Fuga dal pubblico impiego: il 29% rinuncia al posto per gli “stipendi troppo bassi”

C’è chi rinuncia direttamente al posto e chi prende tempo rimandando la firma del contratto, oppure chiede il trasferimento dopo aver accettato. Uno stipendio di 1500-1600 euro al mese, pur con la garanzia del posto fisso, non è attraente per chi (magari con figli al seguito) deve trasferirsi a Milano o in altre città lombarde dove il costo della vita, e soprattutto della casa, è alle stelle.

Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir

2 Risposte a “Fuga dal pubblico impiego: il 29% rinuncia al posto per gli “stipendi troppo bassi””

  1. Credo che 1500 euro al mese , potevano essere pochi, per una famiglia monoreddito, ma atteso che ormai nella maggior parte dei casi il coniuge/compagno /a ,somma il suo reddito al nucleo familiare, 3000 euro non sono pochi.
    Non conosco una coppia di nuova formazione, dove qualcuno si accolli il ruolo di casalinga/o.
    Nell’ultimo decennio, politici, sindacati, opinionisti, hanno osannato il lavoro flessibile, come panacea di tutti i mali. Oggi si ritorna al posto fisso, , perche’ si e’ capito che senza una stabilita’ non si formano famiglie, non si accendono mutui, non si fanno piu’ figli.
    Non credo al rifiuto dei giovani al posto fisso, credo invece all’errore che noi generazione del 68, che con la nostra mentalita’ di rivoluzionari, abbiamo creato un societa’ di viziati, pretendendo dai nostri figli, la laurea a tutti i costi, dando sempre soldi in tasca, per la vacanza all’estero, il motorino, la minicar, apericene ecc….. senza insegnare ne il valore del denaro, ne i sacrifici per ottenerli.Ormai il lavoro pubblico sara’ sostituito dalla intelligenza artificiale, al bar ci servira’ un Robot, non si comunichera’ piu’ con la parola ma con Web.
    Il mondo è cambiato insieme alla mentalita’ dei nostri giovani, non troviamo scusanti, sui rifiuti o meno del lavoro fisso o meno, puoi promettere anche 3000 euro, non sono niente contro la liberta’.

  2. io sono convinto che non esiste questa fuga dall’impiego pubblico, esiste semmai la fuga dai concorsi. poiche’ l’ignoranza dilaga, ” 110 e lode distribuiti come noccioline” — perche’ si fa tutto on.line, con difficolta’ di entrare tempestivamente nei siti , perche’ si paga una quota per ogni concorso, perche’ i posti nonche’ le competenze richieste, sono gia’ stabilite , con la pretesa che il concorrente ne debba avere gia’ in partenza conoscenza, capacita’ ed esperienza.
    Una volta il concorrente vinceva il concorso per merito ( salvo la raccomandazione di turno), entrava nelle amministrazioni, cominciava con le fotocopie, passava alla istruzione delle pratiche, si faceva le ossa dopo diventava dirigente.
    Oggi si fa’ il concorso per dirigente, dando ad uno appena assunto la responsabilita’ di un gruppo, un servizio di lavoro, senza averne la piu’ pallida idea di cosa si occupa.
    Non credo che un giovane rifiuti il posto , fisso, perche’ lo stipendio e’ poco, lo rifiuta perche’ abituato nella vetrina piena di balocchi ” Computer, telefonini, aperi-cena, ” letti a due piazze dove sognano di diventare influencer, personaggi dello spettacolo, opinionisti tuttologhi.

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