La maggioranza dei virologi sembra avere pochi dubbi. In Italia il virus non è andato via, è ancora tra noi. In autunno ci sarà la seconda ondata

Nelle ultime settimane ci comportiamo come se non fosse successo nulla.
Le spiagge e le vie della movida sono affollate e non solo di giovani.

Abbiamo abbassato la guardia dimenticandoci dell’epidemia e dei quasi 40 mila morti (almeno quelli accertati da coronavirus essendo ormai certo che i decessi sono molti di più dal momento che la mortalità, in alcune zone è aumentata del 500%).

Il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha dichiarato che la pandemia «continua ad accelerare nel mondo».

«L’Italia è calda così, come è caldo il Brasile. Questo virus si diffonderà fra i giovani, che diventeranno i vettori, i portatori di questa infezione e il problema sarà che, a causa della mancanza di misure di sicurezza da parte dei ragazzi, lo trasmetteranno a nonni e genitori e rivedremo di nuovo la pressione su sistema sanitario. Questo si verificherà in autunno». A dirlo Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute e professore ordinario di Igiene generale e applicata all’Università Cattolica, presentando oggi il rapporto Osservasalute.

Andrea Crisanti, direttore della Microbiologia e virologia dell’Università di Padova, non lascia spazio all’ottimismo. «Dovremo aggredire sul nascere ogni singolo cluster, i contagi importati da Paesi in cui l’epidemia è fuori controllo sono molto pericolosi. Ne abbiamo avuto uno anche a Padova, una badante che ha infettato tutta la famiglia. E se non vengono individuati subito, l’Italia rischia di perdere tutto il lavoro fatto con il lockdown.

In autunno ci sarà la seconda ondata di coronavirus. Ne è convinto Pier Luigi Lopalco, professore di Igiene all’Università di Pisa e membro della task force in Puglia. Il Coronavirus è tutt’altro che sparito.

L’estate, ha aggiunto l’esperto, dobbiamo passarla con serenità, il virus circolerà molto meno “in maniera molto leggera, a bassa intensità, grazie anche al fatto che si sta all’aperto”.

“Ma in autunno e inverno occorrerà alzare ancora di più la guardia, perché in quel momento la circolazione tende ad aumentare e potrebbe passare a una fase a intensità maggiore”, ha spiegato.

Insomma quello di oggi non è un virus diverso, ma è lo stesso del periodo febbraio-aprile.

Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir