Musei e siti Beni Culturali: L’assessore non ha alcuna strategia per il settore

Comunicato congiunto 26 giugno 2013_Sotto il vestito nienteSOTTO IL VESTITO NIENTE?

Palermo, 26 giugno 2013

A Roma, proprio ieri, il Ministero dei Beni Culturali è corso immediatamente ai ripari, reperendo le somme per garantire l’apertura dei Beni archeologici e museali del Paese e sopendo, così, la giusta protesta di tanti operatori del settore esasperati.

In Sicilia, invece, il governo regionale, che ha improntato l’azione politica sulla macchina regionale alla demagogia, alimenta la gogna contro il dipendente regionale che osa rivendicare i propri diritti sacrosanti legati alla loro retribuzione sancita dalla legge e dalla costituzione. La politica, vera responsabile del degrado amministrativo e incapace di dare atti d’indirizzo efficaci, demagogicamente fa assurgere, infatti, a capro espiatorio i lavoratori dipendenti, accusandoli del fallimento gestionale che ha, invece, origine proprio nelle “stanze dei bottoni” di Palazzo d’Orleans ed è stato generato dagli inquilini che si sono succeduti nell’ultimo decennio.

Anche l’attuale assessore ai Beni culturali pro-tempore, anziché adoperarsi per risolvere le varie problematiche,  sembra non essere esente dal fascino della facile isterica demagogia, luogo di rifugio tipico di coloro che hanno poche idee, ma ben confuse.

I sindacati hanno osato lanciare, nei giorni scorsi, un grido d’allarme sulla chiusura dei musei nei giorni festivi e nei mesi di maggiore affluenza; un grido d’allarme che non aveva né la pretesa di spaventare i turisti e gli operatori del settore, né di “fare pressione sui vertici del dipartimento secondo logiche ben oleate, ereditate dai favolosi anni del clientelismo a go-go, ma forse ormai logore”, come ha accusato proprio l’assessore ai beni culturali, Maria Rita Sgarlata, su un noto quotidiano siciliano.

L’Assessore ai Beni Culturali ha risposto con la cultura che possiede, utilizzando termini come clientelismo che sono peculiari di un mondo, quello politico, al quale lo stesso Assessore appartiene; un mondo che da sempre ha oleato ben altri meccanismi, infornando consulenze, assumendo figli e consorti con contratti che il cittadino siciliano può solo sognarsi, etc., etc.

Inoltre, le dichiarazioni fornite dall’Assessore ai Beni Culturali sembrano fare emergere la poca conoscenza del settore al quale è stata posta a capo: l’Amministrazione, a museo chiuso, si avvale della propria potestà di tutela che la esercita per il tramite del personale addetto alla vigilanza; se l’Assessore la pensa diversamente da come prevede il codice dei beni culturali, assumendosene la responsabilità, disponga diversamente.

Ci chiediamo se quest’ottima ricercatrice universitaria, esperta in catacombe, abbia una visione strategica e un progetto serio per il rilancio dei beni culturali in Sicilia o se non si stia lasciando prendere dal panico abbandonandosi all’improvvisazione. Certi della sua altissima conoscenza scientifica del settore, cominciamo a nutrire seri dubbi sulla sua reale capacità politica di dare atti d’indirizzo che consentano al Dipartimento Beni culturali di dare un colpo di reni e di rialzarsi dall’attuale situazione organizzativa.

La preoccupazione e la responsabilità dei sindacati che hanno lanciato il grido d’allarme è stata saggiamente ascoltata, invece, dal dirigente generale ai Beni culturali che, adottando, un atteggiamento apprezzabile e serio, appare preoccupato per l’esistenza di una possibile chiusura dei siti museali nei giorni e nei termini individuati dalle Organizzazioni Sindacali.

Esortiamo, quindi, l’assessore ai Beni culturali ad abbandonare la sterile e isterica arte della demagogia, individuando immediatamente un serio piano di offerta culturale all’interno del quale affrontare e risolvere, insieme alle parti sociali, realmente i problemi strutturali del complesso sistema che ha accettato di governare.

Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir

2 Risposte a “Musei e siti Beni Culturali: L’assessore non ha alcuna strategia per il settore”

  1. L’Assessorato ai beni culturali ha avuto assessori (Granata, Pagano, Leanza) che subito dopo essersi insediati hanno avuto una loro visione su come meglio organizzare il mondo complesso dei beni culturali.
    L’Assessore nell’unico incontro fatto con le parti sociali ha esordito denigrando, come è solito fare il governo attuale, i dipendenti dei siti culturali siciliani in maniera isterica e senza alcuna motivazione.
    Non è affatto vero che il personale di vigilanza e fruizione assorbe la parte più cospicua del FAMP, lo era fini al 2005. Con il contratto di lavoro attualmente vigente, le risorse per pagare l’indennità di tutela e vigilanza e tutto quello che concerne la turnazione variabile e fissa, queste vengono estrapolate in sede di negoziazione Aran/Sindacati dal fondo complessivo. Questa scelta fu fatta proprio per sopperire all’assorbimento di tutto il famp destinato ai beni culturali proprio dal personale di cui sopra.
    Siamo d’accordo su di un fatto che occorre programmare all’interno del sistema dei beni culturali per permettere una migliore gestione delle risorse umane e finanziarie.
    Ancora meglio la nostra organizzazione sindacale grazie anche all’azione del nostro rappresentante osservando dal dopo Leanza una assoluta mancanza di strategia di utilizzo del personale ovvero di migliore fruizione del patrimonio già due anni fa lanciò un allarme di possibile chiusura dei siti con grave nocumento all’immagine della regione siciliana. Nulla fu fatto da allora. Adesso si torna a chiedere un piano di offerta culturale da pubblicizzare e per tutta risposta l’assessore ha attaccato i sindacati tacciandoli di spaventare gli operatori del settore e di fare parte di un sistema di clientelare ormai logoro lubrificato ad orologeria.
    L’isterismo è il termine minimo che abbiamo potuto utilizzare, pensa che ad Armao gli è finita anche peggio quando aveva in mente e non solo, fece un disegno di legge ad hoc, privare le soprintendenze della tutela del territorio.

  2. Però, però….penso che l’assessore ai Beni Culturali che, lo ricordo, si è insediata da poco tempo, non abbia tutti i torti.
    Non è forse vero che, in generale, il personale addetto alla sorveglianza e custodia dei siti museali “assorba” la parte più cospicua delle risorse destinate al Famp di tutti i dipendenti? Non è proprio possibile fare di meglio, evitando sperequazioni?
    Certo, se già a giugno le risorse disponibili per lo straordinario sono prossime ad esaurirsi, è evidente che la programmazione, ammesso che ci sia stata, ha fallito.
    E che debba venire “rivisitata” con il contributo di tutti, però con la consapevolezza che le risorse sono quelle che sono (e cioè poche…) e che non potranno bastare per tutto.
    Dunque, ognuno dovrà rinunciare a qualcosa. Soprattutto a far finta di non capire.
    Una domanda tendenziosa: l’isterismo attribuito alla replica dell’assessore-donna sarebbe stato evidenziato in egual misura anche se il ruolo fosse stato ricoperto da un assessore-uomo?

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