Per gli enti locali assumere personale resta un percorso a ostacoli. Nonostante l’ampliamento del turnover, riconosciuto dalla manovra correttiva (di n. 50/2017) per venire incontro alle esigenze di svecchiamento dei dipendenti e rafforzamento degli organici, i comuni che vogliono assumere rischiano di rimanere paralizzati dagli adempimenti e dalla burocrazia. Un problema che riguarda soprattutto i piccoli comuni, spesso sprovvisti di uffici tecnici e personale specializzato capaci di districarsi in un ginepraio di norme, stratificatosi nel corso di un decennio. Prima di poter assumere, infatti, un comune dovrà effettuare ben 15 verifiche preliminari.
- ItaliaOggi – Enti locali – Assunzioni, percorso a ostacoli
Tutte le norme che sono state messe in campo a partire dal 1988 ai nostri giorni e che riguarda il precariato in genere, non hanno sortito nell’ arco di un quarto di secolo nessun risultato positivo. Diverse soluzioni invece sono state trovate e applicate per i precari che si trovano ospiti dentro gli Assessorati ed Uffici Regionali, possiamo definire questa varietà di trattamento con una sola interpretazione “disparità e disuguaglianze di trattamento”, eppure il percorso del precariato in genere è stato piantato con le stesse radici gestita sempre da un comune denominatore, “SELEZIONE UNICA REGIONE E PROVINCIALE”, ma si da il caso che qualche Assessore e Sindacato l’abbia dimenticata, per cui oggi ci sono gli stabilizzati che hanno vinto la lotteria e altri sventurati che sono strumentalizzati dagli enti e dalle Istituzioni.
E’ molto più semplice organizzare feste e sagre paesane….