La carriera vecchio stile e la Pa senza futuro

Il Sole 24 Ore dell’8 gennaio 2018

Il contratto collettivo non “serve” solo a dare i soldi.Il personale è un fattore centrale nell’organizzazione della pubblica amministrazione e, pertanto, non può essere trascurato o “sacrificato” il modo in cui viene organizzato e disciplinato. Per vedere le conquiste e i passi fatti avanti con l’ultimo contratto per gli statali, che potrà costituire un modello per gli altri comparti, occorre analizzare il modo in cui disciplina alcuni istituti e soprattutto con quali finalità e con quali effetti. Uno di questi temi riguarda i profili professionali e gli inquadramenti, cioè la domanda di competenze che nel settore pubblico è stata, soprattutto negli ultimi 30 anni, fortemente condizionata dalle relazioni sindacali. Se nel privato, è il datore di lavoro che decide quanti e quali profili professionali scegliere, nel settore pubblico l’approccio cambia e i risultati sono chiaramente diversi.

Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir

3 Risposte a “La carriera vecchio stile e la Pa senza futuro”

  1. E di tutto il lavoro che tutti quelli di categoria “bassa”cosi come ci definiscono,abbiamo svolto negli uffici sostituendo i capi su tutti i fronti che poverini,non facevano altro che lamentarsi per la mole di lavoro….ora non si lamentano più hanno ricevuto,oltre a laute ricompensi,pure i buoni pasto .Nessuno parla.

  2. Anche se i sindacati sono una realtà importante per i diritti dei lavoratori, non si puo’ comunque negare una verittà’, che negli anni anche senza volontà specifica, hanno contribuito all’appiattimento della pubblica amministrazione, poichè non considerando il merito hanno optato sempre per elargire quei pochi disponibili premi , a pioggi anche per quelli che non avevano diritto o quantomeno meritevoli.
    Tutto veniva distibuito secondo qualifiche, tabelle, C1 C2 ecc…… D1 /6 ec……… senza tener conto del risultato e della produttività di ogni individuo.
    Le carriere sono state negate almeno per il comparto, perche’ uno di pari qualifica ed inqsdramento tabellare, non poteva essere superiore acqusendo magari un grado in piu’, anche se lavorava il doppio del collega di stanza.
    Io sono in pensione ed ho subito tale andamento iniquo , spero che oggi alla luce dei risultati positivi e negativi , avuti per almeno un quarantennio , oggi si cambi rotta e si premi il merito , con unica premialità ” la Carriera ” come nel privato.
    Chi non ha ambizioni si ferma allo stretto necesserio, quindi se tutti vengono premiati fam, fes……..eccetera , nessuno lotta per ottenere un giusto riconoscimento del lavoro individuale.

  3. Anche se i sindacati sono una realtà importante per i diritti dei lavoratori, non si puo’ comunque negare una realta’, che negli anni hanno contribuito all’appiattimento della pubblica amministrazione, poichè non considerando il merito hanno optato sempre per elargire quei pochi disponibili a pioggi anche per quelli che non avevano diritto o quantomeno meritevoli.
    Tutto veniva distibuito secondo qualifiche, tabelle, C1 C2 ecc…… D1 /6 ec……… senza tener conto del risultato e della produttività di ogni individuo.
    Le carriere sono state negate almeno per il comparto, perche’ uno di pari qualifica ed inqusdramento tabellare, non poteva essere suoperiore acqusendo magari un grado superiore, anche se lavorava il doppio del collega di stanza.
    Io sono in pensione ed ho subito tale andamento iniquo , spero che oggi alla luce dei risultati positivi e negativi , avuti per almeno un quarantennio , oggi si cambi rotta e si premi il merito , la vera efficenza scaturisce dalla possibilità di fare carriera come nel privato.

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