei concorsi alla Regione il COBAS/CODIR chiese un incontro urgente per richiedere che venissero previste le procedure selettive riservate al personale interno ai sensi della legge Madia (art.22, co. 15 del D.lgs. 25 maggio 2017, n.75 come modificato dall’art.1, co. 1 ter, del D.L.30 dicembre 2019, n.162 – Decreto Milleproroghe). Suddetta norma, infatti, al fine di valorizzare e riconoscere le professionalità interne, consente, fino al 31 dicembre 2022, di espletare un concorso interno “vecchia maniera” riservando al personale interno fino al 30% dei post i disponibili in base al piano triennale dei fabbisogni.
La Giunta regionale pro-tempore, invece, con la deliberazione n. 481 del 29 ottobre 2020, inspiegabilmente, decise di avvalersi della facoltà di cui all’art. 52, comma 1-bis del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 e successive modificazioni, destinando al personale interno una riserva di posti, pari al 30 per cento di quelli messi a concorso.

Ma la differenza tra le due riserve è sostanziale!

Con la procedura indicata dalla Giunta ai sensi dell’articolo 52, comma 1-bis del decreto legislativo 165/2001, infatti, i dipendenti e i concorrenti esterni partecipano allo stesso concorso. I dipendenti regionali per accedere alla riserva, devono prima collocarsi tra gli idonei.
Con la procedura prevista ai sensi dell’art. 22 comma 15 del d.lgs. 75/2017, invece, il 30% dei posti è riservato esclusivamente agli interni (ovvero partecipano solo gli interni).

Il problema è che, nel frattempo, la legge è anche cambiata.

L’art. 3 del D.L. 80/2021 ha, infatti, riscritto interamente il comma 1-bis dell’art. 52, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 (quello arbitrariamente adottato dalla Giunta di governo il 29 ottobre 2020) eliminando la riserva del 30% dei posti al personale interno. Un bando viziato, quindi, da riferimenti a leggi abrogate non reggerebbe ad un eventuale ricorso presentato da un qualsiasi candidato esterno e rischierebbe di vanificare le aspettative di miglia di dipendenti regionali che da quasi 40 anni attendono l’occasione per una progressione di carriera.
Il COBAS/CODIR chiede, pertanto, all’amministrazione, nell’interesse esclusivo dei dipendenti regionali, il ritiro in autotutela del bando e, se intende realmente procedere alla valorizzazione del personale interno, attivi quanto previsto dalla nuova norma introdotta che ha modificato il comma 1-bis dell’art. 52 del D.lgs 165/01 prevedendo progressioni fra le aree tramite procedura comparativa senza concorso.
Il COBAS/CODIR, a tutela dei lavoratori regionali e della legittimità delle procedure concorsuali, ha comunque già dato mandato ai propri legali per individuare ogni soluzione possibile qualora l’amministrazione non dovesse recedere dalle errate previsioni dei bandi di concorso pubblicati.
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Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir