Giudizio di parificazione del Rendiconto generale della Regione siciliana. La Corte dei Conti recita il solito copione

COMUNICATO STAMPA

Palermo 4 luglio 2014
Ieri, in occasione del Giudizio di parificazione del Rendiconto Generale della Regione Siciliana, è andata in scena l’ennesima riproposizione della farsa di ogni anno.

Per i politici si è trattato del solito rimproverino, una tiratina di orecchie. Nulla di nuovo. Paroloni, raccomandazioni, inchini e salamelecchi. Alla fine ite missa est.

Ci si sarebbe aspettati, da parte dei Giudici Contabili, finalmente, una particolare attenzione ai veri sperperi della politica, ai costi elefantiaci e faraonici dell’Assemblea regionale siciliana, alle indennità e ai rimborsi spese dei nostri deputati regionali, ai sontuosi contratti di lavoro del personale in servizio a Palazzo dei Normanni, agli stipendi degli assessori esterni non eletti, agli stipendi dei commissari delle società partecipate non soggetti ad alcuna riduzione e, invece, niente di tutto ciò: ancora una volta, ormai da oltre 12 anni, l’attenzione sembra essere rivolta solo ai dipendenti che gravitano nell’ambito della Regione Siciliana.

Ogni anno, ci si ritrova a dovere contrastare gli stessi luoghi comuni, sui numeri dei dipendenti regionali, portati avanti, ormai, con le solite argomentazioni che finiscono per celare le vere voragini economiche della Sicilia di cui i 16mila dipendenti non hanno certamente alcuna responsabilità.

Dove erano, infatti, nel 1985, i Giudici Contabili quando una politica scellerata consentì il transito nella Regione Siciliana di tutte le competenze e personale dello Stato (10mila unità circa)? Dove erano i Giudici Contabili quando lo Stato non versò neanche una lira delle posizioni previdenziali di questo personale transitato che, di colpo, gravò sulle casse regionali?

<<Pur condividendo le argomentazioni dei Giudici Contabili in materia di corruzione che non si configura solo con un passaggio diretto di denaro ma si realizza anche quando vengono assegnati “incarichi superflui” e quando vengono fatte “assunzioni clientelari di personale senza concorso” – dichiarano i segretari generali del Cobas-Codir, Marcello Minio e Dario Matranga e Fulvio Pantano del Sadirs – riteniamo, comunque, inaccettabile che si continuino a utilizzare argomentazioni demagogiche contro il personale regionale dettate ad arte per coprire i veri sperperi di una politica inetta e inefficiente. Diciamo basta – concludono Matranga, Minio e Pantano – e consigliamo alla Corte dei Conti Siciliana di tornare ad essere credibili: comincino, infatti, con il rinunciare agli scatti automatici biennali stipendiali che si aggiungono ai loro lauti aumenti contrattuali o alle inutili e costose auto blu fornite e pagate da mamma Regione. Infine – concludono i Segretari Generali dei due sindacati più rappresentativi – invitiamo i Giudici della Corte e l’assessore Agnello ad avviare, in merito, specifiche indagini su politici e consigli d’amministrazione per accertare eventuale dolo e responsabilità sul sacco perpetrato, ad esempio, nelle società partecipate>>.

Le Segreterie Generali

Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir

2 Risposte a “Giudizio di parificazione del Rendiconto generale della Regione siciliana. La Corte dei Conti recita il solito copione”

  1. Anche questo era un argomento che avrei dovuto inserire nel comunicato stampa, anzi, per la verità, ci avevo pure pensato, ma la premura di fare in fretta altrimenti dopo un certo orario il comunicato non esce (ma poi spesso su alcuni argomenti ci boicottano ugualmente) l’ho dimenticato.

  2. Ai giudici della Corte dei Conti, delle Avvocature e dei Tar la Regione siciliana non solo fornisce le autoblu ma paga anche il lavoro straordinario al personale (dello Stato) che le guida.
    E credo che queste risorse gravino anch’esse sul nostro Famp…..

I commenti sono chiusi.