I sindacati autonomi della Regione Siciliana, COBAS/CODIR, SADIRS e SIAD che rappresentano la maggioranza dei lavoratori regionali, hanno dato mandato ai propri legali di adire l’Autorità Giudiziaria al fine di perseguire il giornale “Quotidiano di Sicilia” reo, ad avviso dei ricorrenti, di avere ripetutamente e reiteratamente diffamato l’intera categoria dei dipendenti regionali ledendo la loro stessa identità personale e lavorativa nonché la loro reputazione professionale.
La testata in questione, infatti, dopo una campagna mediatica anti-regionali condotta per diversi anni, ha, ultimamente, fatto anche ricorso a dati falsi per dimostrare e divulgare un improbabile trattamento economico dei regionali maggiore quasi del doppio rispetto ai lavoratori ministeriali.
I dati più volte utilizzati dal giornale si riferivano, invece, a dipendenti di altri Enti (che nulla avevano a che vedere con l’Amministrazione regionale), estrapolati artatamente dal sito della Ragioneria Generale dello Stato, alla quale, fra l’altro, l’Amministrazione regionale siciliana non aveva mai comunicato dati relativi al proprio personale.
“Poiché la verità è esattamente opposta a quella divulgata dal Quotidiano di Sicilia – dichiarano i segretari generali dei sindacati autonomi COBAS/CODIR, SADIRS e SIAD –chiediamo al Giudice di condannare la condotta inqualificabile del giornale a danno di un‘intera categoria di lavoratori che invece, paradossalmente, hanno la media delle retribuzioni al di sotto della media nazionale. L’irresponsabile campagna stampa – proseguono i segretari generali di COBAS/CODIR, SADIRS e SIAD – portata avanti dal “Quotidiano di Sicilia” e, conseguentemente, ripresa anche da altri organi d’informazione locali e nazionali, potrebbe avere contribuito a pregiudicare gravemente la trattativa sui rinnovi contrattuali dei bienni 2006/2007 e 2008/2009 con il conseguente azzeramento, in Finanziaria regionale 2012, delle già esigue percentuali destinate ai rinnovi contrattuali. Inviteremo tutti i lavoratori regionali ad intervenire costituendosi nel giudizio promosso “.