Trasparenza. Palazzo Chigi pubblica online i redditi dei membri del governo

Tratto dal sito www.governo.it

27 Luglio 2013

Si comunica che oggi, in ottemperanza dell’articolo 14 del d.lgs. n. 33 del 14 marzo 2013, sono stati pubblicati sul sito del governo tutti i dati della situazione patrimoniale del Presidente del Consiglio Enrico Letta, del Vice Presidente e Ministro dell’Interno Angelino Alfano, del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio Filippo Patroni Griffi e dei Ministri senza portafoglio Enzo Moavero Milanesi (Affari europei), Graziano Delrio (Affari regionali e Autonomie), Carlo Trigilia (Coesione territoriale), Dario Franceschini (Rapporti con il Parlamento e coordinamento attività di Governo), Gaetano Quagliariello (Riforme costituzionali), Cécile Kyenge (Integrazione) e Gianpiero D’Alia (Pubblica amministrazione e semplificazione).

Inoltre sono stati pubblicati i dati della situazione patrimoniale dei Sottosegretari alla Presidenza del Consiglio Giovanni Legnini (Editoria e Attuazione Programma), Sesa Amici (Rapporti con il Parlamento e coordinamento attività di Governo), Sabrina De Camillis (Rapporti con il Parlamento e coordinamento attività Governo), Walter Ferrazza (Affari regionali e Autonomie), Micaela Biancofiore (Pubblica amministrazione e semplificazione), Gianfranco Miccichè (Pubblica amministrazione e semplificazione), Marco Minniti, (Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica).

Per gli altri ministeri si rimanda ai rispettivi siti istituzionali.

Per saperne di più

Aumento irpef. Crocetta dà la colpa a Roma. Con Bianchi nessun contrasto

Come volevasi dimostrare.

Sull’irpef c’è il dietrofront del dietrofront. Anche perché sul primo dietrofront l’assessore all’economia Bianchi non ci sta«Questo disegno di legge è frutto di un percorso condiviso da tutti e culminato con l’approvazione in giunta. Se viene stravolto, diventa un problema. Ne va della mia credibilità».

Allora quale migliore soluzione che dare la colpa a Roma?

Ecco le parole di Crocetta. “Vorrei sottolineare il fatto – ha dichiarato il governatore in una nota – che la richiesta di incremento dell’addizionale Irpef per il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese, non è una proposta del governo regionale ma di quello nazionale. E’ proprio con quest’ultimo che intendiamo negoziare fino in fondo la possibilità di utilizzare altri strumenti poiché è nostra valutazione che attualmente la pressione fiscale sia diventata insostenibile e, pertanto, siamo molto più favorevoli al fatto che il governo nazionale conceda alla Sicilia il prestito per il pagamento delle imprese trattenendolo dai trasferimenti destinati alla Regione”.

Il bilancio della Regione sta in piedi in modo precario

E’ severo e preoccupato il giudizio del presidente della sezione di Controllo della corte dei Conti per la Sicilia Maurizio Graffeo.

“Il bilancio della Regione sta in piedi in modo precario ed incerto. Il suo equilibrio è traballante e bisogna vigilare perché se i residui attivi dovessero andare in pagamento nel bilancio sarebbero dolori”.

Sull’aumento irpef il governo ci ripensa. Dopo la vicenda del MUOS c’è da fidarsi?

Il presidente della Regione si dice contrario al ddl che ha approvato in giunta e che prevedeva l’aumento dell’Irpef per coprire gli interessi sul prestito da un miliardo che lo Stato è pronto a concedere per i pagamenti alle imprese. Sul Muos rilancia: “L’Ars voti il mio ddl che blocca questo impianto invece di gridare allo scandalo”.

In Sicilia addizionale regionale irpef più alta del resto d’Italia. (1,73%. In Italia non supera l’1,23%) Aumenterà ancora?

La Regione prima decide di aumentare le tasse per pagare i debiti verso le imprese (?). Poi ci ripensa.

Il tutto era inserito in un pacchetto di norme (di cui fanno parte anche le proroghe fino al 31 dicembre per i 20 mila precari degli enti locali) che il governo chiede di approvare entro 10 giorni.

Prestiti agevolati al personale in servizio in regime di TFR.

Fondo Pensioni - Prestiti agevolati in favore del personale regionale in servizio e in quiescenzaIl Cobas/Codir scrive al Fondo Pensioni per sollecitare la stipula di una convenzione con una compagnia di assicurazione che permetta di potere stipulare la polizza contro il “rischio impiego.

Con Delibera n. 33/2012, infatti, il Fondo Pensioni Sicilia ha disciplinato i criteri per la concessione dei prestiti in favore del personale regionale dipendente o in quiescenza.

Suddetta delibera ha stabilito, per il personale in quiescenza o per il personale dipendente cui compete solo il TFR, che il prestito debba essere coperto da polizza assicurativa atta a garantire l’integrale restituzione del prestito.

Con nota del 24 Giugno 2013 la Compagnia Net Insurance Life ha aderito  agli schemi tipo di copertura assicurativa relativi ai prestiti pluriennali del personale regionale dipendente o in quiescenza per il cd. “rischio vita”. Nulla è, invece, previsto per il cd. “rischio impiego” dal momento che il Fondo Pensioni non ha ancora provveduto a predisporre uno schema tipo per questo tipo di rischio.

L’impossibilità di potere stipulare una polizza contro il “rischio impiego” in regime di convenzione impedisce l’erogazione dei prestiti a tutti quei dipendenti in servizio che si trovano in regime di TFR.

Siamo alle solite. I tagli, i controlli, le sanzioni contro la “casta” vengono puntualmente annullati, ammorbiditi, svuotati.

La Corte Costituzionale, con la sentenza 219/2013, ha cancellato con un colpo di spugna le sanzioni previste per le Regioni in default.

Cade lo scioglimento dei Consigli, cade l’incandidabilità per 10 anni dei presidenti delle Regioni in default per dolo o colpa grave, cade persino l’obbligo di relazione di fine legislatura.

Ciò significa che anche in Sicilia e in tutti i suoi Comuni il mancato rispetto del patto di stabilità non comporterà, almeno per il momento, alcuna conseguenza.