I dirigenti digeriscono in fretta il taglio del 20% delle risorse destinate annualmente al loro trattamento accessorio ed esultano per lo scampato pericolo derivante dall’abolizione della clausola di salvaguardia.
Qualcuno elogia e ringrazia alcune organizzazioni sindacali e alcuni politici che, più di altri, si sono battuti per la “giusta causa”.
Io, personalmente, credo che questa sia una vittoria di Pirro.
Non è, infatti, escluso, visto che la clausola di salvaguardia è stata eliminata in tutto il resto d’Italia per effetto dell’art. 9, comma 32, del D. L. 78/2010, che la norma possa essere riproposta in seguito, o che la minaccia della sua riproposizione possa, addirittura essere usata per esercitare pressioni nei confronti dei dirigenti.
Io ritengo che si sarebbe potuti arrivare al superamento della “clausola di salvaguardia” con alcune garanzie che evitassero una sorta di spoil system selvaggio esteso a tutta la dirigenza di III fascia.
Bisognava sedersi al tavolo con l’Aran, in occasione della convocazione sindacale per taglio del 20% del fondo destinato al salario accessorio della dirigenza, e, in quella sede, cercare un accordo. I sindacati, invece, sia per le proteste dei propri iscritti, sia per una sorta di ostracismo (soprattutto da parte di qualche sindacato che ne chiede l’abolizione) nei confronti dell’Aran, hanno ritenuto che, boicottando le contrattazioni, si risolvesse il problema. Invece, proprio laddove si lasciano degli spazi, si infila a gamba tesa la politica, disciplinando con legge ciò che andava regolamentato per contratto. I processi (intesi come complesso di trasformazioni) vanno governati, non subiti. Un po’ quello che andava fatto con la regolamentazione della mobilità. Anche in tale occasione i sindacati, dietro sollecitazione dei propri iscritti, boicottarono le convocazioni Aran e quello che è successo poi con la mobilità non necessita di ulteriori commenti.
Ritengo, inoltre, che in questi giorni sia stata fatta ad arte parecchia disinformazione, proprio per creare il panico. Mi riferisco, in particolare, alla voce che dava per certa, in finanziaria, la soppressione della III fascia dirigenziale partendo da una interpretazione errata e fuorviante del 2° comma dell’art. 22 del DDL 69.
Così come era elaborato, a mio PERSONALISSIMO avviso, l’art. 22 dava, invece, una priorità, nell’attribuzione degli incarichi, ai dirigenti di I e II fascia (una quarantina circa). Ciò, comunque, sarebbe stata, a mio avviso, una palese ingiustizia per il fatto che sembrerebbe che la stragrande maggioranza dei dirigenti di I e II fascia siano coloro che sono transitati alla regione da altre amministrazioni.